Venaus - Tav, gli "irriducibili" non mollano
fonte repubblica.it
La voglia di resistere si accompagna alla consapevolezza che il clima è cambiato:
"Non si capisce più chi sta con noi"
In 500 nel capannone di Venaus: l´esperienza dell´Osservatorio è finita
Ferrentino non si fa vedere al pomeriggio ma in serata partecipa alla fiaccolata
Turigliatto, l´unico politico presente. Spunta l´ipotesi di congelare il tavolo tecnico di Virano
VENAUS - Il popolo del "no" all´Osservatorio si organizza. Sanno di essere in minoranza e di non avere più l´appoggio di tutti i 23 sindaci, tranne i cinque che hanno chiesto di ritirare gli esperti valsusini dal tavolo tecnico di Mario Virano, ma non vogliono mollare. Dei cinque sindaci contrari all´Osservatorio, però, solo il primo cittadino di Bussoleno, Beppe Joannasse, ha preso la parola davanti ai rappresentanti dei comitati "No-Tav" che si sono riuniti a Venaus per ricordare gli scontri di due anni fa con le forze dell´ordine e la presa della piana dove dovevano sorgere i primi cantieri della Alta Velocità. I sindaci di Condove, Chiusa San Michele, Giaglione e San Didero non si sono visti. Solo qualche assessore, qualche vicesindaco. Un modo per stemperare le polemiche dopo la lettera che ha creato fibrillazioni tra i comuni e la comunità montana della Bassa Valle guidata da Antonio Ferrentino.
I più di 500 "No-Tav" che si sono riuniti nel capannone accanto al presidio permanente di Venaus danno ragione ai cinque sindaci ribelli. «L´esperienza dell´Osservatorio è finita – dicono - è solo fumo negli occhi, un modo per farci stare buoni mentre arrivano i soldi per costruire e il presidente del consiglio Prodi detta i tempi». I movimenti non vogliono più star zitti, assistere in maniera passivi, mentre a Roma e a Torino si spaccia il silenzio per consenso e concertazione: «E´ da mesi che non si fa più un´assemblea, è ora di rivedersi tutti insieme e decidere. Non saremo mai d´accordo con un referendum».
Il clima però è cambiato. Lo si capisce dalle parole di Alberto Perino, uno dei leader dei movimenti: «La situazione è pessima rispetto a due anni fa – spiega – si sentono le divisioni e non si capisce più chi sta con noi e chi no». Il fronte dei sindaci non è più compatto. Simona Pognant, primo cittadino di Borgone di Susa, non ha apprezzato la mossa dei cinque colleghi dissidenti. Ieri ha deciso di essere a Venaus, anche se non ha preso la parola, come il sindaco di Chianocco, Mauro Russo. «Bisogna rimanere dentro l´Osservatorio – dice Pognant – abbiamo sempre chiesto di poterci sedere attorno ad un tavolo tecnico e politico. Questa occasione va sfruttata fino in fondo. E poi sarebbe stato meglio concordare qualsiasi documento». Non la pensa così Giorgio Vair, vicesindaco di San Didero: «Con questa lettera si è solo interpretato il malumore strisciante che da mesi si sente in valle – spiega – non è un documento contro l´Osservatorio o contro Ferrentino. Per provocare siamo arrivati a dire di chiudere l´Osservatorio, ma siamo disponibili anche a congelarlo in attesa del tavolo politico». E sulla proposta referendum? «Mi sembra un´idea per prendere per il naso le popolazioni – ribatte Vair – improponibile».
La possibilità di congelare il tavolo tecnico di Virano potrebbe essere un tentativo di mediazione tra i sindaci pro e contro Osservatorio per evitare la conta e una frattura ancora più netta nella riunione di giovedì, convocata da Ferrentino per fare il punto della situazione. Prima, mercoledì alle 21 nella sala polivalente di Bussoleno, si terra un´assemblea degli amministratori convocata in maniera autonoma dagli 80 firmatari della lettera contro l´Osservatorio. Probabile che nessuno dei primi cittadini pro tavolo tecnico vi parteciperà. Ferrentino ieri non era al presidio di Venaus per gli impegni romani legati alla nascita della "cosa rossa". Appuntamento che ha fatto mancare anche parte della sinistra radicale, attenta alle posizioni e alle sollecitazioni dei comitati. A Venaus nessun esponente di Rifondazione, solo il parlamentare dissidente Franco Turigliatto, che non ha voluto far mancare la sua voce.
Ferrentino non è voluto mancare alla fiaccolata di ieri sera alla quale hanno partecipato circa duemila persone. Il presidente della comunità montana della Bassa Valle, però, non è disponibile a mettere in discussione l´Osservatorio: «Non si tocca – spiega – non è una cosa nostra, a nostro uso e consumo. Ci siamo battuti per averlo ed ora non possiamo dire che non ci sta più bene. Sarebbe irresponsabile verso tutti gli altri comuni coinvolti. Congelare il tavolo, come propone qualcuno per mediare, non è ammissibile. Sospendere i lavori, infatti, vorrebbe dire far morire il tavolo e su questo non sono d´accordo». A margine anche una dichiarazione del sindaco di Venaus Nino Durbiano: "Mi sono preso le bastonate per ottenere il tavolo dell´Osservatorio, bisogna finire il lavoro tecnico e poi andare a Palazzo Chigi». La riunione di giovedì si annuncia infuocata. Sarà la prima occasione in cui si consumerà una spaccatura nel fronte dei sindaci. Un passaggio che in molti ritengono che non si possa più evitare.
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