Carcere - I detenuti di Varese proseguono la lotta

da bello come una prigione che brucia - trasmissione di radio blackout

I detenuti nel carcere di Varese hanno deciso di proseguire la protesta contro il sovraffollamento attuando uno sciopero della fame a tempo indeterminato, alternandosi a cicli di tre giorni tra i diversi piani della struttura detentiva. La mobilitazione nazionale era partita lo scorso 15 maggio da Regina Coeli, propagandosi successivamente in moltissime altre carceri con diverse modalità: sciopero della fame a staffetta, sciopero del vitto o del sopravvitto, blocchi del lavoro intramurario e battiture. La mobilitazione è stata, fin dal principio, connessa all'iniziativa di M. Pannella che ha concluso lo sciopero della fame la scorsa settimana dopo aver ricevuto l'attenzione del presidente della repubblica; superfluo osservare come un provvedimento di amnistia non attualmente sia tra le priorità della politica. Tutte le principali mobilitazioni collettive intraprese dai detenuti negli ultimi anni, a partire dalla lotta degli ergastolani nel 2007, hanno trovato sponde istituzionali in associazioni e partiti, che nei fatti ne hanno dettato i metodi e i tempi. Anche in questo caso, la visibilità e l'organizzazione di esponenti della politica oltre ad aver contribuito indubbiamente alla diffusione della protesta, ha mantenuto la mobilitazione nell'ambito della gestibilità da parte del sistema. Le sponde istituzionali, le stesse che in altre sedi contribuiscono alla creazione di quelle condizioni sociali economiche e repressive che generano e giustificano il carcere, nelle lotte all'interno apparato detentivo ricoprono un ruolo funzionale al mantenimento di soglie tollerabili di disordine, e forse soprattutto di gestione delle speranze e della rabbia dei reclusi.  
Vista la conclusione dello sciopero della fame di Pannella, il fatto che ci siano detenuti come quelli del carcere di Varese che continuano a lottare, è sicuramente un importante segnale di autonomia. Così come sono fondamentali tutte le forme di concreta e genuina solidarietà da parte di realtà nemiche dell'esistente, in grado di portare avanti una critica al carcere che vada oltre il volerlo riportare a livelli di costituzionalità.

La notizia è stata diffusa da un comunicato di solidali che potete consultare al link sottostante:

http://lombardia.indymedia.org/node/40271

Ven, 29/07/2011 – 15:32
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