La riforma del mercato del lavoro | Workshop

La riforma del mercato del lavoro, dalla promessa della flessibilità alla sicurezza sella precarietà. Workshop di autoformazione con l’avvocato Riccardo Faranda

Entro marzo il governo Monti approverà la riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali. Con l’efficienza che contraddistingue il supergoverno dei tecnici finalmente spariranno dal nostro paese quelle zavorre di sfiga (i precari) e di monotonia (gli indeterminati con il posto fisso) mentre arriveranno finanziamenti a pioggia al sistema delle imprese (tutti cavalieri del lavoro) sotto forma di una riduzione permanente dei salari per chi entra o prova a rientrare nel mercato del lavoro. Sindacati e confindustria siedono comodamente ai tavoli di negoziazione con il governo così come hanno fatto da quando, a partire dagli anni ’90, il paradigma della flessibilità è stato universalmente assunto come taumaturgico rimedio ad ogni stortura. Ma noi cosa sappiamo realmente dei progetti di riforma del mercato del lavoro (Ichino, Damiano, Boeri-Garibaldi) da cui prendono le mosse le “trattative”? Per capire meglio le proposte alla base di questa riforma a costo zero per le imprese e le casse dello Stato, i Punti San Precario di Roma promuovono un momento di approfondimento con l’avvocato del lavoro Riccardo Faranda… “Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza. Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza.” Gramsci

Intervista a Stefano Giusi, presidente Atdal

Il 20 Gennaio L’Associazione ATDAL OVER40 ha organizzato un presidio di fronte alla sede centrale del Ministero del Lavoro, in Via Veneto 56, per consegnare una lettera al Ministro con la richiesta di incontro.

– Quali sono le richieste che volevate porre al Ministro?
La nostra richiesta di incontro voleva portare alla luce la condizione di tante persone che perdono il lavoro dopo i 40 anni e hanno possibilità quasi inesistenti di ritrovarlo, perché il mercato del lavoro o li rifiuta completamente o, se li assorbe, lo fa in condizioni di estrema precarietà e insicurezza sia lavorativa che salariale. Lo slogan della nostra ass.ne è sintomatico di quello che pensiamo “troppo vecchi per lavorare, troppo giovani per la pensione”. Tutte le iniziative prese fino a questo momento da questo governo e da quelli che li hanno preceduti non hanno mai minimamente affrontato il problema. Molte di queste persone che perdono il lavoro non hanno nessun ammortizzatore sociale, e dall’oggi al domani si trovano senza lavoro, senza reddito e senza nessuna possibilità di riaverne uno dignitoso.

– Avete ottenuto un incontro?
Fino ad ora non abbiamo ottenuto nessuna risposta.

– Se si,siete soddisfatti della risposte?

-Cosa pensate dei disegni di legge (Ichino, Nerozzi-Boeri, Damiano) che stanno ispirando la riforma del mercato del lavoro ?
Non ce ne piace nessuno, perché alla base tutte hanno l’idea che bisogna togliere i diritti a qualcuno per redistribuirli ad altri. Già in passato ci hanno martellato dicendo che la flessibilità avrebbe aumentato l’offerta di lavoro: ebbene dopo oltre 15 anni di mercato ampiamente flessibilizzato i numeri stanno lì e dicono chiaramente una cosa: ad aumentare è stata solo la precarietà. I diritti vanno ampliati a tutte le categorie, non tolti a qualcuno per darli a un altro. In quelle riforme c’è solo la volontà di smontare pezzo per pezzo il diritto del lavoro e mettere contro la generazione dei padri e quella dei figli, rompendo  il patto sociale che ha portato avanti fino ad oggi la nostra società.

-Cosa pensate delle varie proposte di riordino degli ammortizzatori sociali: reddito di disoccupazione, sussidio di disoccupazione e reddito di base e incondizionato?
E’ un problema quello del reddito che nessuna forza politica ha fino ad oggi seriamente affrontato. I dati parlano chiaro, negli ultimi dieci anni la gran parte della redistribuzione dei redditi ha premiato rendite e profitti a scapito dei salari. Bisogna entrare in un ottica diversa da quella in cui abbiamo ragionato fino ad oggi con una equazione diretta lavoro=reddito. Per varie questioni non può più essere così e allora bisogna impostare un modello diverso, anche di società, dove il reddito garantito al cittadino sia sganciato dal lavoro, un reddito che consenta a chi non lavora di non cadere nella miseria e nella rincorsa a “lavori” che sembrano più vicini alla schiavitù che ad altro per mettere insieme un misero salario. E smettiamola pure di dire che non ci sono i soldi: i soldi si possono trovare sia unificando i vari ammortizzatori sociali esistenti, sia colpendo sul serio l’evasione fiscale ma soprattutto applicando una vera tassazione sulle transazioni finanziarie, quello che oggi è il vero mercato del denaro.

-Cosa pensate della proposta della cgil di investire sopratutto sul finanziamento CIG?
E’una visione limitata. Ma lo sanno i sindacati che la gran parte dei giovani precari il sindacato non sa nemmeno cos’è perché lavora in microimprese da cui possono essere cacciati in qualunque momento?

-Vi sentite rappresentati e tutelati dai sindacati?
Non rappresentati ne tantomeno tutelati. Il sindacato in gran parte ignora o fa finta di ignorare questo problema, ma soprattutto non riesce a intercettare quella che è la mutata situazione sociale.

-Cosa pensata dell’attuale dibattito sull’art.18?
Come dicevamo prima è il solito tentativo di scardinare lo stato sociale partendo da un elemento simbolico. Una sorta di presa di posizione “machista”, come quella sull’innalzamento devastante dell’età pensionabile, da utilizzarsi in Europa in termini politici. In queste misure non vi è nulla di realmente utile in termini concreti rispetto alla crisi nel nostro paese, sono decisioni di tipo ideologico attraverso le quali si vuole recuperare la credibilità perduta nei confronti dell’UE.  E’ chiaro che se lo guardiamo in termini di cifre assolute l’applicazione dell’articolo 18 non riguarda oggi (purtroppo) la maggioranza dei lavoratori, ma abolirlo è il solito modo di fare: intanto smonto la pietra più grande, poi facciamo venire giù tutto il palazzo. E’ semplicemente pazzesca l’idea che, lavoratore e imprenditore siano sullo stesso piano paritario di forza. Il lavoro, le persone diventano merce che possono essere liquidate tramite indennizzo rimborso e tanti saluti. Da sola questa cosa mostra tutto il progetto di macelleria sociale che c’è dietro. Vogliono tornare a un mercato frammentato in cui ogni lavoratore rappresenti se stesso e si contratti la sua pagnotta contro un altro lavoratore.

-Qual è stata la composizione sociale che ha partecipato alla giornata. Hanno partecipato altre associazioni e/o reti di precari e/o disoccupati?
La manifestazione è stata organizzata da Atdal Over 40 e dall’Associazione Pensionandi con l’adesione dell’Associazione Lavoro Piemonte Over40 (ALP) e dei Comitati Esodati e Precoci.

-Come è stata costruita la manifestazione?
Attraverso la rete e il contatto con le persone, non solo associati, coinvolgendo giornali e media.

-Chi è iscritto e/o partecipa attivamente alla vostra associazione?
In gran parte disoccupati Over 40 ma anche persone che pur lavorando (chi precario, chi no) capisce che il problema non è solo personale ma sociale.

-Avete già in mente prossime iniziative?
Per ora no ma certo non staremo ad aspettare il silenzio del Ministro. Abbiamo posto domande, vogliamo delle risposte.

Workshop “Networks sociali nei movimenti globali”

Mercoledì 8 Febbraio – ore 18
Networks sociali nei movimenti globali
Verso l’Hubmeeting 2.0
LOA Acrobax

Introduzione:
Punti San Precario Roma

Relatori:

Aitor Tinoco i Girona – Attivista di Democracia Real Ya (DRY), Barcellona.
Vincenzo Carbone –  Ricercatore di sociologia dei processi sociali e comunicativi, Universitá Roma3.
Gigi Roggero – Attivista del Knowledge Liberation Front (KLF).

I networks sociali  hanno avuto un ruolo essenziale nell’organizzazione, nella comunicazione e nella diffusione dei conflitti di questi ultimi anni.
Dalla primavera araba dello scorso anno sembra che il conflitto abbia attraversato il mediterraneo portando con sé delle nuove forme di comunicazione, interattive e orizzontali, in grado di connettere, in qualsiasi momento, “locale” e “globale”. Nel contesto d’estensione dei social networks l’esperienza di Democracia Real Ya (DRY) e “toma la plaza” sviluppata nello stato spagnolo, è stata la prima che in Europa è riuscita a determinare, attraverso un passaggio dalla rete virtuale al conflitto nelle piazze, l’esplosione di quel processo radicale, innovatore e trasformatore conosciuto come movimento 15M. Un movimento che assume un carattere di spazio pubblico di cooperazione transazionale delle lotte grazie all’Hubmeeting 1.0 dello scorso Settembre a Barcellona.

Inoltre altri appuntamenti, quali il meeting transnazionale “Réseau de luttes” in Tunisia dal 29 settembre al 2 ottobre realizzato dal KLF e l’estensione del fenomeno delle Occupy da Wall Street alle centinaia di città negli Stati Uniti, hanno contribuito alla connessione dei conflitti sociali. E’, infatti, dalla cooperazione e comunicazione tra reti indipendenti, che nasce la giornata di azione globale United for Global Change del 15 ottobre: #15O in cui più di 950 città hanno gridato un “determinato no” alle politiche di gestione dell’attuale crisi. Un movimento globale che sta esercitando una forte critica all’attuale sistema di rappresentanza politica praticando e sperimentando nuove pratiche di conflitto contro le misure antisociali di austerity neoliberali. Dal blocco della produzione realizzato attraverso lo sciopero generale del 2 novembre a Oakland, in cui è stato bloccato il quinto porto degli Stati Uniti, alla diffusione di azioni contro i responsabili di questa crisi sistemica: banche, agenzie di rating, multinazionali.

Un movimento globale che non si è fermato, ma che rilancia altri appuntamenti internazionali come quelle di Francoforte del 24-26 Febbraio e dell’Hubmeeting 2.0 dal 30 Marzo al 1 Aprile in Italia. Tali appuntamenti serviranno come trampolino di lancio per le mobilitazioni del 12 e 15 Maggio, che si stanno delineando come giornate di blocco dei flussi-sciopero precario e sociale e del 19 Maggio sotto la Banca Centrale Europea (BCE).

La caratteristica centrale di questo workshop é quella di condividere saperi attraverso l’autoformazione e implementare l’utilizzo consapevole degli strumenti di comunicazione che, nella rete globale, permettono la condivisione di una strategia collettiva!

Il workshop sarà diviso in due sessioni.

Nella prima sessione si svolgeranno gli interventi dei relatori e si aprirà un dibattito sull’utilizzo dei networks sociali nei movimenti globali.

Nella seconda sessione si passerà al lato più pratico del workshop, presentazione degli strumenti e loro utilizzo all’interno delle mobilitazioni globali (si suggerisce di portare Computer portatili e smartphone)

Il workshop si terrà mercoledi 8 febbraio dalle ore 18, presso LOA Acrobax – via della vasca navale, 6

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San Precario appare (e rimane) nella sede Inps dopo lettera aperta al ministro del welfare Elsa Fornero


Apparizione di San Precario all’Inps. Il giorno dopo:

Dall’occupazione dell’inps nelle giornate del natale precario: appuntamento pubblico 23 dicembre difronte all’inps, via dell’amba aradam 5, ore 16. Prendiamo parola davanti alla sede dell’inps dove l’apparizione di san precario ha posto la questione del futuro pensionistico ai tempi della manovra “lacrime e sangue” del governo Monti. Alla richiesta di un incontro con il ministro del welfare Elsa Fornero su nuovi diritti per le generazioni precarie – primo tra tutti un reddito garantito – non c’e’stata risposta ma solo il pesante silenzio simbolo degli ulteriori sacrifici che ci attendono.

22 Dicembre 2011. Natale Precario.

 

San Precario all’ INPS – Roma 22 dicembre 2011 from manuel fantoni on Vimeo.

San Precario, nella giornata OccupyChristmas, con un centinaio di devoti è apparso alla sede INPS di via dell’ Amba Aradam 5 a Roma.

Scopo dell’apparizione era la consegna della lettera del Santo dei precari alla piangente Ministra del Lavoro e del Welfare Elsa Fornero.
La processione ha raggiunto il 5° piano dell’edificio, ma della Ministra nessuna traccia e sembra proprio che di confrontarsi con il Santo più Santo d’ Italia non ne voglia sapere.
I devoti hanno attesola contro-apparizione del Direttore Generale dell’Inps Mauro Nori per capire le possibilità di incontro con la Ministra preannunciando che sono disposti all’occupazione ad oltranza. Digos e polizia hanno fatto il loro gioco nell’alzare la tensione nonostante l’azione fosse in uno dei luoghi che ha in mano la sopravvivenza mensile di migliaia di pensionati colpiti duramente dall’iniqua manovra del governo dove brillano le idee della Fornero.

I devoti stanno invitando precari e non a raggiungere il Santo in via dell’Amba Aradam

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Ore 22:00

San Precario e devoti al 5° piano della sede dell’Inps di Via dell’Amba Aradam 5 a Roma.

Dopo un pomeriggio a trattare per poter consegnare alla Ministra Fornero la lettera a lei indirizzata di San Precario (qui in calce) hanno avuto un incontro con il Direttore Generale dell’ Ente Mauro Nori.

L’incontro è avvenuto dopo una intensa giornata dove digos e polizia hanno fatto il loro gioco nell’alzare la tensione quando l’azione era in uno dei luoghi che ha in mano la sopravvivenza mensile di migliaia di pensionati colpiti duramente dall’iniqua manovra del governo dove brillano le idee della Fornero.

I devoti che mai vedranno pensione, così come mai hanno visto un contratto a tempo indeterminato, hanno ottenuto di continuare l’occupazione del piano e di credere alla parola data dal Direttore Generale nel farsi tramite con la Fornero assicurando di base la consegna della missiva di San Precario.

Buona notte precaria al Santo dei Precari, buona notte precaria ai devoti.

Appuntamento a domani

Ore 22:40

Dall’occupazione dell’inps nelle giornate del natale precario: appuntamento pubblico difronte all’inps, via dell’amba aradam 5, ore 16. Prendiamo parola davanti alla sede dell’inps dove l’apparizione di san precario ha posto la questione del futuro pensionistico ai tempi della manovra “lacrime e sangue” del governo Monti. Alla richiesta di un incontro con il ministro del welfare Elsa Fornero su nuovi diritti per le generazioni precarie – primo tra tutti un reddito garantito – non c’e’stata risposta ma solo il pesante silenzio simbolo degli ulteriori sacrifici che ci attendono.

Infoweb su tutte le azioni occpyXmas: www.sciperoprecario.org – www.precaria.org

ARTICOLI

REPUBBLICA

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/12/22/news/precari-27077302/

CORRIERE (Foto)

http://roma.corriere.it/foto_del_giorno/home/index_20111223.shtml

PAESE SERA

http://www.paesesera.it/Societa/Devoti-di-San-Precario-occupano-la-sede-dell-Inps

AGENZIE

INPS, «SAN PRECARIO» IN SEDE CHIEDE INCONTRO CON FORNERO: PRONTI A OCCUPARE

(OMNIROMA) Roma, 22 DIC – «Oggi 22 dicembre ‘San Precariò con un centinaio di devoti è apparso alla sede Inps di via dell’Amba Aradam 5 a Roma. Scopo dell’apparizione era la consegna della lettera del Santo dei precario alla piangente Ministra del Lavoro e del Welfare Elsa Fornero. La processione ha raggiunto il 5° piano dell’edificio, ma della Ministra nessuna traccia e sembra proprio che di confrontarsi con il Santo più Santo d’ Italia non ne voglia sapere. Si sa: scherza coi fanti ma lascia stare i santi e infatti scatta l’occupazione del piano e così appaiono in forze gli angeli custodi della celere con Digos a seguito. I devoti sono in attesa della contro-apparizione del Direttore Generale dell’Inps per capire le possibilità di incontro con la Ministra preannunciando che sono disposti all’occupazione ad oltranza se la Fornero non si da disponibile a ricevere i devoti. I devoti inoltre stanno invitando precari e non a raggiungere il Santo in via dell’Amba Aradam». COsì in una nota i precari di «San Precario».

WELFARE: PRECARI OCCUPANO INPS ROMA, MINISTRO PARLI CON NOI (ANSA)

ROMA, 22 DIC – Decine di attivisti del movimento ‘San Precariò hanno occupato il quinto piano negli uffici della sede centrale dell’Inps a Roma, in via dell’Amba Aradam, nelal zona di San Giovanni. Gli occupanti chiedono di parlare con il ministro del Welfare, Elsa Fornero e protestano «contro il passaggio generalizzato al sistema contributivo anche per gli iscritti alla gestione separata dell’Inps». I manifestanti sono entrati nell’edificio riuniti in una sorta di «processione per la consegna della lettera del Santo dei precari alla piangente Ministra del Lavoro e del Welfare Elsa Fornero». «Cara Ministro – si legge nel testo della lettera – Lei sa benissimo che oggi i cosiddetti lavoratori parasubordinati, coloro che sono iscritti alla gestione separata, tengono in attivo i conti dell’Inps. Secondo le previsioni, l’ammontare medio di una pensione a gestione separata Š di 1570 euro l’anno, 130 euro al mese». «Come sa bene anche che i collaboratori a progetto non usufruiscono di alcun ammortizzatore sociale – aggiunge la lettera – se non nella ridicola formula dell’una tantum sperimentata dal precedente Governo. Con il passaggio generalizzato al sistema contributivo noi, intere generazioni di ‘intermittentì, non avremo mai una vecchiaia sostenuta da un reddito minimamente degno».

MANOVRA: PRECARI OCCUPANO INPS ROMA, ‘MINISTRO FORNERO CI INCONTRI

Roma, 22 dic. – (Adnkronos) – Un gruppo di attivisti del movimento ‘San Precariò ha occupato il quinto piano della sede dell’Inps di dell’Amba Aradam a Roma. I manifestanti, che chiedono un incontro con il ministro del Welfare, Elsa Fornero, si dicono pronti a proseguire l’occupazione ad oltranza. «Siamo precarie e precari. Nel lavoro. Nel reddito. Nel welfare. Nei diritti. Negli affetti. Nelle tutele. Nell’accesso ai saperi ed ai consumi. Nell’esercizio della cittadinanza. Nei sogni, nel tempo. Siamo precari e precarie e – si legge nella lettera indirizzata al ministro – non lo abbiamo scelto. Siamo i milioni di collaboratrici e collaboratori a progetto, partite iva, interinali, stagiste e stagisti, lavoratrici e lavoratori in affitto. Siamo il motore di un’economia in crisi ed al contempo i primi soggetti sacrificabili». «Non vogliamo tutele contrapposte a quelle di altri – si legge ancora nella lettera – vogliamo rispetto, solidarietà e libertà comune. Il reddito che voi immaginate minimo e per sostenere la libertà di licenziarci, noi lo vogliamo di base, universale e incondizionato, lavoro o non lavoro, per sostenere la libertà di scelta sulle nostre vite. Ci siamo interrogati a lungo sul significato delle Sue lacrime, cara Ministro. Ma la sola cosa che sappiamo, al momento, è quel che fa la differenza: ci sono lacrime, pietistiche e paternalistiche, compatibili col sacrificio dei nostri diritti e dei nostri sogni; e ce ne sono altre scomode, di rabbia, furore e gioia, che non hanno cittadinanza». (Asc/Ct/Adnkronos)

 

LETTERA APERTA

Perchè piange il Ministro del Welfare? Occupy Christmas #2 from Penelope on Vimeo.

Spett. Ministro del Lavoro e del Welfare

Dr.ssa Elsa Fornero

Siamo precarie e precari. Nel lavoro. Nel reddito. Nel welfare. Nei diritti. Negli affetti. Nelle tutele. Nell’accesso ai saperi ed ai consumi. Nell’esercizio della cittadinanza. Nei sogni, nel tempo.

Siamo precari e precarie e non lo abbiamo scelto.

Siamo i milioni di collaboratrici e collaboratori a progetto, partite iva, interinali, stagiste e stagisti, lavoratrici e lavoratori in affitto. Siamo il motore di un’economia in crisi ed al contempo i primi soggetti sacrificabili.

Ci può incontrare ovunque: nei call center, nelle agenzie strumentali dei vostri Ministeri, nelle università, nei centri di ricerca, nelle scuole, nei supermercati, nei giornali e nell’editoria, nelle corsie degli ospedali e nelle caserme dei vigili del fuoco. Non esistono luoghi in cui non siamo presenti, perché siamo il frutto delle politiche “per lo sviluppo e l’innovazione” e delle “riforme” del mercato del lavoro realizzate negli ultimi quindici anni da chi ci ha governato e ci governa.

Siamo donne alle prese con una parità di genere tutta apparente, senza tutele, a partire dalla maternità; siamo migranti che sotto il ricatto del permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro contribuiamo al benessere di questo paese, pagando pensioni che non avremo mai, partecipando ad un sistema che non ci vuole cittadini, mentre un’aria pesante e razzista arma le mani più brutali. Siamo giovani e meno giovani, intere generazioni precarie costrette a vivere un presente dilatato che non permette di progettare il futuro: giovanissimi diplomati e laureate in un sistema di istruzione e formazione martoriato, vissuti all’ombra della retorica della meritocrazia ma senza un lavoro degno di questo nome; ultra 40enni, iperqualificati e supertitolati, spesso madri e padri di famiglia, costretti a cercare altrove il nostro destino; gli over 50, i reietti, quelli che il mercato del lavoro una volta espulsi considera “vuoti a perdere”.

I nostri figli nascono già precari: per via del debito, del futuro oscuro e di un globo che non sa se sopravvivrà ai prossimi anni.

La crisi ha fatto esplodere la precarietà, rendendo incerto il presente anche dei cosiddetti lavoratori “garantiti”. Noi che eravamo le giovani e i giovani in difficoltà abbiamo visto i nostri padri e le nostre madri diventare precari come noi, rischiare di essere licenziati a più di 50 anni e di vedere le loro pensioni sempre più lontane e sempre più misere.

E se una crisi iniziata 4 anni fa e negata nel corso degli ultimi 2 anni è stato il frutto avvelenato del governo Berlusconi e dei suoi ministri “nani e ballerine”, questo governo è certamente più serio e preparato. Lo è talmente tanto che riuscirà ad imporre per l’ennesima volta ricette fondate sul presupposto che il mercato (anzitutto finanziario) è sovrano e le nostre vite al suo servizio.

E noi, precari e precarie, continuiamo ad avere contratti di ogni tipo, con l’unica garanzia di uno sfruttamento costante ed un debito, condiviso con tutti i cittadini e le cittadine del nostro paese. Un debito chiaramente non nostro, che ci chiedono di pagare per soddisfare gli appetiti insaziabili di una divinità onnipotente e dagli umori incostanti: il mercato,  appunto, che sembra placarsi solo con sacrifici umani.

Per noi non sono previste che briciole di uno stato sociale sempre più ridotto all’osso. Altro che workfare: WorkFear, un welfare fatto solo di paura messa al lavoro!

Il Governo Monti, il Suo Governo, si è dato come prossimo impegno quello di convocare un tavolo “con le parti sociali al fine di riordinare il sistema degli ammortizzatori sociali e degli istituti di sostegno al reddito e della formazione continua”.

Cara Ministro, Lei sa benissimo che oggi i cosiddetti lavoratori parasubordinati, coloro che sono iscritti alla gestione separata, tengono in attivo i conti dell’INPS. Secondo le previsioni, l’ammontare medio di una pensione a gestione separata è di 1570 euro l’anno, 130 euro al mese. Come sa bene anche che i collaboratori a progetto non usufruiscono di alcun ammortizzatore sociale, se non nella ridicola formula dell’una tantum sperimentata dal precedente Governo. Con il passaggio generalizzato al sistema contributivo noi, intere generazioni di “intermittenti”, non avremo mai una vecchiaia sostenuta da un reddito minimamente degno. Dopo aver fatto i conti quotidianamente con la giungla della precarietà, passeremo la seconda parte della nostra vita a fare i conti con i deserti della povertà. La riconfigurazione dell’attuale sistema degli ammortizzatori sociali, iniquo ed arretrato, passando per la riforma del sistema previdenziale, creerà inoltre un inevitabile conflitto generazionale.

Non vogliamo tutele contrapposte a quelle di altri, vogliamo rispetto, solidarietà e libertà comune.

Il reddito che voi immaginate minimo e per sostenere la libertà di licenziarci, noi lo vogliamo di base, universale e incondizionato, lavoro o non lavoro, per sostenere la libertà di scelta sulle nostre vite.

Ci siamo interrogati a lungo sul significato delle Sue lacrime, cara Ministro.

Ma la sola cosa che sappiamo, al momento, è quel che fa la differenza: ci sono lacrime, pietistiche e paternalistiche, compatibili col sacrificio dei nostri diritti e dei nostri sogni; e ce ne sono altre scomode, di rabbia, furore e gioia, che non hanno cittadinanza.

Noi precarie e precari, che distribuiamo quotidianamente ricchezza sociale ad un paese che la utilizza non certo per il nostro benessere, il nostro futuro e la nostra felicità, noi “l’Italia peggiore,” oggi riprendiamo la parola sul lavoro, sul reddito, sugli ammortizzatori sociali, sul sistema pensionistico, sulla maternità/paternità, sul welfare, sul modello di sviluppo, sulla vita.

Cordialmente,
San Precario

Natale Precario, Natale Insolvente: San Precario e Santa Insolvenza appaiono in tutta Italia

I regali di Natale del governo Monti sono talmente osceni che San Precario non poteva che rispedirli al mittente e per farlo è apparso e apparirà in molte città italiane, spesso accompagnato da Santa Insolvenza. E per essere ancora più esplicito scrive alla Ministra del Lavoro e del Welfare

Apparizioni:

· Milano: Esselunga di Via Ripamonti in solidarietà con i dipendenti della cooperativa Safra di Pioltello che lavora per Esseleunga nella distribuzione e che per Natale hanno ricevuto una bella letterina di licenziamento dopo essere stati spremuti come limoni. www.precaria.org

· Monza – Brianza: nel pieno della crisi globale nascono in Brianza i Ministeri della Lotta composti da lavoratori, studenti,disoccupati e migranti che hanno deciso di unirsi e organizzarsi per superare la sfiducia nelle istituzioni e farsi artefici del proprio destino. Molto più credibili del farlocco e tanto decantato trasferimento di alcuni ministeri al Nord! Il tutto dopo una giornata di azioni nel centro dello shopping natalizio. http://ministeridellalotta.noblogs.org/

· Bologna: è Santa Insolvenza la vera protagonista che appare per due giorni nelle vie del centro portando il suo contributo all’albero di natale di p.zza Maggiore addobbandolo con messaggi che rivendicano il “diritto all’acqua comune”, quello “al desiderio” e quello “agli spazi”. Ma c’e’ anche la palla con scritta “Merry crisi happy new fear” e quello che avverte: “Noi la crisi non la paghiamo davvero, non e’ uno slogan”. Uno degli addobbi viene appeso anche sulla statua del Nettuno: “Niente lavoro volontario, solo sciopero precario”. Dopo gli addobbi sfilata precaria per le vie dello shopping. La Santa appare anche nei supermercati Coop. http://santainsolvenza.noblogs.org

· Napoli: sono gli operatori sociali a portare le insigne del Santo dei Precari irrompendo nel convegno del PD: aspettano da 12 e alcuni da 24 mesi stipendi da 700/800 euro al mese e chiedono che i tagli alle politiche sociali siano cancellati con emendamento entro Natale. Ma non finisce qui San Precario e Santa Insolvenza sono apparsi in comune rivendicando reddito per devoti e non e promettono che non è finita. http://www.napoliurbanblog.com

· Bari: La Novena del Natale Insolvente durante la Novena devoti in preghiera per invocare la venuta di Santa Insolvenza fino al 25 dicembre , così come era stato profetizzato dalla nomina del Governo Monti. Prima Giornata Santa Insolvenza appare sull’autobus la Santa intercede per farci avere la mobilità. Seconda Giornata Santa Insolvenza appare all’ambulatorio la Santa intercede per farci avere la salute. Terza Giornata Santa Insolvenza appare in teatro la Santa intercede per farci avere la cultura. Quarta Giornata Santa Insolvenza appare alla finestra la Santa intercede per farci avere la casa. Quinta Giornata Santa Insolvenza appare sul cantiere la Santa intercede per farci avere il verde. Sesta Giornata Santa Insolvenza appare al supermercato la Santa intercede per farci avere la spesa. Settima Giornata Santa Insolvenza appare a tavola la Santa intercede per farci avere la mensa sociale. Ottava Giornata Santa Insolvenza appare in bicicletta la Santa intercede per farci avere la strada.

· Palermo: è Natale Precario per il diritto alla casa, per il diritto al reddito, contro i governi delle banche, per il diritto all’insolvenza e l’azzeramento del debito per gli indebitati con Equitalia. http://www.facebook.com/#!/AnomaliaPalermo

Rimanete connessi il Santo e la Santa hanno ancora apparizioni da compiere e le sorprese nella capitale come altrove sono in arrivo …

Infoweb su tutte le azioni: www.sciperoprecario.org – www.precaria.org

Perchè piange il Ministro del Welfare? Lettera aperta al Ministro Elsa Fornero

Perchè piange il Ministro del Welfare? Occupy Christmas #2 from Penelope on Vimeo.

Siamo precarie e precari. Nel lavoro. Nel reddito. Nel welfare. Nei diritti. Negli affetti. Nelle tutele. Nell’accesso ai saperi ed ai consumi. Nell’esercizio della cittadinanza. Nei sogni, nel tempo.

Siamo precari e precarie e non lo abbiamo scelto.

Siamo i milioni di collaboratici e collaboratori a progetto, partite iva, interinali, stagiste e stagisti, lavoratrici e lavoratori in affitto.

Siamo il motore di un’economia in crisi ed al contempo i primi soggetti sacrificabili.

OCCUPY CHRISTMAS – San Precario from ginevra on Vimeo.

Ci può incontrare ovunque: nei call center, nelle agenzie strumentali dei vostri Ministeri, nelle università, nei centri di ricerca, nelle scuole, nei supermercati, nei giornali e nell’editoria, nelle corsie degli ospedali e nelle caserme dei vigili del fuoco. Non esistono luoghi in cui non siamo presenti, perché siamo il frutto delle politiche “per lo sviluppo e l’innovazione” e delle “riforme” del mercato del lavoro realizzate negli ultimi quindici anni da chi ci ha governato e ci governa.

Siamo donne alle prese con una parità di genere tutta apparente, senza tutele, a partire dqalla maternità; siamo migranti che sotto il ricatto del permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro contribuiamo al benessere di questo paese, pagando pensioni che non avremo mai, partecipando ad un sistema che non ci vuole cittadini, mentre un’aria pesante e razzista arma le mani più brutali.

Siamo giovani e meno giovani, intere generazioni precarie costrette a vivere un presente dilatato che non permette di progettare il futuro: giovanissimi diplomati e laureate in un sistema di istruzione e formazione martoriato, vissuti all’ombra della retorica della meritocrazia ma senza un lavoro degno di questo nome; ultra 40enni, iperqualificati e supertitolati, spesso madri e padri di famiglia, costretti a cercare altrove il nostro destino; gli over 50, i reietti, quelli che il mercato del lavoro una volta espulsi considera “vuoti a perdere”.

I nostri figli nascono già precari: per via del debito, del futuro oscuro e di un globo che non sa se sopravviverà ai prossimi anni.

La crisi ha fatto esplodere la precarietà, rendendo incerto il presente anche dei cosiddetti lavoratori “garantiti”. Noi che eravamo le giovani e i giovani in difficoltà abbiamo visto i nostri padri e le nostre madri diventare precari come noi, rischiare di essere licenziati a più di 50 anni e di vedere le loro pensioni sempre più lontane e sempre più misere.

E se una crisi iniziata 4 anni fa e negata nel corso degli ultimi 2 anni è stato il frutto avvelenato del governo Berlusconi e dei suoi ministri “nani e ballerine”, questo governo è certamente più serio e preparato. Lo è talmente tanto che riuscirà ad imporre per l’ennesima volta ricette fondate sul presupposto che il mercato (anzitutto finanziario) è sovrano e le nostre vite al suo servizio.

E noi, precari e precarie, continuiamo ad avere contratti di ogni tipo, con l’unica garanzia di uno sfruttamento costante ed un debito, condiviso con tutti i cittadini e le cittadine del nostro paese. Un debito chiaramente non nostro, che ci chiedono di pagare per soddisfare gli appetiti insaziabili di una divinità onnipotente e dagli umori incostanti: il mercato, appunto, che sembra placarsi solo con sacrifici umani.

Per noi non sono previste che briciole di uno stato sociale sempre più ridotto all’osso. Altro che workfare: WorkFear, un welfare fatto solo di paura messa al lavoro!

Il Governo Monti, il Suo Governo, si è dato come prossimo impegno quello di convocare un tavolo “con le parti sociali al fine di riordinare il sistema degli ammortizzatori sociali e degli istituti di sostegno al reddito e della formazione continua”.

Caro Ministro, Lei sa benissimo che oggi i cosiddetti lavoratori parasubordinati, coloro che sono iscritti alla gestione separata, tengono in attivo i conti dell’INPS. Secondo le previsioni, l’ammontare medio di una pensione a gestione separata è di 1570 euro l’anno, 130 euro al mese.

Come sa bene anche che i collaboratori a progetto non usufruiscono di alcun ammortizzatore sociale, se non nella ridicola formula dell’una tantum sperimentata dal precedente Governo.

Con il passaggio generalizzato al sistema contributivo noi, intere generazioni di “intermittenti”, non avremo mai una vecchiaia sostenuta da un reddito minimamente degno.

Dopo aver fatto i conti quotidianamente con la giungla della precarietà, passeremo la seconda parte della nostra vita a fare i conti con i deserti della povertà.

La riconfigurazione dell’attuale sistema degli ammortizzatori sociali, iniquo ed arretrato, passando per la riforma del sistema previdenziale, creerà inoltre un inevitabile conflitto generazionale.

Non vogliamo tutele contrapposte a quelle di altri, vogliamo rispetto, solidarietà e libertà comune.

Il reddito che voi immaginate MINIMO e PER SOSTENERE LA LIBERTA’ DI LICENZIARCI, noi lo vogliamo DI BASE, UNIVERSALE E INCONDIZIONATO, lavoro o non lavoro, per sostenere la libertà di scelta sulle nostre vite.

Ci siamo interrogati a lungo sul significato delle Sue lacrime, caro Ministro.

Ma la sola cosa che sappiamo, al momento, è quel che fa la differenza: ci sono lacrime, pietistiche e paternalistiche, compatibili col sacrificio dei nostri diritti e dei nostri sogni; e ce ne sono altre scomode, di rabbia, furore e gioia, che non hanno cittadinanza.

Noi precarie e precari, che distribuiamo quotidianamente ricchezza sociale ad un paese che la utilizza non certo per il nostro benessere, il nostro futuro e la nostra felicità, noi “l’Italia peggiore,” oggi riprendiamo la parola sul lavoro, sul reddito, sugli ammortizzatori sociali, sul sistema pensionistico, sulla maternità/paternità, sul welfare, sul modello di sviluppo, sulla vita.

Quest’anno il natale (precario) cade il 22 dicembre

Stay tuned e cerca l’apparizione di San Precario per Roma…

http://www.facebook.com/events/236302856441521/

Quest’anno il natale è precario | Occupy Christmas 22 dicembre 2011

Il Ministro Fornero ha un solo modo di evitare la conversione del Natale in Natale Precario. La lettera dei fedeli di San Precario, che la invitavano a smettere di piangere per dare risposte certe sul mercato del lavoro e le pensioni, l’ha messa in guardia: il 22 dicembre, se alle istanze dei precari non verrà data risposta, San Precario farà la sua apparizione e occuperà il Natale. Già, ma dove?

http://www.facebook.com/events/236302856441521/

Collegato lavoro: non tutto è perduto!

Da Precaria.org. Un anno fa le Camere approvavano il Collegato Lavoro. Una legge/sanatoria per le imprese che colpisce tutti i precari.

Il suo scopo era quello di rendere impossibile l’impugnazione dei contratti atipici (che nella gran parte dei casi sono illegittimi) da parte dei precari, introducendo tempi strettissimi per far valere i loro diritti.

Una volta scaduto il contratto se non lo si impugna entro 60 giorni addio diritti e soldi.

È fin troppo facile immaginarsi i dubbi di chi vive col ricatto del rinnovo: “Se impugno il contratto non me lo rinnovano più, ma se poi non lo rinnovano non posso più impugnarlo?”

La norma è stata congelata fino al 31.12.2011.

Ciò significa che i lavoratori i cui contratti a termine sono già scaduti hanno tempo fino al 31.12.2011 per impugnarli.

Non solo: il termine di 60 giorni a pena di decadenza si applica anche per il caso di trasferimento (da impugnare entro 60 giorni dalla sua comunicazione), di cessione d’azienda (60 giorni dal trasferimento), di appalti simulati (l’enorme galassia delle cooperative).

Ma non è finita qui.

La riforma prevede, anche quando un lavoratore riesca a ottenere la trasformazione del contratto precario in contratto a tempo indeterminato, un tetto al risarcimento che il datore di lavoro deve pagare: al massimo ci paghera’ dodici mesi di stipendio. Questa norma si applica anche a tutte le cause in corso!

Non tutto e’ perduto

E’ arrivato il momento di farglielo pagare.

Restano ancora poche settimane per far causa.

Diamo concretezza alla nostra indignazione.

San Precario non ti chiede tessere ma un contributo in caso di vittoria.

Un anno fa le Camere approvavano il Collegato Lavoro.

Una legge/sanatoria per le imprese che colpisce tutti precari.

Il suo scopo era quello di rendere impossibile l’impugnazione dei contratti atipici (che nella gran parte dei casi sono illegittimi) da parte dei precari, introducendo tempi strettissimi per far valere i loro diritti.

Una volta scaduto il contratto se non lo si impugna entro 60 giorni addio diritti e soldi.

È fin troppo facile immaginarsi i dubbi di chi vive col ricatto del rinnovo: “Se impugno il contratto non me lo rinnovano più, ma se poi non lo rinnovano non posso più impugnarlo?”

La norma è stata congelata fino al 31.12.2011.

Ciò significa che i lavoratori i cui contratti a termine sono già scaduti hanno tempo fino al 31.12.2011 per impugnarli.

Non solo: il termine di 60 giorni a pena di decadenza si applica anche per il caso di trasferimento (da impugnare entro 60 giorni dalla sua comunicazione), di cessione d’azienda (60 giorni dal trasferimento), di appalti simulati (l’enorme galassia delle cooperative).

Ma non è finita qui.

La riforma prevede, anche quando un lavoratore riesca a ottenere la trasformazione del contratto precario in contratto a tempo indeterminato, un tetto al risarcimento che il datore di lavoro deve pagare: al massimo ci paghera’ dodici mesi di stipendio. Questa norma si applica anche a tutte le cause in corso!

Non tutto e’ perduto

E’ arrivato il momento di farglielo pagare.

Restano ancora poche settimane per far causa.

Diamo concretezza alla nostra indignazione.

San Precarinon ti chiede tessere ma un contributo in caso di vittoria.

Ferrovieri sui tetti a Roma

Da Indymedia Roma. 24 novembre. Questa mattina, una quindicina di colleghi e colleghe dell’indotto ferroviario della Wagon Lits hanno occupato una palazzina di proprietà R.F.I. in via Prenestina 137, a fianco dello stabilimento ex snia, a 500 metri da Porta Maggiore.

Questi lavoratori, esasperati da mesi di sciopero bianco che ha messo a dura prova l’effettuazione dei treni notturni, stanno ricevendo 800 (Ottocento!) lettere di licenziamento.

Dopo essersi, inutilmente, rivolti a sindacati che non vedono, non sentono, non parlano, hanno deciso di agire in proprio, occupando la palazzina ed arrampicandosi sul tetto.

Sono stato a trovarli questa sera, mentre stavano mangiando una pizza, insieme ad un compagno di Radio Onda Rossa, e li ho trovati decisi e combattivi nel portare avanti la loro battaglia contro i licenziamenti e per l’accorpamento in Trenitalia.

Ora si tratta di dimostrare, come ferrovieri innanzitutto, ma anche come “società civile”, che stiamo al loro fianco, sforzandoci di far conoscere, in ogni modo, la loro lotta.

Loro hanno già chiamato le organizzazioni sindacali confederali, con scarsi risultati.

Il tg3 li ha già intervistati e domani venerdi’ 25 novembre dovrebbe mandarli in onda.

Dobbiamo cercare di far diventare la loro lotta una lotta di tutti, e di tutta la città.

Gli ho consigliato di andare domani all’assemblea nazionale sulla sicurezza alle 17.30 in via Galilei, per chiedere espressamente la solidarietà dei ferrovieri e delle organizzazioni sindacali tutte alla loro lotta.

Chiunque può, li passi a trovare, a loro fa certamente piacere.

Pino

 

Ferrovieri e pendolari sfiduciano Moretti. Lunedì 28 novembre tutti a Tiburtina.