Bologna - Ancora pestaggi nel CIE di via Mattei

Bologna, lunedì 4 maggio.
Verso le 14.00 Raya, una delle ragazze rinchiuse nel CIE, entra in infermeria per chiedere dei medicinali. Lo fa senza chiedere il permesso, il che evidentemente irrita assai il personale presente che chiede l’intervento dell’ “ispettore”. Quest’ultimo losco individuo è un agente della polizia in borghese, ed è un ruolo che viene ricoperto ogni volta da uno diverso e non identificabile. Dentro li chiamano “la banda”, e fanno il bello e il cattivo tempo, intervenendo arbitrariamente in ogni situazione considerata “d’eccezione”. Sotto gli occhi impassivi degli operatori della Misericordia, che non intervengono in alcun modo, l’ispettore comincia a picchiare Raya e continua fino a lasciarla svenuta sul pavimento, piena di lividi e con i vestiti stracciati. E lì rimarrà, senza soccorso, fino a quando non troverà da sola le forze di rialzarsi e di raggiungere i suoi compagni nelle celle esterne, dove cominceranno a fare una battitura delle sbarre.
I C.I.E., Centri di Identificazione ed Espulsione (nuova definizione dei Centri di Permanenza Temporanea) sono a tutti gli effetti i moderni lager della democrazia: carceri amministrative dove gli immigrati vengono rinchiusi per il semplice motivo di non avere in tasca un pezzo di carta e dove vengono trattati e trattenuti con totale arbitrarietà.
Il Centro di Bologna si trova in via Mattei. Dietro quelle mura continuano a sopravvivere e lottare decine e decine di persone.
I loro aguzzini, i loro torturatori continuano a camminare fra di noi, indisturbati.

Facciamogli sentire il nostro disgusto e il nostro disprezzo.
Che questi continui abusi non passino sotto silenzio nell’indifferenza di tutti.

Intasiamo il loro centralino: 051 6077521.
Blocchiamo il loro fax: 051 531344

Complici e solidali dei relcusi

Per informazioni
scheggia@canaglie.net
Scheggia.noblogs.org

Mer, 06/05/2009 – 10:30
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