6 dicembre 2007 – 6 dicembre 2008: la strage continua…

il  6 dicembre 2008, si è tenuto un presidio a Piazza del Gesù, in occasione dell’anniversario della strage alla ThyssenKrupp di Torino, nella quale sono morti 8 operai.
Si continua a parlare di problemi di sicurezza nelle fabbriche, di rispetto delle normative, mentre i morti sul lavoro sono più di quattro al giorno e in risposta a questi solo ipocriti messaggi di cordoglio.
I governi, sia di centrodestra che di centrosinistra, negli ultimi anni hanno garantito al padronato la possibilità di frammentare la classe, attraverso la legge 30 e il pacchetto Treu, aumentando così lo sfruttamento e i propri profitti.
Intanto si continua a morire di lavoro, soprattutto quando il rispetto della sicurezza vuol dire rallentare la produzione.

Non è più possibile restare zitti di fronte ad un sistema che produce crisi, morte e sfruttamento!
Basta morti sul lavoro!
Lottiamo uniti!

Movimento di Giurisprudenza Federico II
Assemblea Permantente Lettere e Filosofia Federico II
Orientale Occupata/Liberata

Qui di seguito il volantino del presidio:

6 dicembre 2007 – 6 dicembre 2008: la strage continua…

Oggi, 6 dicembre 2008, siamo in piazza per ricordare la strage avvenuta alla ThyssenKrupp, multinazionale degli acciai di Torino, nella quale sono morti 8 operai a seguito di un incendio. La motivazione subito data è stata la scarsa manutenzione degli estintori; ma com’è possibile che non vi sia stata attenzione rispetto a strumenti di sicurezza così importanti all’interno di una acciaieria? Le indagini sono terminate con il rinvio a giudizio dei capi dell’azienda per omicidio volontario; di certo non troveranno alcun colpevole, proprio com’è accaduto a seguito della strage di Porto Marghera.
A seguito delle continue morti, più di quattro al giorno, la stampa e le istituzioni hanno rilevato il problema della sicurezza nelle fabbriche. Ogni giorno siamo costretti ad ascoltare accorati quanto ipocriti messaggi di cordoglio. Il problema della sicurezza non è dovuto alle fabbriche o ai cantieri dove la sicurezza non esiste, quando è in realtà la vita dei lavoratori ad essere subordinata solo alla produttività volta al profitto del padronato.
Le aziende oggi come ieri, volontariamente riducono i livelli di sicurezza, che altrimenti rallenterebbero i tempi di produzione, aumentando così lo sfruttamento e serrando i tempi in favore dei guadagni dei soliti. Sarebbe impossibile enumerare tutti coloro che hanno perso la vita per portare a casa il pane. Si muore sul lavoro non per migliorare le proprie condizioni di vita, ma per la ricchezza degli imprenditori. L’opera certosina dei governi (tanto di centrodestra che di centrosinistra) ha determinato una destrutturazione del mercato del lavoro (pacchetto Treu, legge 30), che frammenta la classe e rende sempre più flessibili le condizioni di lavoro.
Ogni giorno i lavoratori si sacrificano, si rendono duttili alla produttività, sostengono ritmi massacranti, pur di non essere messi alla porta da un padrone.
Solo una settimana fa alla stazione di Napoli a piazza Garibalidi, moriva folgorato Ciro Cozzolino, un giovane operaio addetto alla manutenzione per una ditta esternalizzata a Trenitalia.
Non è più possibile restare zitti di fronte ad un sistema che produce morte e sfruttamento tutti i giorni; è per questo che noi saremo in piazza il 12 con i lavoratori allo sciopero generale, ricordando che non si tratta di un giorno qualsiasi, ma è la data di commemorazione della strage di Piazza Fontana del 1969, che ha aperto 30 anni di strategia della tensione, strategia fatta di stragi e colpi di stato, i cui colpevoli non hanno mai pagato, perchè legati ad un progetto statale di terrore.

LOTTIAMO UNITI.
IL SOLO TERRORISMO E’ QUELLO DEL PADRONE.

MOVIMENTO DI GIURISPRUDENZA
ASSEMBLEA PERMANENTE LETTERE E FILOSOFIA

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