Copyright, le lobby in cattedra
Nella scuola che cambia sotto i colpi della Moratti, arriva una materia nuova: "Esercizi anti-pirateria". Gli studenti delle scuole superiori subiranno corsi di rieducazione, affinché smettano di scaricare materiale coperto da copyright via Internet.
È un'iniziativa promossa dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e dalle lobby che difendono il copyright nell'informatica, nella musica, nel cinema: la Business Software Alliance, la Federazione contro la Pirateria Musicale, la Federazione anti-Pirateria Audiovisiva. A causa di queste lobby, scambiare programmi, canzoni o materiali video è diventato un crimine penale, nonostante sia un'operazione ormai del tutto naturale e a costi quasi nulli per chiunque disponga di una connessione Internet. Queste associazioni raccolgono le più importanti aziende dell'economia immateriale globale - le stesse che alzano a dismisura i prezzi di CD, film e programmi grazie al monopolio che assicura loro la proprietà intellettuale. E preoccupate dai milioni di adolescenti che scaricano e mettono a disposizione in rete opere in formato digitale, ora intendono educarli fin dalla scuola.
Non si tratta delle idee stravanganti di qualche "cattivo maestro": iniziative come questa sono l'esecuzione di accordi presi durante summit internazionali (dall'OMC al WSIS) dai governi occidentali e grandi imprese, BSA in testa.
Con tutti i difetti che ha la scuola italiana, è difficile credere che la materia che mancava fosse proprio il diritto d'autore. Ma d'altra parte, Letizia Moratti ("non è un ministro: è l'idea che una parrucchiera ha di un ministro", D. Luttazzi) è la stessa che voleva eliminare Darwin dai programmi scolastici. E la circolazione di informazioni che oggi permette la rete potrebbe essere un formidabile strumento di formazione ed educazione. La scuola italiana, invece, rinuncerà a promuovere ed utilizzare queste risorse, perché proprio le reti telematiche sono il principale nemico delle lobby del diritto d'autore. Ma una delle "3 i" della scuola del Berlusca e della sua cotonata cortigiana non era proprio Internet? Meno male che gli studenti Internet la conoscono già molto bene - e sanno farne uso improprio...
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