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Rinviati a giudizio gli antifascisti del 28 aprile 2009

Rinviati a giudizio gli antifascisti del 28 aprile 2009

 

Reggio Emilia, 24 gennaio 2014

Rinviati a giudizio gli antifascisti del 28 aprile 2009! Continua la lotta contro le prove di fascismo e gli abusi!

Giovedì 23 gennaio si è svolta presso il Tribunale di Reggio Emilia l'udienza preliminare per i fatti del 28 aprile 2009, quando a seguito di una scritta tre giovani antifascisti furono fermati e subirono diversi abusi da parte di agenti della Digos di Reggio Emilia.
La PM Valentina Slavi era chiamata a decidere se affermare la validità del principio sancito nella Costituzione: il diritto e l’agibilità di ogni individuo e associazione che si mobilita per difendere le libertà democratiche conquistate con la resistenza antifascista.
La mancanza di coraggio del PM nel ripristino della giustizia e nella difesa dei diritti democratici
Dopo che il 18 giugno 2013 il Tribunale dimenticava di consegnare a Mattia l’avviso di presentarsi all’udienza (!), il mancato recapito dell’eccezione fatta dalla difesa per lo spostamento dell’udienza, che il giudice di pace Elisabetta Freddi “dimenticandosi” di una lista testimoniale regolarmente presentata, ricomparsa stranamente solo dopo l'udienza, rimandava alla procura la decisione di tramutare il capo d'accusa da lesioni colpose a lesioni dolose, ora il PM Valentina Salvi porta a giudizio i tre antifascisti.
A nulla sono valsi gli interventi degli avvocati difensori che hanno chiesto il non luogo a procedere. Addirittura in soli 20 minuti il PM Valentina Salvi ha dato avvio al processo, reinviando l'udienza dibattimentale al 1 aprile 2014.
Una decisione alquanto grave che denota la mancanza di coraggio del PM che alimenta la persecuzione nei confronti dei tre antifascisti, e ancora più grave, tollera l'impunità di agenti della Digos che quella notte perpetuò gravi abusi e soprusi e che soltanto il caso (la traiettoria di quella pallottola!) ha fatto sì che non si trasformasse un altro dei numerosi casi finiti drammaticamente, alla pari di altre storie note o meno note in cui chi indossando la divisa ha abusato del proprio ruolo e del potere a lui conferito. Crimini come quelli perpetuati dai quattro agenti della Questura di Ferrara che uccisero Federico Aldrovandi [leggi la lettera di Patrizia Moretti], così come dai picchiatori del VII Reparto mobile di Bologna tristemente noto per i numerosi pestaggi e abusi commessi nel corso di questi anni [leggi il dossier] e così molti altri.
In aula l’agente della Digos Fabio Corradi che quella notte premette il grilletto e oggi accusa i compagni tentando disperatamente di coprire il suo grave operato. Un presenza timida e impacciata come quella di chi sa di essere colpevole e cerca di uscirne accusando altri. A dimostrazione di questo il fatto che lo stesso agente non si è costituito parte civile nell’ambito del processo. Davvero un pessimo esempio di un rappresentante dello Stato!

Cresce la campagna per la giustizia che il Comitato 28 aprile 2009 sta conducendo
Durante l’Udienza in piazza Del Monte una ventina di compagne/i del Comitato28aprile 2009 e solidali di altre associazioni e forze politiche hanno tenuto un presidio. È stato un presidio partecipato che ha raccolto la solidarietà dei numerosi passanti. È stato diffuso il volantino in solidarietà con i compagni e altro materiale per la campagna per l’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento penale italiano e per l’introduzione del codice identificativo per le forze dell’ordine. Sono state raccolte inoltre decine di firme all’Appello promosso dal Comitato 28 aprile e sottoscritto da molte personalità ed associazioni al fine che i fatti assumino il loro vero nome!
L’ampia e crescente solidarietà raccolta in questi mesi a livello locale (numerose associazione e singoli, e una mozione depositata in Consiglio Provinciale (vedi mozione 1 – 2) e nazionale (alcuni portavoce del movimento NO TAV della Val Susa, Associazione Osservatorio sulla Repressione, Liberazione on-line, ecc) e la campagna di lotta contro gli abusi condotta in questi mesi da individui e organismi e dal Comitato 28 aprile è parte di questo processo.

Continua la lotta contro le prove di fascismo e gli abusi!
Questa battaglia si inserisce nella lotta per l'agibilità di ogni individuo e associazione che si mobilita per difendere le libertà democratiche conquistate con la resistenza antifascista.
In questo paese gli abusi ed i soprusi delle forze dell'ordine sono all'ordine del giorno, la teoria delle mele marce è una farsa: a dimostrare questo vi sono le morti (ed i sopravvissuti) di Stato che evidenziano come il problema è complessivo e si erge non solo sui singoli casi ma al livello di linea di comando. Vedi la campagna di sensibilizzazione e organizzazione lanciata dall’Associazione Contro gli Abusi in Divisa (ACAD).
Parallelamente è in atto uno sdoganamento dei gruppi fascisti, xenofobi e razzisti da parte delle istituzioni che si definiscono democratiche ma che sostanzialmente vanno a spianare la strada all'ascesa di queste prove di fascismo.
Questi due fenomeni possono essere arginati solo attraverso la mobilitazione: i primi attraverso la denuncia a gran voce degli abusi subiti dalle vittime e rendendo noti i nomi ed i volti di chi li commette; i secondi attraverso la chiusura fisica delle sedi delle formazioni neofasciste poiché se non sono le istituzioni a farlo è legittimo, anche se illegale, che siano i cittadini applicando la Costituzione a chiuderle.
La mobilitazione in solidarietà ai tre antifascisti è solo all'inizio, nei prossimi giorni svilupperemo iniziative, eventi, manifestazioni e presidi in modo che si venga a conoscenza che chi dovrebbe essere sul banco degli imputati è proprio quell'agente della Digos che sparò il colpo quella notte!

Firma l'appello in solidarietà con gli antifascisti, sostieni la campagna di solidarietà!
su change.org; su firmiamo.it

Comitato28aprile2009

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