Ieri anche a Bergamo, come in altre 98 città italiane (e non solo), centinaia di persone sono scese in piazza per ribadire l’urgenza di un riconoscimento giuridico per le coppie dello stesso sesso; la giornata, organizzata da Arcigay Bergamo Cives, ArcilesbicaxxBergamo, Bergamo contro l’omofobia e Proud2be, rispondeva alla chiamata nazionale di #svegliatitalia, un appello al governo e al parlamento per i diritti delle persone omosessuali.
Ancora una volta in occasione della manifestazione parallela delle Sentinelle in piedi sul Sentierone, a Bergamo circa ottocento persone (tra cui il sindaco Giorgio Gori e numerosi esponenti del PD cittadino) si sono riunite davanti alla stazione e hanno proseguito poi per le vie del centro, fino ad arrivare in piazza Pontida. Lì si sono susseguiti numerosi interventi al microfono da parte di personaggi istituzionali, partiti e associazioni LGBT, che hanno spiegato la necessità di tutele giuridiche per le relazioni tra partner omosessuali, ad oggi tuttora discriminati dalla legge.
Più volte è stato ribadito il sostegno al ddl Cirinnà che, nonostante diverse carenze, rappresenta l’unica proposta di estensione dei diritti attualmente in discussione in parlamento: il disegno di legge prevede infatti l’istituzione di unioni civili, i cui contraenti, omosessuali o eterosessuali, godrebbero di diritti e doveri uguali alle coppie sposate (regime patrimoniale condiviso, decisioni sul fine vita, possibilità di ereditare in caso di morte del/della partner), inclusa la possibilità da parte di un coniuge di adottare il figlio del partner (la famosa “stepchild adoction”). Nella legge non si parla comunque di adozione in senso ampio (di figli non biologici), né di matrimonio.