L’orto che coltiva esclusione

Il 15 novembre 2013 è il giorno della scadenza per la presentazione della domanda per l’assegnazione degli “orti sociali” del Comune di Bergamo.
In base al regolamento per la concessione degli orti urbani su terreni di proprietà del Comune di Bergamo possono beneficiare della concessione i cittadini pensionati d’età non inferiore ai 55 anni o invalidi, purché abbiano la maggiore età e siano residenti nel Comune di Bergamo. Non possono invece essere concessi orti urbani ad agricoltori a titolo principale o a coloro che hanno già in uso, in possesso o in proprietà, appezzamenti di terreno coltivabili, posti nel territorio del Comune di Bergamo.
Oltre al fatto che sia già escludente riservare questa opportunità a delle fasce d’età limitate, quando si prende in mano la domanda da presentare al Comune ci si accorge che le dichiarazioni richieste sono molto più dettagliate, alcune delle quali assolutamente ingiustificabili rispetto alla natura del bando e ai requisiti necessari.
All’interno del modulo che il richiedente deve compilare vengono richieste una serie di dichiarazioni: gli viene ad esempio chiesto se gode dei diritti civili e politici, se ha mai riportato condanne penali e, in caso positivo, di specificare quali, “anche se sia stata concessa amnistia, condono, indulto o perdono giudiziale”; di non avere procedimenti penali pendenti a suo carico e, nel caso in cui se ne abbiano, di specificare quali.Le domande che sorgono spontanee sono: come può il passato giudiziario del richiedente influenzare l’assegnazione di un orto comunale? È giusto che il richiedente che abbia alle spalle condanne legali o altro abbia più o meno possibilità di farsene assegnare uno? Ma soprattutto che senso ha richiedere queste informazioni quando nel regolamento stesso non viene assolutamente menzionata nessuna di queste condizioni, né come prerequisito né come condizione che possa precludere l’assegnazione di un orto.

Gli orti comunali fanno parte del programma di riqualificazione e recupero del verde in città ed è un programma che molte città italiane ed europee portano avanti. Perchè escludere da questa opportunità la maggior parte della popolazione?

Il lavoro con la terra non è un mestiere degradante, al contrario ouò essere motivante e soddisfacente indipendentamente dalla fascia d’età, come dimostra l’esperienza di “Orti Storti”: un gruppo di persone che, dopo aver chiesto senza successo al Comune la possibilità di ottenere uno spazio coltivabile, ha deciso di occupare alcuni degli orti comunali, lasciati all’abbandono, di via dell’Azzanella, curandoli insieme ai cittadini interessati e avviando così un vero e proprio progetto di “orto comunitario” senza restrizioni d’accesso. Un’iniziativa che pare aver riscosso un più che discreto successo, con tutti i risvolti positivi sul fronte sociale, di integrazione, di risparmio economico e di educazione che un’occasione come questa può generare.
Peccato che in base ai prerequisiti dettati dall’Amministrazione Comunale nessuna delle persone che oggi partecipano al progetto “Orti Storti” potrebbe godere dell’assegnazione di un orto.
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