Bergamo – La rabbia tra gli ambulanti è palpabile. Ieri, terminato il mercato, alla guida dei loro mezzi hanno scelto di scendere in piazza in un corteo che è arrivato fino a Palazzo Frizzoni, mandando in tilt la circolazione. La scelta del Comune di smembrare il tradizionale mercato del lunedì in Malpensata, posizionando trenta banchi in Piazzale degli Alpini e il resto in via Spino, la zona di capannoni adiacente a via Autostrada è una soluzione irricevibile per molti. Chi andrebbe in via Spino è consapevole che così si decreterebbe la morte del mercato, lo spazio non è servito, è all’esterno del centro abitato e la trentina di banchi in Piazzale degli Alpini perderebbero capacità di attrazione.
Gli ambulanti sono preoccupati per il loro lavoro, per le loro famiglie, per le banche con cui hanno acceso i mutui per comprare le licenze, che ora perderanno valore. Alla fine della manifestazione hanno incontrato il Sindaco Gori, che si è dichiarato irremovibile sul decentramento in via Spino. Nel frattempo le aziende della zona di via Spino zona sono sul piede di guerra per i problemi logistici che si creerebbero per le loro attività. La soluzione imposta da Gori è una coperta troppo corta che ha alimentato trattative individuali tra i singoli ambulanti e il Comune per salvare il salvabile, ma il fronte degli ambulanti ieri ha lanciato un segnale di compattezza. Gori si è dichiarato disponibile a dialogare solo se si accetta lo spostamento e se l’Associazione Nazionale Ambulanti rinuncia a fare ricorso al TAR.
Ma il ricatto non è andato a buon fine, nonostante i timori per il proprio futuro gli ambulanti in piazza hanno deciso di presentare venerdì il ricorso al TAR e promettono nuove manifestazioni per il mese di maggio. Sono disposti a fermare la propria protesta solo se il Comune si impegna a cercare una soluzione differente che preveda lo spostamento del mercato in un’area in grado di valorizzarlo e senza che nessuno debba rinunciare al proprio banco. Chiedono una soluzione concreta e efficace per tutti, senza che nessuno ne rimanga escluso.