Verona - Comunicato sul processo ad alcuni antifascisti
riceviamo e diffondiamo:
Il 23 Gennaio alle 10:00, al tribunale di Verona si metterà in scena l’ennesimo processo farsa contro l’antifascismo. Saranno processati alcuni compagni e compagne, amici, parenti, “colpevoli” di aver portato la solidarietà attiva in tribunale, oltre due anni fa, a due compagni antifascisti che furono arrestati, in seguito alle infami accuse di un noto fascista veronese. Il giorno della convalida degli arresti il tribunale era blindato e né amici, né i familiari dei due compagni, poterono entrare e vedere in che condizioni fossero, dato che per 3 giorni furono sequestrati dallo stato, senza poter bere e per uno di essi senza poter assumere medicinali vitali per la sua salute. Tre giorni scomparsi nel nulla delle galere della questura veronese senza poter avere alcuna notizia. Invece in tribunale poterono entrare e avere carta bianca, una schiera di giornalisti, pennivendoli e servi vari dei media, alle dirette dipendenze del Pm e della digos, per poter compiere il loro spregevole lavoro di diffamazione e di demolizione della figura dei due arrestati. Ma contrariamente a ciò che sperava la digos e il giudice, quel giorno, sorelle, fratelli, genitori, amici, compagne e compagni dei due antifascisti, decisero di entrare con determinazione e vedere i due compagni, portare tutto l’ardore e la forza per sostenerli in quel difficile momento. La sbirraglia, giudice e pm, rimasero “sconvolti” nel vedere che tante persone non accettarono i loro ordini e le loro leggi. Gli rodeva il culo che anche a Verona l’antifascismo avesse tale forza e determinazione, da non riuscire a isolare e spezzare la solidarietà e l’appoggio a chi, da sempre, combatte il fascismo e il razzismo in questa orribile società capitalista, colpo su colpo, con la lotta e la militanza. Non ci stupiamo che per colpire l’antifascismo lo stato si accanisca vigliaccamente anche con i parenti dei militanti antifascisti e con i/le compagni/e che quotidianamente lottano per una società senza più classi, ne padroni, ne sfruttatori, ne fascisti loro servi. Non ci stupiamo che ciò accada in una italietta divorata dal pescecanismo bancario e dalle caste istituzionalizzate, dove i fascisti di casapound assassinano per strada africani, compagni e chiunque non sia “gradito” all’ordine sociale. Non ci stupiamo che la repressione dello stato borghese sia più attiva in una città come Verona dove i nazisti di forza nuova codardamente aggrediscono e tentano di ammazzare un ragazzino “colpevole” di essere straniero, mentre carabinieri, giornalisti e istituzioni tentano di coprire, minimizzare, e far passare il tutto per una “banale bravata isolata”, come quando questi camerati assassinarono Nicola Tommasoli. Niente di nuovo nel constatare che il sindaco leghista Tosi sia sempre solidale e attivo per i nazisti dello stadio, che vengono accusati di accoltellamenti a compagni, di aggressioni e pestaggi vari per la città. Se la “colpa” dei nostri familiari, amici e compagni/e è quella di essere avversi alle leggi dei tribunali assassini e razzisti che ammazzano nelle galere e nei c.i.e. esseri umani e chiunque minacci il loro ordine, SIAMO LORO COMPLICI!! SIAMO ORGOGLIOSI E FIERI di portare tutta la nostra solidarietà attiva a coloro che sono stati quel giorno di 2 anni fa, avversi e intolleranti alla sbirraglia codarda e assassina e ai giornalisti di regime, braccio mediatico della questura e della procura. Invitiamo tutte le realtà e individualità antifasciste a sostenere e solidarizzare il 23 Gennaio al tribunale di Verona, coloro che con generosità, audacia e ardita determinazione, hanno saputo tenere viva la fiamma della solidarietà con i compagni in catene. Coloro che hanno saputo tener vivo il fuoco che ci arde dentro per la libertà, contro ogni ingiustizia, oltre le sbarre delle galere, le armi dei vigliacchi in divisa, oltre le leggi e le aule dei tribunali assassini. Non sarà tollerata alcuna presenza di giornalisti e infami affini, né alcuna provocazione sbirresca.
SEMPRE DALLA PARTE DI CHI, SCHIACCIATO SOTTO UN CELO PLUMBEO DI DOLORE E INGIUSTIZIA, DECIDE DI RIBELLARSI E DAR TEMPESTA.
NON UN PASSO INDIETRO
ANTIFASCISMO MILITANTE
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