Bergamo – Seconda puntata, oggi, della campagna contro i diritti degli omosessuali organizzata dal gruppo “Sentinelle in piedi”: per la seconda volta nel giro di poche settimane circa 50 persone hanno presidiato piazza Vittorio Veneto, nel pomeriggio, in un flash mob organizzato contro la legge sull’omofobia in fase di discussione in Parlamento.
Schierati in ordine geometrico, ognuno con un libro in mano, i partecipanti hanno silenziosamente occupato la piazza cittadina “per difendere la libertà di opinione e di espressione”, che si traduce in “vogliamo essere liberi di dire che la famiglia naturale è solo quella composta da un uomo e una donna, che i gay e le lesbiche non possono sposarsi né adottare bambini”. A disturbare l’iniziativa c’era però il contro-flash mob convocato da Bergamo contro l’omofobia: un’ottantina di persone si sono opposte al presidio omofobo mostrando copie del libro “Le cose cambiano”, striscioni con scritto “Liberi di amare” e scambiandosi baci pubblici.
In un periodo in cui si moltiplicano i casi di aggressione contro omosessuali e in cui fanno notizia i suicidi di giovani gay, le Sentinelle in piedi usano il pretesto della libertà d’espressione per cercare di sottrarre terreno ai diritti che il movimento omosessuale e transessuale sta faticosamente tentando di conquistare negli ultimi anni. Il disegno di legge Scalfarotto sull’omofobia, per la verità, ha fatto molto discutere perché non prevede sanzioni nei confronti delle organizzazioni che esprimono atteggiamenti omofobi, vale a dire: se un singolo cittadino se la prende con un altro perché è gay può essere punito, ma se la Conferenza dei vescovi o Forza nuova o qualsiasi altra associazione, gruppo o partito dichiarano pubblicamente che gli omosessuali sono contro natura nessuno avrà nulla da ridire. Due pesi due misure, tanto per cambiare: l’intolleranza “spicciola” è da perseguire ma quella istituzionale può agire indisturbata. Impossibile, a queste condizioni, che si produca un reale cambiamento culturale in Italia sul fronte del rispetto dell’omosessualità.
Ispirate dal movimento francese La manif pour tous, che nei mesi scorsi protestava contro la decisione del governo Hollande di permettere il matrimonio alle coppie gay, le Sentinelle in piedi si proclamano “contro ogni discriminazione” pur pretendendo, in realtà, di poter continuare a discriminare chi desidera vivere liberamente la propria sessualità e la propria vita al di fuori dello stereotipo della famiglia eterosessuale.
“Questa manifestazione – spiega una delle animatrici di Bergamo contro l’omofobia – lede la nostra libertà di omosessuali, ogni giorno dobbiamo batterci per sopravvivere in una società omofoba. Questi gruppi esprimono un odio che nel 2013 non ha senso di esistere”.
Da segnalare, all’interno dello schieramento antigay di oggi, qualche elemento di Forza nuova e alcune copertine, tra i libri “imbracciati” dalle sentinelle, intitolate “Ordine futuro”: sapranno, gli organizzatori, che tra le loro fila compaiono anche esponenti dei movimenti neofascisti?
Nota curiosa della giornata. Allo scioglimento del presidio una sentinella ha gridato “culi” ai manifestanti per i diritti dei gay. Allora: sentinelle della libertà d’espressione o omofobi senza se e senza ma?