Usa - Clonati 5 embrioni umani

Poco piu' di sette anni fa la notizia della clonazione del primo embrione umano era arrivata inaspettata come una doccia fredda, ma oggi i cinque embrioni umani fotocopia ottenuti dall'azienda californiana Stemagen dimostrano che la tecnica e' andata avanti, perfezionandosi. E come allora, clonare l'uomo non e' certo l'obiettivo. Il Sacro Graal resta la medicina del futuro, quella rigenerativa, ma l'embrione non e' piu' l'unica via e c'e' chi punta alle cosiddette "chimere".

Lo sviluppo dei cinque embrioni da parte dell'azienda californiana Stemagen e' stato interrotto allo stadio piu' avanzato ottenibile prima che possa avvenire l'impianto in utero, quello di blastocisti. Uno stadio che, dopo l'esperimento del novembre 2001, la Act, con Jose Cibelli, raggiunse nel febbraio 2004, anche quella volta con un embrione soltanto. Oggi gli embrioni umani clonati sono cinque ed e' il segno inequivocabile che la tecnica funziona. Per il direttore scientifico del Policlinico San Matteo di Pavia, Carlo Alberto Redi, si tratta del segnale che "si sta andando nella direzione che finalmente permette di padroneggiare la tecnica".

Ma "c'e' ancora tanta strada da fare", dicono alcuni dei maggiori esperti internazionali di cellule staminali embrionali riuniti oggi a Pavia, nel convegno organizzato da Policlinico San Matteo, Iuss e dai collegi Ghislieri e Borromeo. Il trasferimento nucleare con cui sono stati ottenuti i cinque embrioni fotocopia, quindi, non e' piu' l'unica via percorribile. Dai tempi di Dolly sono successe molte cose e adesso la prossima scommessa sono le cosiddette "chimere", ottenute trasferendo cellule adulte di una specie in ovociti di una specie diversa. "Il nostro obiettivo e' ottenere cellule staminali embrionali a partire da cellule adulte e per raggiungerlo abbiamo a disposizione diversi 'trucchi magici' da laboratorio", dice Jose Cibelli, "papa"' del primo embrione umano clonato.

Oggi non lavora piu' per l'Act, ma per il Dipartimento di riprogrammazione cellulare dell'universita' del Michigan, uno degli Stati americani nei quali la ricerca sugli embrioni e' rigorosamente vietata, tanto che i trasgressori possono rischiare dieci anni di carcere oltre a una multa salatissima. Oggi Cibelli ha annunciato i primi risultati ottenuti trasferendo cellule di un animale vicino all'uomo come lo scimpanze' in un ovocita di mucca privato del suo nucleo. Quello che si ottiene non sono "chimere" (non avviene infatti la fusione di due Dna perche' il patrimonio genetico della mucca viene eliminato) ma ibridi per citoplasma, o "cibridi", embrioni che condividono con l'ovocita della specie diversa solo l'ambiente in cui e' immerso il nucleo (citoplasma) e che non saranno mai in grado di completare il loro sviluppo.

Questa e' anche la strada che si prepara a intraprendere Stephen Minger, direttore del Laboratorio sulle cellule staminali del King's College di Londra, che proprio oggi ha avuto dall'Autorita' britannica per l'embriologia l'autorizzazione all'esperimento che prevede il trasferimento di cellule umane adulte prelevate da persone con malattie neurodegenerative in ovociti di mucca privai del nucleo. Le cellule embrionali che saranno ottenute in questo modo permetteranno di studiare le basi molecolari delle malattie con un dettaglio senza precedenti.

fonte: RaiNews24

Ven, 18/01/2008 – 13:32
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