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Il 15 ottobre le moltitudini d’Europa e del Mediterraneo scenderano in piazza per protestare contro le politiche d’austerità imposte dagli speculatori internazionali e dalle istituzioni economiche (FMI, BCE, ECOFIN) che li sorreggono.
In quella giornata scenderemo in piazza a Roma contro la finanziaria e le politiche di precarizzazione del governo che colpiscono per l’ennesima volta lavoratori, precari, migranti, disoccupati e pensionati.
Lo faremo con le più diverse modalità, con determinazione, dicendo che non ci rappresenta nessuno, che non pagheremo un debito che non abbiamo contratto e che non abbiamo nulla da difendere ma tutto da conquistare.
Per discutere dei contenuti, della preparazione della giornata del 15 ottobre e le sue declinazioni sui territori metropolitani milanesi nei giorni precedenti ci vediamo mercoledì prossimo 28 settembre alle ore 21.00 in un’unica assemblea presso l’Arci Corvetto, via Oglio 21 Milano.
Le due assemblee svoltesi il 21 e il 22 settembre: per un coordinamento metropolitano verso il 15 ottobre
Il punto di vista precario e il 15 Ottobre.
Da Genova, il 23 luglio, avevamo scritto che avremmo partecipato all’hub meeting proposto da Democracia Real Ya dal 16 al 18 prossimi a Barcellona contribuendo così alla “preparazione della giornata di mobilitazione globale del 15 ottobre, quando scenderemo in piazza contro le politiche di austerity, a partire dalla legge di bilancio appena approvata e contro la gestione autoritaria e bipartisan della crisi che i poteri finanziari e i governi trasversali del neoliberismo ci vorrebbero imporre nel silenzio”. E scrivevamo, anche, che in autunno avremmo lanciato “una campagna popolare di respiro europeo per il diritto al reddito incondizionato e di base, che ridia voce alle rivendicazioni delle generazioni precarie”. Soprattutto, annunciavamo che ci saremmo rivisti “il 24 e il 25 settembre a Bologna per la Costituente dello sciopero precario, una grande assemblea aperta a tutti i lavoratori e le lavoratrici, nativi e mi granti, così come a movimenti, sindacati, attivisti”, per “discutere insieme di come riprendere in mano e rinnovare la pratica dello sciopero nell’era della precarietà”, su obiettivi chiari: “un reddito di esistenza incondizionato; un nuovo welfare basato sui diritti e sull’accesso a servizi e beni comuni materiali e immateriali; il diritto all’insolvenza; la rottura del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro”.
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