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pubblicato il 12.12.11
G.Borromeo, Il Morbo di K che gabbò le SS
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Secondo un proverbio talmudico �??Chi salva una vita, è come se avesse salvato il mondo intero�?�, perché esso sussiste soltanto per merito delle azioni dei Giusti (uomini e donne) che vivono in mezzo a noi, tra le nazioni del mondo. In queste pagine c�??è la storia del prof. Giovanni Borromeo (1898-1961), medico, dal mondo ebraico riconosciuto �??Giusto�?� fra le Nazioni, il 2 marzo 2005.
Figlio del medico romano Pietro e nipote di un altro medico, di famiglia di lontana origine milanese, già iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia presso l�??Università di Roma, a diciotto anni, appena compiuti, parte per la Grande guerra, dalla quale ritorna con una medaglia di bronzo al valor militare. L�??esperienza bellica non gli impedisce di laurearsi con 110 e lode e Premio Girolami, ad appena ventidue anni. A trentuno anni vince il concorso degli Ospedali Riuniti di Roma quale Primario Medico. Antifascista, avendo rifiutato di prendere la tessera del Partito, gli è negata l�??assegnazione del posto.
Nella primavera del 1934 avviene l�??incontro che cambierà la sua vita professionale; conosce il Priore dell�??Ordine Ospedaliero San Giovanni Calibita, Fra�?? Maurizio Bialek, un polacco coraggioso e dalla vista lunga.
A Roma, sull�??isola Tiberina esisteva ancora l�??Ospedale fondato nel �??500 (Fatebenefratelli) ormai ridotto a un cronicario con pochi vecchi malati. L�??idea di Fra�?? Maurizio è semplice: recuperare l�??antico Nosocomio per farne una delle più efficienti strutture della Capitale. La proposta al giovane Primario è questa: �??Tu hai il titolo e non hai il posto, io ho il posto e non ho medici, se ci mettiamo insieme possiamo riuscire nel progetto�?�. L�??unica condizione posta dal prof. Borromeo, nell�??accettare, è che non si badi a spese, per dotare l�??antico Ospedale di tutte le strutture, i macchinari e il personale che egli stesso riterrà occorrenti. Non c�??è problema, perché proprio da questa condizione Fra�?? Maurizio ha conferma di non aver sbagliato nella scelta.
Durante l�??occupazione nazista, con rischio della vita e in osservanza al Giuramento d�??Ippocrate, il prof. Borromeo riesce a salvare la vita di oltre un centinaio di ebrei romani, inventando una malattia per la quale ricoverarli, che chiamerà Morbo di K (K sta indifferentemente per Kesserling o per Kappler), con i suoi sintomi, il suo decorso, il temuto contagio (pericolosissimo!), gli eventuali esiti permanenti. Solo un medico veramente padrone della scienza può arrivare a tanto, al punto da sostenerne l�??esistenza anche in contraddittorio con altri medici.
Una mattina di fine ottobre 1943, un ragazzino arriva di corsa in Ospedale, chiedendo del Primario: �??Stanno arrivando due camion di tedeschi per circondare l�??intera struttura e controllare i malati�?�. Subito dopo, arriva uno dei due camion, che sosta in attesa del secondo che inspiegabilmente tarda.
Ricoverati nel reparto �??K�?�, oltre a un numero consistente di ebrei ci sono anche diversi polacchi sfuggiti alla prigionia tedesca, che non conoscono una sola parola d�??italiano. Il primo camion riparte alla ricerca del secondo che arriva poco dopo. La perfetta organizzazione tedesca pare essersi inceppata. Ci vuole più di mezz�??ora prima che entrambe le squadre siano pronte al blitz. Tutto ciò è un insperato vantaggio per il prof. Borromeo che passa in rassegna tutti gli affetti dal morbo: �??Non dite una parola nemmeno se interrogati, ci penso io, abbiate fiducia�?�. Con i polacchi fa da interprete Fra�?? Maurizio.
Ora le SS sono pronte, circondano e presidiano l�??Ospedale. Insieme all�??ufficiale in uniforme nera ce n�??è un altro, un medico della Wehrmacht e un interprete altoatesino. Scrive l�??Autore di queste pagine, figlio del prof. Borromeo: �??Papà li accoglie con il miglior sorriso che riesce a sfoderare. Parla fluentemente la loro lingua che ha studiato fin da bambino e che ha perfezionato in seguito�?� Comincia un�??accurata ispezione. La gravità del Morbo di K è scientificamente illustrata. Papà ne descrive i sintomi, l�??estrema incertezza di una possibile guarigione, il terribile contagio che lo accompagna, i gravi esiti permanenti. Mostra le cartelle cliniche e chiede all�??ufficiale medico di visitare egli stesso i malati, ma il quadro che ne ha fatto terrorizza i tedeschi che cominciano a tenersi alla larga dai degenti�?� Di fatto poco dopo se ne vanno. Papà mi dirà in seguito che, per fortuna, quel medico non era un genio. Ma questo è tipico della sua modestia: il genio era lui�?�.
Il prof. Borromeo partecipa anche alla Resistenza, installando insieme a Fra�?? Maurizio, negli scantinati dell�??Ospedale, una radio ricetrasmittente clandestina, in continuo contatto con i partigiani operanti nel Lazio e soprattutto con il suo amico Generale Roberto Lordi (del quale è medico personale). Questi coordina le truppe italiane sparse, organizzandole per la Resistenza e rifornendole di armi e munizioni. Il Generale viene arrestato dai tedeschi per un suo atto di generosità: il 17 gennaio 1944 si presenta spontaneamente alle carceri di via Tasso, insieme al Generale Sabato Martelli Castaldi (nome in codice �??Tevere�?�)per scagionare il proprietario del polverificio �??Stacchini�?�, dove entrambi lavoravano. I due generali erano stati allontanati dall�??Aeronautica militare, per avere segnalato per via gerarchica le deficienze e le disfunzioni dell�??organizzazione. Finirono nelle Fosse Ardeatine. Entrambi Medaglia d�??oro alla memoria.
Poco tempo dopo l�??arresto del Generale Lordi, alle sette e mezza di mattina, a casa Borromeo arriva una telefonata. Una voce con forte accento tedesco chiede del Professore. �? il comando di via Tasso. A rispondere è la moglie: �??Mi dispiace è già uscito�?�. Dall�??altra parte del telefono: �??Bene, veniamo a prenderlo, lo aspetteremo�?�. Ricorda ancora il figlio: �??Papà afferra la cornetta: stavo uscendo, vi aspetto. Teme rappresaglie per la famiglia. Non può non andare�?� al portone c�??è già la pattuglia delle SS in attesa�?� A via Tasso papà scopre il perché della convocazione: il Generale Lordi è malato di cuore e ha chiesto del suo medico. Data la sua posizione di alto ufficiale, gli è stato concesso�?� Papà ottiene di visitare privatamente il proprio paziente. Appena soli, Roberto Lordi gli sussurra: mi tortureranno e io non so se riuscirò a non fare i nomi di tutti e tu devi impararli a memoria con gli indirizzi, i recapiti, tutto, devi avvertirli che si mettano in salvo al più presto. Papà intanto lo visita perché potrebbero essere spiati. Si salutano con una stretta di mano. Tutti vengono immediatamente avvertiti e fuggono�?�.
Con la liberazione di Roma e con l�??arrivo degli Americani, l�??Ospedale Fatebenefratelli, ormai dimessi i pazienti affetti dal Morbo di K (tutti guariti), torna alla sua normale attività.
Al prof. Borromeo verranno rilasciati attestati di benemerenza dalla Comunità Israelitica Romana e da quella nazionale; verrà insignito della Croce al Merito dell�??Ordine di Malta e gli sarà anche conferita la Medaglia d�??Argento al Valore, con questa motivazione: �??Durante la seconda guerra mondiale e nel periodo clandestino volle dedicare ogni sua dote di illustre e valoroso clinico a curare partigiani, patrioti ed ebrei ricercati dalla polizia nazifascista unendo a un raro disinteresse un così spiccato ed elevato spirito di sacrificio da essersi fortemente esposto a gravi e non pochi pericoli. Il suo contributo alla causa della libertà si estese entusiasticamente anche extraprofessione, partecipando in diversissimi campi all�??opera altrettanto pericolosa e benefica di dare e far dare asilo, sostegno e conforto morale a tanti perseguitati, contribuendo alla disgregazione materiale e morale del nemico�?�.

Fonte: anpi

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