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dalla palestina... ricordo di un "amico" ucciso..."
by ilnonsubire Monday, Aug. 26, 2002 at 10:46 AM mail:

piccolo ricordo dell'ennesimo "guevara" ucciso dai soliti oppressori.

"Ti ricordi del compagno con una mano ferita?"
"Chi quello con due dita e basta?"
"Si lui, con i capelli corti"
"Si certo che me lo ricordo, ho passato due serate con lui"
"Esatto lui"
"E?"
"L'hanno ucciso ieri notte"
"Come scusa?"
"Sembra che lo aspettavano, da un carroarmato, lo sai come sempre, solita storia"

...

una triste comunicazione al telefono.
parole brevi, dure, pesanti, reali.
cose di sempre. come sempre. dovrei reagire cosi. qua' e' normale.
Lo metti in conto anche quando non decidi di essere attivo nella lotta di liberazione di una terra.
Puo' succedere ogni giorno quando cammini per andare al supermercato, per andare a prendere i figli a scuola (quando e' aperta), puo' succedere quando lanciano un missile nel centro della citta' o nella casa vicino alla tua, puo' succedere quando provi a muoverti verso un'altra citta' per raggiungere amici o famigliari.
Lo metti in conto. sopratutto quando decidi di essere attivo nella lotta di liberazione della palestina, della tua terra, del tuo popolo. Decidi giovanissimo che non ne puoi piu' di vedere la tua famiglia decimata, di vedere i tuoi amici dimimuire, di non poter frequentare la scuola o lavorare, di dover forzatamente convivere sotto coprifuoco e con l'esercito pronto a umiliarti in ogni momento. Inizi da piccolo, quasi per gioco, lanciando pietre contro il carroarmato che vuole distruggere la tua casa e presto decidi che non basta e imbracci le armi, quelle vere. Scacie, di seconda mano, sempre niente in confornto alle loro, ma molto di piu di un sasso... "Perche se sei bravo o hai fortuna uccidi con questo, o ferisci in modo da arrestare l'avanzata del nemico."
Non riesco ad accettare l'idea di dover pensarlo normale.
Di lui non parleranno in molti, di certo non ne parleranno i giornali se non con due brevi righe stile "ucciso un terrorista...", ed invece meriterebbe di essere ricordato da tutt*, sopratutto per quello che era: un giovane combattente che non aveva piu' niente da perdere ed ha sacrificato la sua vita alla lotta... un'ennesima guerra di liberazione, un'ennesimo che guevara... un'ennesimo partigiano. Questo era e come tale vuole essere ricordate. Niente di piu e niente di meno dai nostri partigiani che ci hanno liberato e dato quel poco che abbiamo oggi.
Ma lo consideriamo un terrorista...
lo considerano un terrorista...
sara' ricordato come un terrorista...
nella sua accezione totalmente negativa ovviamente.
Non dimentichero' il suo modo di stringere la mano con le sole due dita rimaste... a causa proprio di una tortura israeliana in carcere... non a caso tra di noi lo chiamavamo "quello con le due dita". Non dimenticheremo quei pochi momenti passati con lui e i suoi brevi racconti che dovevano sempre passare attraverso un traduttore perche' con l'Inglese non riusciva a eprimere e raccontarci tutto quello che avrebbe voluto. Non dimenticheremo di averlo conosciuto per caso e a tutt'oggi di non sapere niente di lui praticamente, sennon quel poco che abbiamo potuto vedere e sentire. Forse lo avremmo rincontrato nel nostro prossimo passaggio a Jenin. Probabilmente si.
Difficile accettare facilemente questa dura realta'.
Ancora piu difficile accettare l'idea di un compagno conosciuto poco prima che se ne va per mano assassina.
Si scopre che era un combattente, temuto e ricercato da Israele. Sapevano chi era e per questo non aveva niente da perdere, e per questo l'abbiamo conosciuto. Noi che di lui sapevamo solo che lottava nella resistenza contro l'occupazione.
Difficile accettare l'idea di essere arrivato al punto di conoscere la persona uccisa. Difficle e triste. Una sensazione che lascia tanta tristezza, amarezza e rabbia dentro. Forse ci si abitua anche a questo. Ma non credo. E' grosso il vuoto che lascia una notizia del genere, e' forte e dura da mandare giu' un tale "avvenimento".
Ma qui e' normale, si tiene in conto.
Ci eravamo salutati con un "attanas"... fino alla vittoria... lui non la vedra' se mai ci sara'.
ATTANAS CARI COMPAGNI e' il saluto che lascio e lasciamo a tutt* quell* uccis* e a quell* ancora in vita che in un modo o nell'altro decidono di resistere a questa occupazione. Un saluto affettuoso in particolare a quell* che decidono come il compagno dalle due dita di sfidare "l'impossibile" fino alla fine... vita compresa.
HASTA SIEMPRE!

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saadat vive
by carla Monday, Aug. 26, 2002 at 11:02 AM mail: carla@neomedia.it

saadat vive!
un abbraccio a tutt@ compagn@ in palestina!

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un triste sorriso, una dolce poesia e una canzone
by sharonboia Monday, Aug. 26, 2002 at 6:06 PM mail: ciao_internazionali_in_palestina@palestinalibera.org

un triste sorriso, u...
palestine.jpgcnoe5i.jpg, image/jpeg, 273x152

Ala Bab al-Quds (At the Gates of Jerusalem) "hani shakir" ******************************** To the last Arabian  By Dina Elkady   He kissed his mother’s face Asked her not to wear black Not to weep if he didn’t come back And as he walk through She already knew. And with every ray of the sun Hundreds like him are gone.   From the holy mosque The wind blew scent of death Along with a child’s last laughter And a widowed woman’s kiss The scent is strong and clear Whispering a brave martyr’s breath   Every day Arabs are dying Every day my people are buried Under a Palestinian old tree, Beneath a debris And everyone said his or her word, Everyone said I agree Let them die silently And put in the coffin A peace process guarantee   I see blood everywhere On my hands On your hands I see how weak I’m, how bland Bluntly I stand Saying farewell to my home, my dignity, and my land Bluntly I stand Watching the vanishing of Palestine sacred sand     I bow, sincerely I bow for you my people For sitting in the audience row For being part of the show I bow, for every moment of grief we refused to know For every day we ignored to say no. For every night we went to sleep Leaving our children in fear and woe.     I watch like you, like everyone my people Paralyzed and in shame And I can’t even cry My tears are angry and my sadness is lame I ask myself who am I A disgraced Arabian that’s what I became Who am I? A coward by no other name Who am I? I’m just a fake claim       I die every moment, more than once in a day Under my own siege of silence For all my people I let down For my entire race I mourn in dismay What can I say…. What can I say???? Words have no meaning They die slowly Before I dare to pray…!

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un triste sorriso, una dolce poesia e una canzone
by sharonboia Monday, Aug. 26, 2002 at 6:12 PM mail: ciao_internazionali_in_palestina@palestinalibera.org

un triste sorriso, u...
palestine.jpgtawoj3.jpg, image/jpeg, 273x152

Ala Bab al-Quds (At the Gates of Jerusalem) "hani shakir" ******************************** To the last Arabian  By Dina Elkady   He kissed his mother’s face Asked her not to wear black Not to weep if he didn’t come back And as he walk through She already knew. And with every ray of the sun Hundreds like him are gone.   From the holy mosque The wind blew scent of death Along with a child’s last laughter And a widowed woman’s kiss The scent is strong and clear Whispering a brave martyr’s breath   Every day Arabs are dying Every day my people are buried Under a Palestinian old tree, Beneath a debris And everyone said his or her word, Everyone said I agree Let them die silently And put in the coffin A peace process guarantee   I see blood everywhere On my hands On your hands I see how weak I’m, how bland Bluntly I stand Saying farewell to my home, my dignity, and my land Bluntly I stand Watching the vanishing of Palestine sacred sand     I bow, sincerely I bow for you my people For sitting in the audience row For being part of the show I bow, for every moment of grief we refused to know For every day we ignored to say no. For every night we went to sleep Leaving our children in fear and woe.     I watch like you, like everyone my people Paralyzed and in shame And I can’t even cry My tears are angry and my sadness is lame I ask myself who am I A disgraced Arabian that’s what I became Who am I? A coward by no other name Who am I? I’m just a fake claim       I die every moment, more than once in a day Under my own siege of silence For all my people I let down For my entire race I mourn in dismay What can I say…. What can I say???? Words have no meaning They die slowly Before I dare to pray…!

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