pubblicato il 8.09.14
Lega Nord, l’estrema destra ora parla «padano» ·
Saverio Ferrari, 4.9.2014
Lega nord. La torsione radicale di Matteo Salvini ha attratto nell�??orbita del Carroccio sia Casa Pound che Forza Nuova
L�??estrema destra in Italia si sta ridisegnando. Un processo in realtà in atto da tempo. L�??esito delle ultime europee ha però impresso un�??accelerazione decisa e cambiato il corso delle cose. L�??elemento di forte novità consiste nell�??ultima mutazione della Lega Nord che nei fatti sta sostituendo le altre destre (da Forza Italia a Fratelli d�??Italia) nello storico ruolo di garanti per la galassia neofascista nei termini di coperture istituzionali, sdoganamenti e alleanze elettorali.
Sotto la guida di Matteo Salvini la Lega ha ripreso vigore invertendo un trend pesantemente negativo.
Centrale da questo punto di vista è stata la decisa virata a destra, una sorta di torsione radicale che ha oscurato tutti gli altri progetti coltivati nella precedente gestione maroniana, dall�??idea di una macroregione del Nord all�??ipotesi dell�??attuale sindaco di Verona, Flavio Tosi, incentrata su un nuovo partito tipo Csu bavarese, regionalista e conservatore, da collocare nell�??ambito del centro-destra, superando in prospettiva la stessa Lega.
La svolta è consistita, in primo luogo, nel recupero pieno di tutti i temi di impianto razzista che avevano caratterizzato il partito al tempo del congresso di Assago. In quell�??occasione, era il 2002, si assunsero ufficialmente da parte di Umberto Bossi tutti i tratti tipici di una formazione di estrema destra, dal rifiuto della «società multirazziale» alla «difesa della cristianità minacciata dall�??invasione extracomunitaria». La «Padania», in quel contesto, quasi diveniva �??una cittadella assediata�?� entro cui arroccarsi. In compenso ai migranti si addebitava la responsabilità di ogni male, dalla crescita della criminalità al dilagare delle droghe e della prostituzione, fino al diffondersi di malattie vecchie e nuove.
La lettura di tipo apocalittico, si vedano le conclusioni di quel congresso, si sostanziava in un atto di accusa finale nei confronti dei «poteri forti» e delle lobby finanziarie intente a manovrare, secondo una visione complottista, i flussi migratori per sradicare le tradizioni culturali e religiose di interi territori, in primis delle regioni nordiche. Nel rideclinare da parte di Salvini queste ossessioni razziste si è però provveduto a cambiare i destinatari del messaggio, non più circoscritti ai «padani» ma comprendenti l�??insieme degli italiani.
Una svolta di tipo �??nazionalista�?� con la quale la Lega si è presentata alle europea, ribadita, pur con qualche articolazione, al recentissimo congresso straordinario di luglio a Padova. In ciò un elemento di indubbia novità. Per la prima volta nella sua storia la Lega ha tenuto e organizzato in una campagna elettorale iniziative nelle regioni del centro-sud. In prima fila lo stesso segretario. Anche il taglio degli slogan è mutato per indicare il nuovo corso: «Basta tasse, basta immigrati, no Euro, prima gli italiani!». La traduzione in pratica delle posizioni del Front national francese con il quale il partito di Salvini ha stretto un�??alleanza in occasione del voto. Da qui il superamento del secessionismo (vedremo fino a che punto) che ha fortemente impattato nel mondo dell�??estrema destra, che incapace di presentare proprie liste è rifluito in larga parte in quelle della Lega. �? stato il caso di Casa Pound, che ha sostenuto apertamente nel centro Italia la candidatura di Mario Borghezio, poi eletto con poco più di 5mila preferenze.
L�??azione della Lega nei prossimi mesi si incentrerà sul rilancio dei �??forconi�?� da porre, questa volta, sotto le sue ali. Diversi sono stati gli annunci in questa direzione. L�??idea è quella di una rivolta fiscale, da Nord a Sud, anche come leva per la costituzione di nuovi soggetti associativi e politici locali da federare alla Lega stessa, magari, come preannunciato, con nel simbolo l�??Alberto da Giussano. Già si parla di �??leghisti�?� siciliani, calabresi o della Tuscia. In questo quadro il deposito in Cassazione a fine giugno di 3 milioni di firme in calce alla richiesta di 5 referendum accompagnerebbe su scala nazionale questa campagna. A far da traino nella raccolta delle sottoscrizioni è stata indubbiamente la cancellazione della �??legge Fornero�?�, anche per richiedere lo stop ai concorsi aperti agli immigrati e la soppressione di due leggi invise ai fascisti, la legge Merlin e soprattutto la legge Mancino con il reato di istigazione all�??odio razziale, etnico e religioso.
A finire nell�??orbita della Lega è anche Forza nuova, attraverso un percorso diverso. Il partito di Roberto Fiore è in forte difficoltà. Tutti gli obiettivi prefissati sono stati mancati, anche in modo clamoroso, dalle politiche del febbraio 2013 (0,26%) alla non presentazione alle europee di maggio data l�??incapacità di raccogliere le firme. L�??idea di contendere da destra, in particolare sui temi dell�??immigrazione e dell�??uscita dall�??euro, consensi alla Lega, si è risolta in una débacle. Da qui un�??emorragia, ancora in corso, specie al nord, di quadri e militanti proprio verso Salvini, con la chiusura spesso di sezioni storiche. Non indifferenti, in questo scenario, anche l�??accumularsi di debiti e le accuse a Fiore di gestione verticistica. Per tutti l�??approdo si sta sostanziando nell�??adesione all�??associazione Patriae, costituita da un ex esponente de La Destra, Alberto Arrighi, finanziata dalla stessa Lega, la cui funzione, al momento, sembrerebbe proprio quella di ospitare singoli militanti e realtà collettive provenienti dal neofascismo in crisi.
Il sostanziale fallimento di chi pensava di poter trapiantare in Italia esperienze come Alba dorata o Jobbik si sta nei fatti risolvendo guardando alla �??nuova�?� Lega. Anche alcuni vecchi �??arnesi�?� sembrerebbero interessati. Non a caso due tra i principali protagonisti della strategia della tensione, Stefano Delle Chiaie, l�??ex capo di Avanguardia nazionale, e Mario Merlino, noto provocatore, nonché esperto in infiltrazioni, nel tentare di rieditare, pur solo in forma associativa, la vecchia sigla di An, hanno provveduto a omaggiare ostentatamente il �??vecchio camerata�?� Borghezio.
Un panorama nuovo, quello che si sta delineando, destinato a incidere in profondità nell�??estrema destra. La prima verifica sarà il 18 ottobre quando a Milano sfileranno in un corteo nazionale, promosso dalla Lega «Contro gli immigrati», tanto i leghisti quanto tutte le principali sigle del neofascismo.
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