Comunicato dal Politecnico Atene

Lettera dei detenuti in sciopero della fame ad Atene.

Dall'ospedale di Nikaya dove ci troviamo, oggi inviamo i nostri calorosi saluti all'assemblea dell'occupazione della scuola del Politecnico e al movimento di solidarietà alla nostra giusta causa, che non smette di crescere.
La decisione negativa del procuratore*, ma anche il fatto che fino ad ora il consiglio che sta esaminando il nostro caso non si è ancora riunito, provano una volta di più che, per il potere, tutti quelli che lottano per la libertà e la dignità sono dei nemici che devono essere eliminati.
Non siamo degli eroi, amiamo la vita. Ma non c'è vita senza libertà e senza dignità. Con la nostra vita, non rivendichiamo solo la nostra immediata liberazione, ma anche quella di Kostantino Katsadouras, perchè la continuazione della detenzione di noi tre è illegale anche secondo le leggi di questo stesso potere ipocrita.
La nostra lotta non può fermarsi. E' un cammino a senso unico fino al momento in cui non otterremo ciò per cui ci battiamo. I giochi che il potere cerca di fare sulle nostre spalle, qualunque essi siano, non ci riguardano; perchè il potere non può sottomettere la nostra coscienza e i nostri sogni. E' semplice: questi giochi non passeranno e la maschera del potere sarà sotto gli occhi di tutta la società, in una maniera o nell'altra.
La nostra lotta collettiva continua.

Nikaia, 25/ 01/07

Tarasios Zadorozni e Gerosimos Kyriakopoulos

* N.d.T. Il procuratore sottopone al consiglio il caso, accompagnandolo da un parere (in questo caso negativo). Sarà poi il consiglio a dover decire della scarcerazione.


Comunicato dell'occupazione della scuola del Politecnico.

Il 13 gennaio 2006, la polizia ha deliberatamente attaccato la manifestazione in motocicletta* di anarchici e antiautoritari. Stavano ritornando da un presidio in solidarietà fuori dall'ospedale di Nikaia, dove i detenuti in sciopero della fame Tarasios Zadorozni e Gerasimos Kyriakopuolos sono ricoverati e sorvegliati a vista. In seguito all'attacco degli sbirri, 42 compagni sono stati fermati, di cui 4 trattenuti in cella di sicurezza fino a notte, mentre altri sono stati feriti. Si tratta di una escalation dell'attacco repressivo che ha come bersaglio tutto il movimento di solidarietà ai militanti detenuti e, più in generale, la stessa lotta anarchica.
A tutt'oggi, l'anarchico Tarasios Zadorozni e Gerasimos Kyriakopoulos attraversano rispettivamente il 61' giorno e il 45' giorno di sciopero della fame. Sono ricoverati all'ospedale di Nikaia dove sono stati trasferiti il 9 gennaio, dalla prigione di Korydallos. I due detenuti in sciopero della fame che sono rinchiusi in una stanza-cella dell'ospedale, si trovano in uno stato di isolamento e subiscono una guerra psicologica e il terrorismo di Stato. Sono in prigione dal 6 maggio 2006 con un altro detenuto, Kostas Katsadouras, e sono accusati degli scontri che sono scoppiati durante la manifestazione del Forum Sociale Europeo contro la guerra.
I tre manifestanti reclusi dal 6 maggio sono scesi in strada con migliaia di altre persone quel giorno, durante il quale sono avvenuti attacchi contro bersagli del capitalismo e dello stato e scontri tra le forze repressive da una parte e anarchici e giovani ribelli all'altra. La polizia ha arrestato 17 manifestanti che hanno ricevuto accuse pesanti e fabbricate ad arte; 3 sono stati imprigionati senza alcuna prova (con il consenso politico della sinistra ufficiale). Attraverso di loro lo Stato mira a punire in maniera esemplare la scelta della resistenza sociale anti-istituzionale e non mediata.

La lotta per la liberazione che i detenuti in sciopero della fame hanno intrapreso utilizzando il loro corpo come arma, rappresenta in questo momento il campo dove si esprime un conflitto tra lo Stato e quelli che continuano a lottare contro la sua barbarie.
Si tratta di un conflitto in cui il potere, con tutti i meccanismi di propaganda, di controllo e di repressione di cui dispone, cerca di isolare e di neutralizzare gli anarchici-antiautoritari, la parte più radicale delle resistenze sociali, con l'obbiettivo di sottomettere l'intera società ai suoi schemi.

Nelle condizioni di intensificazione del terrorimo di Stato, le azioni di solidarietà ai militanti detenuti subiscono costantemente l'attacco della repressione; l'obbiettivo non è solo quello di prolungare la detenzione dei tre manifestanti ma anche colpire la dinamica che rappresenta la solidarietà, l'autorganizzazione e la resistenza contro progetti dello Stato e dei padroni.

Così, il 12 gennaio, hanno cercato di impedire la manifestazione di solidarietà organizzata dagli anarchici antiautoritari. Il divieto è stato annunciato alla gente radunata a Propilaia dal capo delle forze di polizia, ma la determinazione di centinaia di compagni in strada l'ha rovesciato. Quindi, si è svolta nel centro di Atene una manifestazione dinamica.

Il culmine della violenza repressiva è stato l'ultimo attacco contro la manifestazione in motocicletta del 13 gennaio, le botte e il fermo dei compagni. Questo dimostra che lo Stato mira a soffocare la lotta dei detenuti in sciopero della fame, intimorire quelli che sono solidali, colpire lo sviluppo della lotta anarchica.
Questi avvenimenti sono preceduti da altri:
- l'arresto di un antiautoritario fuori da casa sua dopo la fine della manifestazione in motocicletta diretta a casa del ministro della giustizia;
- la pressione soffocante e le costanti provocazioni degli sbirri del gruppo Zita (sbirri in moto) durante la manifestazione in motocicletta verso la prigione di Korydallos del 15 dicembre;
- l'attacco della polizia alla manifestazione in motocicletta del 1' gennaio, nel momento in cui rientrava dalla prigione, che ha provocato dei fermi e un arresto;
- l'assedio di 50 compagni da parte dei celerini nella stazione radio "Rithmos" che avevano occupato il 9 gennaio per rendere pubblico lo sciopero della fame.

Nessuna di queste provocazioni e di queste manifestazioni di repressione dello Stato avrebbe potuto restare senza risposta e anche in futuro non lo resterà.
L'escalation di scontri in strada e intorno alla scuola del Politecnico dopo la manifestazione studentesca del 17 gennaio contro la revisione dell'articolo 16 della costituzione* è stato un momento di esplosione della rabbia di centinaia di militanti (anarchici, antiautoritari, giovani, studenti) contro le forze repressive e assassine della celere, un momento chiaro di contro-violenza sociale giustificata di fronte alla violenza e al terrorismo di Stato.

Contro il tentativo dello Stato di soffocare la lotta dei nostri compagni detenuti in sciopero della fame

Contro l'attacco repressivo costante alle spese del movimento anarchico antiautoritario, un attacco che mira al suo isolamento e alla sua neutralizzazione
Di frontre allo sforzo dello Stato di imporre un funebre silenzio

Abbiamo occupato la scuola del Politecnico e Esigiamo la liberazione immediata dei manifestanti detenuti dal 6 maggio

Solidarietà a tutti i militanti imprigionati e perseguitati

Libertà per tutti i prigionieri

La solidarietà è la nostra arma

Assemblea dell'occupazione della scuola del Politecnico (padiglione Gini)

*N.d.T. I compagni in alcune occasioni partono numerosi in moto, rallentando il traffico, gettando volantini e megafonado. Evidente manifestazione della superiorità tattica del movimento ellenico.
* N.d.T. L'articolo 16 della costituzione vieta la fondazione di atenei privati.

Lun, 29/01/2007 – 15:04
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