Bergamo – Non solo wurstel e crauti oggi in centro a Bergamo. Davanti al comune è stata di nuovo allestita la mostra intitolata Cercocasa che, attraverso pannelli di fotografie, illustra la situazione degli appartamenti sfitti comunali e di proprietà di Aler.
In occasione della Giornata di mobilitazione per il Diritto all’abitare e difesa del territorio, il sindacato As.I.A. ha indetto un presidio per ribadire ancora una volta che l’emergenza abitativa è un problema da affrontare immediatamente e con risposte concrete. Al presidio hanno partecipato anche numerosi abitanti aderenti al Comitato inquilini di Zingonia e il sindacato di base Usb.
Il 23 ottobre prossimo sarà il termine ultimo per presentare la domanda di fondi per la ristrutturazione e messa a norma degli alloggi sfitti. La Regione Lombardia ha infatti messo a disposizione 10 milioni di euro per questo scopo e, per ogni appartamento, si possono richedere fino a 15 mila euro. Ad oggi non è possibile sapere se il Comune di Bergamo hafatto o farà richiesta. Il numero di appartamenti sfitti in città è infatti elevato (sono circa 200) e le amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi anni si sono sempre giustificate lamentando la mancanza di fondi da investire nell’edilizia pubblica. I soldi messi a disposizione dalla Regione sarebbero dunque una risorsa e permetterebbero almeno ad alcune delle 1000 famiglie in graduatoria E.R.P. di ottenere finalmente una casa.
Il tema del diritto all’abitare, come spiegato dagli attivisti di As.I.A, sarà centrale anche nella Giornata di Sollevazione generale del 19 ottobre a Roma. Infatti oggi, davanti al comune, un grosso striscione recante la data del 19 ottobre, indicava reddito, dignità, diritto e casa come parole chiave.
Insieme alle immagini delle case sfitte, la mostra comprendeva anche alcune fotografie del vecchio ospedale e delle caserme in disuso a Bergamo. Infatti stanotte sono stati affissi sugli edifici alcuni striscioni con la scritta “Voglio diventare un alloggio popolare”. Il Decreto del fare approvato dal governo prevede infatti che i comuni possano acquisire a costo zero gli edifici del demanio in disuso, per valorizzarli con progetti di utilità sociale e, in particolare, alloggi di edilizia popolare. In città ci sono caserme abbandonate da anni e As.I.A. sostiene che da alcune di esse sarebbero ricavabili circa 35 appartamenti. Il Comune ha invece deciso di alienare gli immobili senza dare nessuna garanzia sul fatto che i guadagni di queste vendite vengano utilizzati per garantire il diritto alla casa.
Il problema esiste e la soluzione pure.