Cortenuova – Si è costituito il 27 marzo presso la sala comunale di Cortenuova il comitato contro il sito di stoccaggio di amianto. Lo spazio destinato a deposito si trova in zona Cascine Casette, al confine con Cividate.
Nell’area sono già situati impianti per il trattamento di rifiuti chimici, ma la cittadinanza si è comunque mostrata perplessa nei confronti della nuova prospettiva di accogliere l’amianto.
Le autorizzazioni sono state rilasciate dalla regione Lombardia, e successivamente la Italservizi S.r.l ha presentato il progetto all’amministrazione comunale di Cortenuova. L’ultima parola spetterà alla Provincia, che valuterà la proposta di Italservizi e le proposte di modifica suggerite dall’amministrazione comunale.
Il terreno in oggetto è in un capannone di 300 mq (non estendibili) nel quale vi sarà un impianto di stoccaggio: questo significa che l’amianto non verrà né smaltito né trattato, ma solo depositato in attesa che venga trasferito in Germania per l’inertizzazione.
Il sindaco di Cortenuova Gianmario Gatta sostiene che come amministrazione comunale << […] non avremmo potuto opporci nemmeno se avessimo voluto. Il Comune ha fatto la sua parte imponendo delle prescrizioni molto rigide per tutelare la salute pubblica, come la sigillatura ermetica dei contenitori di stoccaggio nell’amianto e la sicurezza nelle operazioni di carico e scarico, gli accorgimenti per il deposito affinché sia isolato rispetto agli altri reparti e la pulizia dei mezzi che trasportano i materiali pericolosi. Inoltre ci siamo riservati di fare sopralluoghi periodici senza preavviso per verificare che sia tutto rispettato>>.
Nonostante le assicurazioni del sindaco, una parte dei cittadini si dice preoccupata perché anche se si tratta di un deposito, la presenza di amianto rimane comunque un forte motivo di preoccupazione. Non bisogna infatti dimenticare che la bassa bergamasca è un territorio già provato dalla presenza di numerose fonti di inquinamento, e che a breve potrebbero aggiungersi due grandi opere come Tav e Bre.Be.Mi.
Inoltre sul territorio lombardo stanno nascendo nuove discariche d’amianto, come presso l’ex cava Vailata a Treviglio e a Montichiari. Il progetto di Cappella Cantone in provincia di Cremona, è stato bloccato dopo l’attestazione di numerose irregolarità che hanno portato all’arresto del vice presidente regionale Nicoli Cristiani e alla conseguente crisi della giunta Formigoni.
Quello della localizzazione dei siti di stoccaggio è stato un piano fortemente voluto dalla Regione, che ha però sempre incontrato forti contrarietà da parte dei cittadini; le difficoltà dei comitati sono molte, a partire dalla difficoltà nel reperimento di documenti e informazioni che dovrebbero essere di facile accesso.
Anche il Parlamento Europeo si è espresso in merito, nella risoluzione del 14 marzo 2013, in cui viene esplicitamente suggerita l’opzione dell’inertizzazione dell’amianto e del diretto coinvolgimento dei cittadini. Nella risoluzione sono presenti alcuni passi significativi:
* “Considerando che il conferimento dei rifiuti di amianto in discarica non sembrerebbe il sistema più sicuro per eliminare definitivamente il rilascio di fibre di amianto nell’ambiente (in particolare nell’aria e nelle acque di falda) e che pertanto risulterebbe di gran lunga preferibile optare per impianti di inertizzazione dell’amianto”.
* “Invita la Commissione a promuovere in tutto il territorio dell’Unione la realizzazione di centri di trattamento e inertizzazione dei rifiuti contenenti amianto, prevedendo la graduale cessazione di ogni conferimento in discarica di questi rifiuti”
* “sottolinea che, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti di amianto, devono altresì essere adottate misure – con il consenso dei cittadini interessati – volte a promuovere e sostenere tanto la ricerca
nell’ambito delle alternative ecocompatibili quanto le tecnologie che se ne avvalgono, nonché a garantire procedimenti quali l’inertizzazione dei rifiuti contenenti amianto, ai fini dell’inattivazione delle fibre di
amianto attive e della loro conversione in materiali che non mettono a repentaglio la salute pubblica”
Appare ormai chiaro che l’utilizzo di discariche per l’amianto non è il sistema più sicuro per eliminare definitivamente il rilascio delle fibre nocive nell’ambiente (in particolare nell’aria e nella falda acquifera). La realizzazione di discariche di rifiuti d’amianto è una soluzione solo provvisoria del problema, essendo la fibra di amianto pressoché indistruttibile nel tempo. Il buon senso suggerirebbe invece di optare per gli ormai nuovi e già testati in Europa impianti di inertizzazione dell’amianto.
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