Salari e consumi: è debacle

Vi segnaliamo una ricerca (sotto) fatta dall’Ires cgil oramai “vecchia” di un anno e nel medesimo tempo vi rimandiamo a questo articolo fresco fresco. Il quadro d’insieme è chiaro. La precarietà trasforma l’Italia. Ai redditi da lavoro, quelli sudati per intenderci, tocca una quota di ricchezza sempre minore. I profitti invece vanno a gonfie vele alla faccia della crisi. Il potere d’acquisto dei salari scende mentre il 10% della popolazione si spartisce il 50% della ricchezza nazionale. Le valutazioni dei dati dello studio dell’ires cgil sono spassose. Il crollo del potere d’acquisto, si legge, è dovuto a “l’inflazione programmata a metà di quella effettiva [..] i ritardi nei rinnovi contrattuali, la mancata restituzione del fiscal drag, la scarsa redistribuzione della produttività e, soprattutto, le distorsioni del sistema fiscale… ” Pazzesco! In altre parole scopriamo che una buona fetta di responsabilità cade sulla cgil stessa cgil che nel ‘ 93 firmò il patto sociale per lo sviluppo e l’occupazione che fra le altre cose – una volta abolita la scala mobile – agganciava i salari all’inflazione programmata (sempre minore di quella reale) e allungava la durata dei contratti nazionali da due a quattro anni. Con Treu del 97 il pacco è servito. Con l’istituzionalizzazione della precarietà il lavoratore si trova in una situazione di debolezza rispetto  alle imprese. Ad essere sacrificate sono le nuove generazioni, ma nel breve periodo grazie ad un’ondata inflazionistica senza precedenti tutti – ma proprio tutti! – coloro che vivono del proprio lavoro si ritrovano ad essere più poveri. Non c’è molto da aggiungere…..

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I nomadi del nucleare

Tommaso Basevi ci ha girato un suo interessante articolo uscito su “Alias” (supplemento de “Il Manifesto”) e che pubblichiamo volentieri.

Li chiamano “ jumpers “: i saltatori. Oppure i “nomadi del nucleare”. Sono lavoratori senza fissa dimora, che percorrono la Francia inseguendo una chiamata. Dormono in campi roulottes alle porte delle centrali nucleari, pronti a intervenire per i lavori più rischiosi: manutenzione idraulica, meccanica, pulizia dei macchinari ad alto tasso di radioattività. Per 50 anni nessuno si è mai interessato a loro. Invisibili. Fagocitati dal silenzio, aspirati dal reattore. Oggi le loro voci cominciano a farsi sentire alzando il velo su tante menzogne propagandate come verità scientifiche. Un documentario (“R.A.S – Nucléaire. Rien à signaler” di Alain de Halleux, distribuito da Iota Production e Crescendo films) alcuni romanzi “sociali” di cui uno, “La Centrale” (Elisabeth Filhol, edizioni P.O.L) che, a sorpresa, ha scalato le classifiche delle vendite Oltralpe e che sarà prossimamente tradotto anche in italiano.

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Che lusso!

Le regole della “loro” economia sono chiare. Affinchè ci sia Lo Sviluppo i ricchi devono poter essere ancora più ricchi. In qualche modo questo favorisce anche i poveri. E’ per questo che la crisi la devono pagare questi ultimi. Ed è per questo che gli ambienti dell’economia e della politica ci tengono molto ad aiutare le imprese in difficoltà piuttosto che soccorrere i lavoratori licenziati, non rinnovati, indigenti. In fondo queste regole ci dicono appunto che questo modo di procedere è quello che favorisce tutti. Come si suol dire: il lusso è grande ed il ricco è il suo profeta!


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Articolo 18, Napolitano non firma. Troppi dubbi sull’arbitrato

Il presidente rimanda alle camere il ddl del governo. In fondo in fondo tutti se lo aspettavano. La motivazione è chiara: il testo è un pasticcio unico e introduce l’arbitrato in modo così  platelale da non poter essere accettato neanche dal Timidone del Quirinale. In un paese in cui si è abituati a far firmare le dimissioni in anticipo (per tutelare la parte debole, l’imprenditore, costretto a subire le angherie continue dei lavoratori) una norma del genere avrebbe sostituito de facto il giudice con “l’arbitro”. E lo sanno tutti che l’arbitro è un venduto. In ogni caso, per quanto la notizia sia positiva, c’è poco da sperare per il futuro. Si vede lontano un miglio che Napolitano non è un grande giocatore di ping pong; anzi, non è un grande punto e basta. Tempi cupi ci attendono.Ancora più cupi

Il presidente della Repubblica stoppa il testo che disciplina i rapporti di lavoro varato dal governo
Era previsto che già nel contratto di assunzione, in deroga dai contratti collettivi, si possa stabilire il ricorso all’arbitro

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Fuori Fiera

Lavorare nell’editoria oggi

Venerdì 26 marzo h 15.30 Libreria Modo Infoshop
Via Mascarella 24/b, Bologna

Tavola rotonda promossa da ReRePre (Rete dei Redattori Precari)
In collaborazione con Radio Articolo 1, che trasmetterà l’evento in diretta in fm

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