Rio+10 = - risorse + capitale
Nel vertice di Johannesburg i rappresentanti di oltre 200 paesi del
mondo si incontrano per tirare le somme degli accordi di Rio (1992)
e per progettare un mondo all'insegna dello sviluppo
sostenibile. Il tutto avverrà in un'atmosfera in cui è sempre più forte la pressione
delle grandi compagnie, che proporranno, con l'avvallo dell'onu, una sessione a loro
dedicata opportunamente chiamata "business
day". L'assenza di Bush
rappresenta in questo contesto solo il sintomo più eclatante del modo in
cui i paesi industrializzati si stiano muovendo per ridurre il vertice a
una pura passerella.
I dieci anni che ci separano dalla conferenza di Rio hanno portato
i sistemi naturali sull'orlo del baratro, a causa di fenomeni quali il
cambio
climatico, la diminuzione della
biodiversitá, la scarsitá d'acqua, lo
sfuttamento degli
oceani e la distruzione delle foreste.Le conseguenze di questo
sfruttamento gravano soprattutto sulle
popolazioni del terzo mondo che sono sempre coloro i quali pagano il
prezzo maggiore causato dagli squilibri ambientali Nonostante ciò
continua lo sforzo di multinazionali e
paesi sviluppati nel determinare un progresso nel
processo di liberalizzazione dei mercati e di sfruttamento della natura e dei
popoli.
Le ong e il vertice
Appare allora chiaro quanto il bilancio
di Stoccolma 1972 e Rio 1992 si sia dimostrato fallimentare. Nessuna
delle tre convenzioni approvate a Rio (sui gas serra, sulla biodiversità
e sulla desertificazione) è stata applicata. Il protocollo sui gas
serra, firmato a Kyoto nel 1997, non è ancora entrato in vigore, così come il
protocollo di Cartagena (2000) sulla biosicurezza. E addirittura non si è ancora
arrivati ad avere un protocollo sulla desertificazione. Intanto, le
grandi multinazionali hanno accentuato la loro capacità di fare azione
di lobby
sulle decisioni delle nazioni unite. In questo quadro, le
principali organizzazioni della società civile hanno delle difficoltà a
proporre alternative forti. Il
jobourg memo, uno dei documenti più elaborati, propone di creare due
nuove agenzie specializzate delle nazioni unite (sull'ambiente e sulle
energie rinnovalibi) e l'istituzione di un sistema indipendente per la
risoluzione delle controversie ambientali sul modello della corte
dell'Aia. Ma, in definitiva, sarà la difficoltà della società civile a
fare proposte concrete a pesare sul gigantesco Forum Globale della società civile al quale
parteciperanno numerosi gurppi e ong, e la cui organizzazione - gestita principalmente dal
cartello di ong SANGOCO e dal maggior sindacato Sudafricano (il COSATU) - ha provocato le critiche di molte organizzazioni
locali. Articolato su sette
punti, peraltro abbastanza generici, neanche il controvertice
probabilmente riuscirà ad essere più che una passarella di buone
intenzioni.
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