pubblicato il 17.03.13
Milano In 10 mila per Dax ·
In 10 mila per Dax
domenica 17 marzo 2013
L�??antifascismo resta uno dei pochi collanti del movimento. Per ricordare Dax sono arrivate a Milano 10 mila persone: da tutti i centri sociali lombardi, bus da Roma, Bologna, Firenze, Taranto, Torino, un centinaio di Antifa da Berlino e Colonia, qualche greco.
Un corteo militante, con tante lotte sociali dentro: per la casa, la scuola pubblica, la difesa dei territori (no tav, no expo, no tem), lo sport popolare, l�??antirazzismo.
All�??incrocio tra corso san gottardo e via tabacchi la mini zona rossa impiantata dalla polizia regge l�??urto dei caschi black della coda del corteo. Lì, in via tabacchi, c�??è il commissariato di zona da cui sono uscite le volanti la notte del 16 marzo 2003. La coda black del corteo lancia di tutto contro le grate e i blindati messi a protezione del commissariato. Che rimangono lì. Il resto lo fanno i lacrimogeni della celere (lacrimogeni in ticinese se ne erano mai visti?).
Il corteo non si scompone, passa dal maledetto angolo di strada in via Brioschi dove Dax fu ucciso a coltellate 10 anni fa.
Le vie strette in ticinese esaltano il colpo d�??occhio: un corteo dei centri sociali così numeroso non lo si vedeva da anni.
Le vetrine delle banche vengono giù in corso di porta romana: tutte, dall�??incrocio con via santa sofia fino a medaglie d�??oro. Un rito quasi, che a differenza del 15 ottobre romano non finisce nel fuoco. La celere guarda a distanza, ed è meglio per tutti. Caricare avrebbe voluto dire guerriglia.
In corvetto vengono riaperte 6 case di quelle che l�??Aler tiene chiuse e murate murate: ci vivranno famiglie del quartiere. La lotta per la casa è stato uno dei temi cardine del corteo. Poi gli altri spezzoni: studenti, red skin, palestre popolari, difesa del territorio, antirepressione.
�??E�?? andata�?� dicono i più vecchi del movimento milanese a fine giornata. E Il movimento antagonista dovrebbe ripartire anche da qui, da queste 10 mila persone che, e non era scontato, hanno voluto esserci, nonostante scazzi e divisioni, pratiche diverse e obbiettivi differenti. Ma quei temi, quelle lotte sociali materializzate oggi in piazza, sono la base comune per un 2013 fuori dalla depressione dell�??austerità.
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