Fai la valigia…

"Fai la valigia", così il flash mob trasloca in un   appartamento“Fai la valigia”, così il flash mob
trasloca in un appartamento

Da mobilitazione di gruppo a party privato. L’iniziativa provocatoria di studenti e precari partita dal web raggiunge i muri della città e si trasforma in festa. Previste nuove “puntate” GUARDA Il video
Una grande borsa rosa con una scritta “Fai la valigia”. Manifesti e adesivi con questo logo ormai se ne vedono in tutta Roma, dai muri di San Giovanni ai cartelli stradali di Trastevere. È la nuova provocazione di un gruppo di ragazzi, studenti e precari di tutta Italia, che vivono e lavorano a Roma, hanno trent’anni, fanno difficoltà a pagare un affitto ma non vogliono sentirsi chiamare “bamboccioni”.  Gli “amici” sul gruppo Facebook che hanno creato si moltiplicano di ora in ora e in pochi giorni sono arrivati a più di mille. Tutti pronti, metaforicamente, a “fare la valigia”.

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Neuromarketing

( Due parole prima dell’entusiasmante articolo – si fa per dire – che segue. La precarietà sociale può essere considerata da diversi punti di vista. Ad esempio può essere pensata come il risultato della vittoria del capitale sul lavoro. Una visione dal linguaggio poco attuale, ma sicuramente pregna di verità. Oppure la precarietà può essere intesa come la vittoria del profitto delle aziende sulla vita delle persone, che è una declinazione un poco diversa dalla precedente O ancora: un’anomalia italiana, una degradazione dell’idea di flessibilità, un fenomeno congiunturale, una neoproletarizzazione della società e via così’ . Chi legge questo sito, chi segue le vicende della mayday, le lotte dei precari, anzi “la passione” dei precari  conosce perfettamente le nostre idee.  Che non ripeteremo ora. Vi è però un aspetto, una sfumatura che dobbiamo sottolineare. La precarità è dilagata  nel momento in cui ci hanno fatto credere che essere consumatori equivalesse ad essere liberi, soddisfatti e realizzati.

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Sembrerebbe….ma no

A leggersi il titolo della recensione su il sole24, di gianfranco Fabi leggi qui del nuovo libro di Treu e Ceruti, Organizzare l’altruismo, verrebbe subito da esclamare: perbacco!  “Vietato illudersi: un nuovo welfare per il dopo crisi”.  Niente di più e niente di meno: il problema e la soluzione in una frase. Per dare un taglio alla crisi è necessario ridare dignità al welfare. E’ chiaro, o per lo meno lo sembra. Addentrandosi invece nella lettura cotanto stupore si tramuta subito in delusione. Certo, questo testo vuole essere una recensione del libro sopra citato, eppure non sembra esserci niente di significativo. In pratica si afferma che



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Norma salva-Atesia: cocopro fregati! Un commento a caldo

Questo dimostra come l’utilizzo fraudolento dei decreti legge per aggirare le norme precedenti sia oramai prassi: in materia di giustizia, elezioni, lavoro ma non solo. E’ chiaramente l’impianto complessivo a fare acqua da tutte le parti. Il pacco Treu e la legge (dei) 30 (denari) si dimostrano per quello che sono e che volevano essere: non una riforma del lavoro, come qualche buontempone ci voleva fare credere, ma lo smantellamento complessivo dell’impianto giuridico che ha regolato i difficili equilibri fra capitale e lavoro dagli anni settanta. Un’impianto giuridico che sosteneva ed era sostenuto da una particolare idea di civiltà, che ci piacesse o no, che affermava che il profitto delle aziende e gli interessi dei lavoratori potessero comunque trovare un’accordo.


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Aggiornamenti dal Cile

di Monica Quilodran

Santiago, 2 marzo 2010.

Il quotidiano cileno “La Tercera” riporta i risultati delle analisi del Jet Propulsión Laboratory (JPL) della Nasa sul terremoto di magnitudo 8.8 che ha colpito il Cile lo scorso fine settimana. Secondo quanto illustrato del geofisico statunitense Richard Gross, il sisma non ha modificato solo la geografia di alcune aree del paese, ma ha provocato addirittura un cambio a livello planetario, a causa di uno spostamento di 8 centimetri dell’asse di rotazione terrestre, che ridurrà la lunghezza del giorno di 1,26 milionesimi di secondo.

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