Bergamo – Erano circa duecento i lavoratori e le lavoratrici Italcementi che oggi si sono riuniti davanti a Palazzo Frizzoni per protestare contro la decisione dell’azienda di chiedere la cassa integrazione per più di mille dipendenti in Italia, di cui circa settecento solo a Bergamo (seicento occupati alla sede centrale e un centinaio al centro di ricerca) . Il flash mob è consistito nella formazione di un grosso punto interrogativo, come simbolo della richiesta di risposte che ancora l’azienda deve dare ai lavoratori.
L’azienda Italcementi è stata infatti acquisita dalla società tedesca Heidelberg Cement nell’estate scorsa e, passato il periodo di cassa integrazione, sarà questa a decidere quali posti di lavoro salvaguardare e quali invece trascurare, correndo così il rischio di lasciare senza impiego moltissime persone. La società tedesca non pare infatti propensa a mantenere attiva la sede centrale in Italia, e di conseguenza a mantenere i posti di lavoro qui presenti. Inoltre non ha presentato un piano industriale, indispensabile ai lavoratori per avere chiarezza sul loro futuro.
A questo i dipendenti oggi si sono opposti, chiedendo un dialogo e un reale confronto con le società, la cui responsabilità è stata quella di non aver apportato alcuna clausola di salvaguardia per loro nell’accordo con la società tedesca. Al tavolo delle trattative deve dunque essere presentato tale piano industriale, che pretenda il mantenimento di tutti i posti di lavoro dell’azienda in Italia.
In piazza presenti con i lavoratori e le lavoratrici anche Fillea Cgil, Filca Cisl e Fenealuil Uil per rilanciare un ulteriore appuntamento dei dipendenti Italcementi, un’assemblea pubblica, questo venerdì, 23 ottobre, al Cinema Teatro di Borgo Palazzo, per un confronto aperto tra lavoratori, cittadini, dirigenti e istituzioni.