27.03.2002
Depliant distribuito da Yesh Gvul ("c’è un limite") tra i soldati dell’Idf (esercito di Israele)
SOLDATO:
"Tutti vogliamo difendere il nostro paese.
Siamo tutti stanchi e stufi del terrorismo.
Tutti vogliamo la pace.
Ma le nostre azioni permettono la fine del massacro?
Dal 1967, (Israele) ha governato su 3,5 milioni di palestinesi, con un’occupazione violenta, con continue violazioni dei diritti umani. Il regime d’occupazione ha semplicemente peggiorato i problemi di sicurezza di Israele; a questo punto, mette in pericolo la vita di ogni cittadino, incluso te!
SOLDATO, tocca a te decidere!
Ti sei chiesto se le tue azioni nel corso del tuo servizio militare consolidano la sicurezza nazionale? O queste azioni servono solo a rinfocolare ostilità ed atti di violenza tra noi e i nostri vicini palestinesi?
TU PUOI FERMARE LA VIOLENZA
SOLDATO: L’OCCUPAZIONE SVILUPPA TERRORISMO
Quando prendi parte a uccisioni extra giudiziali ("liquidazioni" in termini militari);
quando partecipi alle demolizioni di case private;
quando apri il fuoco contro la popolazione civile disarmata;
quando sradichi frutteti;
quando blocchi le forniture alimentari o mediche, tu prendi parte ad azioni definite crimini di guerra dalle convenzioni internazionali (ad esempio la quarta convenzione di Ginevra) e dalla legge israeliana.
Fino a quaranta anni fa, una corte israeliana imponeva che a un soldato era probito obbedire ad un ordine illegale, dalle conseguenze atroci.
Soldato- consideri questi crimini giustificabili? Le azioni di "liquidazione" non provocano attacchi suicidi? E’ giustificabile demolire le case e distruggere la proprietà di intere famiglie? Si può giustificare l’uccisione di bambini, donne, anziani- o comunque- di civili disarmati?
Quali sono le basi della "sicurezza" per giustificare l’affamamento di interi villaggi e la privazione di cure mediche per i malati?
Soldato: questi atti di repressione quotidiana che sono parte dell’occupazione non incrementano l’odio fra noi?
Coprifuoco, blocco, confisca delle terre, impedire lavoro e studio ai cittadini, la continua umiliazione ai posti di blocco israeliani e le perquisizioni violente nelle case palestinesi.
Fermate il massacro!
Soldato: occupazione significa morte. Persino i capi della difesa ammettono che non c’è una soluzione militare al terrorismo.
Un ufficiale anziano della sicurezza ha ammesso: "tutto il lavoro preventivo che abbiamo fatto l’anno passato è servito solo a cercare di svuotare il mare con un cucchiaino" (Haaretz 19/12/2001).
Ami Ayalon, ex capo dello Shabak, polizia di sicurezza, dice: "Un’ideologia non può essere uccisa con l’eliminazione dei suoi leaders"
Soldato, c’è un popolo in qualche altra parte del mondo che non resisterebbe ad un regime di occupazione militare? Se tu fossi nei panni dei palestinesi, abbasseresti volentieri la testa ad un governo straniero?
Due anni fa eravamo convinti che l’occupazione del Libano meridionale fosse vitale per la nostra sicurezza. Vent’anni fa eravamo sicuri che l’occupazione del Sinai garantisse la nostra sicurezza. Ma grazie alla fine dell’occupazione in quelle terre, abbiamo evitato lo spargimento di di sangue dei nostri soldati.
Dall’inizio dell’attuale Intifada, oltre mille tra israeliani e palestinesi sono stati uccisi, la maggiorparte dei quali inermi civili che non prendevano parte alle battaglie. Fino a quando continueremo l’occupazione nei territori palestinesi, il nostro sangue e quello dei palestinesi verrà versato.
Fermate l’occupazione- Fermate il massacro
Soldato: l’occupazione compromette il nostro paese. Siamo tutti preoccupati per il benessere dello Stato di Israele. Tutti vogliamo che lo stato investa di più in istruzione, servizi sociali, salute, sviluppo delle infrastrutture. Ma per mantenere l’occupazione lo stato spende miliardi per il mantenimento dell’esercito nei territori e negli insediamenti, soprassedendo su tutto il resto. Lo stato sta tagliando fondi ai servizi per i civili per aumentare il budget militare.
L’occupoazoione, e la violenza che essa causa, trascina l’economia verso la recessione. Gli investitori se ne vanno, i turisti stanno alla larga, interi settori dell’economia sono sull’orlo del baratro.
Non sarebbe meglio usare il denaro per rafforzare le nostre strutture sociali? Non sarebbe meglio indirizzare i fondi verso le strutture ospedaliere o per l’istruzione? Continuare così non significa negare benessere agli anziani, i disabili e i disoccupati in favore di ulteriori stanziamenti per l’esercito e gli insediamenti?
Ferma l’occupazione, denaro pubblico per i più deboli, non agli insediamenti!
Soldato, l’occupazione mina l’esercito
L’occupazione è dannosa all’esercito e ai suoi soldati. L’addestramento è inesistente poiché i soldati trascorrono molto tempo nei territoti con compiti di routine: far la guardia agli insediamenti, proteggere le autostrade e fare incursioni nelle città e nei villavggi palestinesi. I soldati sono costretti a servire il proprio paese in condizioni disumane- come quei soldati costretti a restare 234 ore ininterrotte nel loro carrarmato. Per proteggere l’occupazione non gli fu neanche concesso di riposare.
Fonti militari ammettono che li obblighi nei territori costringono i soldati all’esaurimento, porta al declino delle condizioni fisiche psichiche e causa incidenti.
Non sarebbe meglio dedicare il tempo ai bisogni reali di difesa del paese?
La fine dell’occupazione darà nuova efficienza all’esercito
Non sarebbe meglio ridurre il peso che i riservisti sono costretti a sopportare e garantire ai coscritti migliori condizioni?
Fermate l’occupazione- riducete il servizio militare a due anni!! Riducete i compiti dei riservisti!
Soldato: ci sono atti che la gente decente non commette anche se sono degli ordini! Le persone decenti non demoliscono le case, non uccidono i bambini, donne e neonati, non affamano il popolo vicino e non negano cure mediche alla gente proprio come te e me. Questa condotta indebolisce la fibra morale del nostro paese.
Questi atti sono realmente pericolosi, anche se ci è stato detto di farli "per scopi di sicurezza". Ogni "liquidazione" (uccisione) provoca un attentato suicida.
Il bambino che tu hai ferito oggi è il terrorista di domani. Ogni persona interessata alla sicurezza nazionale non farà cose che incrementano il terrorismo.
Soldato: tocca a te decidere
Noi non abbiamo una ricetta "sicurezza". Cambia idea, guidato dalla tua coscienza, i tuoi sentimenti, le tue convinzioni. Non possiamo decidere per te. Possiamo solo dirti che molti, moltissimi soldati hanno detto no ai crmini di guerra!
Dalla guerra del Libano (1982 ndt), fino all’attuale Intifada migliaia di soldati, coscritti e riservisti, hanno preso il coraggio di dire NO!
Qualunque persona decida di rifiutarsi, lo decide da solo. Ma quando quella persona cambia idea troverà noi a stendergli una mano per aiutarla, offrire consiglio, sostenere e aiutare.
Per coloro che imbracciano un’arma
-Noi inclusi-
O nei fatti
O accettando una pacca sulla spalla,
Sono sospinti,
Rimuginando ‘necessità’ o ‘vendetta’,
Nel dominio dei criminali di guerra"
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