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PAPA RATZINGER, I PEDOFILI
by HA(A)CKE Wednesday, May. 11, 2005 at 2:59 PM mail:

KLORO AL KLERO PORCO DI DIO, GESUINO

Da Vanity Fair n°18 12 maggio 2005
Forse non tutti sanno che

PAPA RATZINGER, I PEDOFILI E QUELLE "DIMENTICANZE"
DEI GIORNALI ITALIANI - DI PINO CORRIAS

Migliaia di pagine scritte su Papa Ratzinger. Entusiasmo a
scansione quotidiana. La prima passeggiata. La prima messa. La
prima udienza. La prima decisione. Neppure una riga sulle ultime
righe di una lettera scritta nel 2001 da Ratzinger cardinale,
nonché prefetto della Congregazione per la fede, ex Sant'Uffìzio,
dove si ordinava ai vescovi di tutto il mondo, pena la scomunica,
il segreto da opporre alle inchieste giudiziarie sui preti
pedofili. Investigare in silenzio. Archiviare. Secretare.
La storia venne rivelata dai giornali di tutto il mondo. Il
Vaticano cercava di arginare l'inchiesta sul potentissimo Maciel
Degollado, messicano, fondatore dei Legionari di Cristo, accusato
di pedofilia dai suoi ex allievi. Il processo si era aperto in
Texas nel 1997. Pubblici persino alcuni stralci di
testimonianze, come quella di padre Juan, ex seminarista di
Degollado: «Quante volte mi svegliava nel cuore della notte e
abusava della mia innocenza. Notti di paura, notti di assoluto
terrore». Ratzinger scrisse (con perfetto rigore) che «casi del
genere sono soggetti al segreto pontificio». Scrisse che si
sarebbe dovuta aspettare la maggiore età delle vittime e poi
altri 10 anni prima di rivelare le accuse. Raccomandava cautela.
Minacciava scomuniche. Secondo l'avvocato texano Daniel Shea, si
trattava di indicazioni così perentorie da costituire un
«intralcio alla giustizia», reato che la legge americana
considera assai grave.
L'intera storia, non ancora conclusa e lentissima negli sviluppi,
è tornata a galla in questi giorni sui giornali britannici.
Accresciuta in ragione degli eventi e dei protagonisti. Ratzinger
è diventato Papa. I Legionari di Cristo hanno moltiplicato il
loro potere insidiando persino quello dell'Opus Dei. La pedofilia
dentro la Chiesa è un problema rimosso. Il danno si perpetua.
Eppure sui devoti fogli italiani nulla di nulla (a eccezione
dell'Unità). Nonostante lo spazio, e l'attenzione per certi versi
maniacale. Come valesse davvero per tutti: investigare in
silenzio, archiviare, secretare.

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forse vi manca
by Nemo Wednesday, May. 11, 2005 at 3:09 PM mail:


San Francisco, 21 apr 2005 - 14:52
PRETI PEDOFILI: CHIESA S.FRANCISCO RISARCIRA' 6 MLN DLR

L'arcidiocesi di San Francisco (California) dovra' pagare sei milioni di dollari a tre uomini e una donna, a titolo di risarcimento per gli abusi sessuali che subirono da un sacerdote quando erano bambini. Lo ha stabilito un tribunale della citta' californiana, appena una settimana dopo una sentenza analoga emessa da giurati della vicina citta' di Oakland che ha stabilito un risarcimento di due milioni di dollari ad altre vittime di pedofilia da parte di sacerdoti. Secondo i giudici di San Francisco, le autorita' dell'arcidiocesi erano a conoscenza delle accuse che circolavano negli anni '70 contro il sacerdote Joseph Pritchard, ma le ignorarono. L'avvocato delle vittime, Larry Drivon, ha detto che si tratta della maggiore compensazione riconosciuta da un tribunale statunitense a vittime di abuso sessuale dal 1998 ad oggi. L'arcidiocesi di San Francisco ha inserito una nota sul suo sito Internet per far sapere che "nonostante gli abusi risalgano a oltre vent'anni fa, il fatto non diminuisce la vigilanza odierna e neanche la preoccupazione per le vittime". "Crediamo -si legge ancora- che i querelanti abbiano il diritto a un risarcimento equo per gli abusi subiti". (AGI)


Altre news

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DON TURTURRO ACCUSATO DI PEDOFILIA CONTINUA
by AD AVER CONTATTI CON I BIMBI Wednesday, May. 11, 2005 at 3:16 PM mail:


Lettere da Laodicea
10.5.2005
di Associazione Dipingi la pace di Palermo
Una Cartolina per la pace, una cartolina per gemellaggi di solidarietà con i ragazzi e ragazze dell’Iraq, della Palestina, d’Israele. Da Messina ci sono pervenuti ben 4000 cartoline. Ogni cartolina ha il suo disegno a colore sulla pace e sul retro un pensiero di non violenza e di pace. La mente scorre sui valori che incarnano i giovani d’oggi. Ecco alcuni pensieri:
La pace è il grido di gioia della terra.
La pace è tenersi tutti per mano amorevolmente.
La pace è un sogno: realizziamolo.
La pace: bambini di ogni colore che giocano insieme.
La pace è sentirsi gioiosi e uguali sul nostro pianeta.
La giustizia e la pace camminano assieme.
La pace sorge ogni giorno nei nostri cuori.
La pace è allegria, gioia, sorriso, dono d’amore.
La pace è dono di se stessi agli altri.
Il mondo è come un puzzle: con la pace si costruisce, con la guerra si distrugge.
Non si può portare la pace con le armi.
La pace è voglia di incontrarsi.
La pace: una strada dove assieme si cammina per costruire l’umanità, nella giustizia e nella bontà.
La pace nasce dal cuore per raggiungere il mondo intero.
Bruciamo il mondo di pace.
E’ urgente la pace e la salvaguardia del creato.
La pace è una sinfonia d’amore. Ognuno è uno strumento, perché la pace suoni nel mondo.

Al progetto” Una cartolina per la pace” dell’associazione Dipingi la pace nel gruppo di Messina, hanno aderito una trentina di scuole della città e della provincia. Ringraziamo il dott. Gustavo Ricevuto che ha permesso, con intelligenza non comune, che tale iniziativa volasse per le scuole di ogni genere e grado in città e nella provincia di Messina. I frutti sono stati abbondanti. Il primo percorso è stato realizzato. Le cartoline giungendo in Iraq, in Palestina e in Israele porteranno al più presto nuovi percorsi di gemellaggi. Infatti i ragazzi iracheni, palestinesi e israeliani risponderanno alle singole scuole e così nasceranno nuovi percorsi di gemellaggi e di incontri epistolari. Buon lavoro di educazione alla mondialità.
Dipax
Progetti di solidarietà: da Palermo e per Palermo.
Suggeriamo ai vari gruppi d’Italia, in sintonia con i valori della pace e della non violenza di elaborare due progetti di solidarietà per i ragazzi/e di Palermo.
1 - Laboratorio di animazione e di teatro.
Il progetto può essere sviluppato per i ragazzi e i giovani dell’associazione di Palermo, dalla responsabile del Gruppo Teatro “Dipingi la pace”, la signora Anna Turdo, coadiuvata da Sergio Bovi per elaborare tecnicamente il progetto per accedere ai fondi economici della CEE.
2 - Laboratorio ecologico-
Laboratorio che potrebbe immettere i giovani nel campo del lavoro, utilizzando le risorse naturale della Sicilia. Il progetto potrebbe essere sviluppato da Ciro Cireddu del Gruppo “Universitari Costruttori, coadiuvato sempre da Sergio Bovi.
Dipax

I luoghi della pace
I luoghi della pace sono i luoghi dell’anima. Sento struggente la necessità di questi luoghi. Sentiamo tutti la necessità del riposo spirituale, dove l’anima nostra si quieta. È il luogo di una collina per meditare dentro l’infinito. E’ il luogo di un campo di grano, dove cresce il pane per tutti e dove il vento ci fa impazzire di vibrazioni. E’ il luogo dei monti innevati, dove negli occhi la chiarezza e la bellezza del creato ci incanta. E’ il luogo di un monastero, dove i monaci meditano il vangelo e trovano il dialogo con Dio. E’ il luogo di una chiesa, dove le pietre annidano il silenzio. E’ il luogo delle icone, dove sono dipinti, non solo il divino, gli angeli e i santi , ma anche la storia di ogni uomo. E’ il luogo della città, dove tutti corrono a stressarsi di impegni. E’ il luogo di un ospedale, dove medici e infermieri ridonano la speranza della vita. E’ il luogo di una strada, dove il samaritano d’oggi accoglie un uomo sbattuto per terra da una macchina. E’ il luogo dello spirito, dove, fuori dal chiasso, senti finalmente te stesso. E’ il luogo di un anziano che carico di esperienze ringiovanisce di serenità anche i giovani. In queste oasi non sentiamo un luogo. Dentro vediamo oltre un luogo. Oltre i sentimenti, oltre le lotte della carne e dell’odio. Oltre. Oltre queste nostre città di indifferenza cantiamo anche il dolore, anche l’amarezza, se a Dio piace così. Non mi stancherò di cantare la speranza, le tempeste, le piogge, i fulmini, le notti oscure. Non mi stancherò di cantare le lacrime, i volti sorgenti di pianto. Non mi stancherò di inebriarmi di creato, di boschi, di agrumi, di gelsomini, di palme fiorite al cielo. Non mi stancherò di cantare il Signore, l’Amato che da sempre io cerco. Nel silenzio anche i gabbiani mi indicheranno la strada del Signore, dell’Amato, come s. Giovanni della croce, come santa Teresa d’Avila. Da tempo se ne andato, il Signore della gioia, il Signore del sorriso, qui mi rimane il Signore della croce. Da tempo con lui ora sono il pastore della croce. Il mio bastone di pastore è la croce. Se ne andato via. Ditemi dov’ è andato? Sapete i suoi passi, voi dall’alto del cielo, voi colombe che respirate in alto? Sapete il suo giaciglio? Ditemi è qui vicino o molto lontano ancora? Forse mi ha dimenticato? Io stanco di afflizioni e di limiti? Ditegli che mi sono lavato con le mie lacrime. Ditegli che ritorni, non solo sui prati, non solo sulle stelle, non solo sulle colline a correre la gioia del creato, non solo al chiarore della luna, non solo… Ditegli che ritorni dentro. La mia porta è aperta. Il cuore è spalancato. Ditegli che soffro l’attesa e che è vuota la mia vita, senza. Vuota di senso, non solo vuota di sorrisi e di gioia. Ditegli che ritorni. Nei prati dell’anima. Nei prati del cuore. Ditegli che lo amo. Ho dato tutto, ho venduto tutto per lui. Non ho più niente. Sono spoglio. Non sono più niente della terra. Ora sono solo per lui. Ditelo, voi monti. Ditelo, voi notti. Ditelo, voi stelle. Ditelo, voi angeli. Sono un pezzente in cerca del suo Amore. “ Chi non cerca la sua croce, non cerca la sua gloria”. ( A. S). Dentro tutto si spegne, senza di te. Il cielo non è più azzurro. Neanche più mio. Il mare è agitato come la mia mente. Tutto è spento dentro, senza di te. Dentro mi restano solo dolcezze spirituali che ora custodisco con pazienza e dico al cuore di avere clemenza, perché il luogo della pace è dentro l’anima, dove incontriamo il Signore. Il luogo della pace è il cuore, dove la pienezza dell’essere uomo, la pienezza dell’essere donna, si sazia di Dio.
Paolo Turturro
Campi di animazione a Palermo,
dal 15 giugno al 15 settembre 2005-
I campi di animazione sono per i ragazzi/e di Palermo e si svolgono al Borgo della Pace - Villafrati - Palermo.
I campi di animazione hanno lo scopo di animare i ragazzi del Borgo vecchio e di Ciaculli di Palermo. I giovani/e di ogni luogo possono prenotarsi presso Rosi Conigliaro ( 349 -2897568). I campi di animazione prevedono giochi, canti, impegni, divertimenti, formazione alla pace e alla non violenza, evangelizzazione attraverso le parabole del Vangelo. Cominciare da Gesù Cristo per socializzare assieme. E’ un tempo forte, dove ragazzi/e e animatori vivono una settimana assieme, da lunedì a sabato. Puoi scegliere la settimana che vuoi, comunicandola a Rosi.
Nel campo di animazione sono previsti i campi di servizio per cucinare assieme, lavare, coltivare l’orto della solidarietà, curare l’ambiente del Borgo della Pace.
A sera sono previsti incontri con testimoni di impegno cristiano e sociale. Tutto all’insegna della familiarità e dello stare assieme in semplicità.
Prenota il campo. Vi aspettiamo numerosi a Palermo.
Dipax
Anima mia
E’ ritornata la volpe a divorare le piste atletiche con vampe di secondi. E’ ritornato a gridare:”Bombardate il sole. Schizzate sugli scogli la luna. Distruggete il cielo. Sradicate le foreste. Avvelenate gli uccelli e gli animali. Imballate l’universo nella cantina. Cominci un nuovo giorno, un nuovo vivente.” Quante terapie come placebo per acquietare psicologicamente l’ammalato. Oh! se sapessero come li prendiamo in giro, lontani dalla guarigione. Lo specchio non è il flashback delle persone, né dei ricordi. Per calmare un ferito si inventano tanti motivi di scuse, che l’ammalato già sa. Ho imparato nei silenzi il ritmo mistico della preghiera. Il battito del cuore l’ ho accordato agli inni del mattutino e della sera. Io non sono quello che leggete fuori. Non il deserto, ma l’odio è il luogo dell’oblio. Anima mia vola via. Anima mia corri via, lassù lontano dai sogni miei e dai giorni miei, da quest’odio nero della gente. Anima mia non ti fermare quaggiù a contemplare ciò che finisce. Il resto qui è morire. Anima mia qui è un terrore antico vivere e respirare. Anima mia vola via prima che il sepolcro sia la tua bara. Anima mia qui non c’è nessuno a piangere e a pregare. Anima mia hanno ucciso il cielo e tu non puoi vivere in nessuna via. Anima mia qui si son venduti tutti alla notte. Almeno un intervallo di luce in questa notte oscura. Anima mia nessuno più sente il tuo palpito, nessuno il tuo anelito. Io ancora sento. Ti sento con il bacio della mia bocca. Ti sento con la carezza delle mie mani. Ti sento con il fiato delle mie labbra. Ti sento con il respiro del mio cuore. Anima mia vola via. Presto tutto in noi diventa sabbia. Presto tutto in noi diventa deserto. Anima mia la luce non ha fessure. Tu sei un’oasi di certo. Sale ciò che scende e la croce è riversa all’ingiù per terra. Nell’anima non pesa l’infinito e il corpo è una perla, non è il confine dello spirito. Anima mia non sei una città lontana, sei la mia campagna. Anima mia i fiori sono i violini e le margherite le arpe nelle tue vene. Anima mia sei il mio giardino. I torrenti sono i miei pensieri e il pianoforte sono le mie dita. Anima mia sei il mio sentiero. Gli alberi sono i miei passi e le foglie le mie parole. Anima mia sei il mio Te Deum. La mia voce è lo spirito che inneggia eternità alla mente. Anima mia sei la mia musica. Il mio cuore sono le note e il mio polmone è la tua sinfonia. Anima mia sei il mio atelier. I miei occhi sono i colori e le mie vene i tuoi pennelli. Anima mia sei il Veni, creator a cantare il cielo dentro un orcio di terra. Anima mia sei il mio mattutino, dove arpeggiano santi e profeti. Anima mia sei il mio magnificat, dove le lodi più soavi sono elevate alla Vergine. Anima mia sei il mio libero canone, dove consacro il pane per le mense universali. Anima mia sei il mio requiem, dove non muoiono i pensieri. Anima mia sei il mio delirio che flotta dalla terra il cielo. Anima mia sei la culla, dove l’universo ha cantato le più belle ninna-nanne dei tempi. Anima mia non sei l’uragano, non sei la tempesta. Anima mia non sei una guerra, né una battaglia, dove tutti si allenano o si uccidono. Anima mia sei una primavera, dove Botticelli ha dipinto amori e pensieri. Anima mia sei il mio anello, dove si sposano gli angeli e i santi. Anima mia sei il mio sguardo aperto come l’orizzonte, luminoso come il giorno. Anima mia sei la mia coscienza, saggia di capire il bene e di rifiutare il male. Anima mia sei la luce in questo baratro di tenebre e di guerre. Anima mia sei lo spazio, dove cieli, fiumi, sorgenti, foreste, monti, stelle, firmamenti navigano felici. Anima mia non sei una mummia, dove si cartapestano le ire e le passioni. Anima mia sei l’ala di riserva per volare oltre le nostre visioni. Anima mia sei il mio letto, dove abbraccio nell’amore l’immenso. Anima mia vivi senza mai morire. Spiri senza mai spirare. Anima mia, dentro me, sei un invisibile silenzio. Anima mia sei il mio giorno che non conosce la sera. Anima mia sei il mio pianto a sorgente di vita. Anima mia sei ciò che non può finire. Anima mia sei mia madre, mia moglie, mio figlio. Anima mia…
P. Paolo Turturro
Troppo in alto
La croce, qui, nel duomo di Milano è troppo in alto. Nascosta nella soffitta-arco della navata centrale. Ho sistemato la camera e al pomeriggio siamo andati in Duomo per i vespri dell’Ascensione. Il buio del duomo mi prende. Le vetrate salmodiano appena i colori dei santi e degli angeli. Le volte austere delle pietre venate di rosa e di bianco mi innalzano lo sguardo. Le preci dei canonici riempiono il presbiterio. Il lucernario illumina l’altare e l’incenso eleva in alto gli inni e i salmi. Il luogo più alto per ascendere è la coscienza. E la tua, o Cristo, la tua croce è messa in alto, nella volta centrale. Troppo in alto. Nessuno ti vede. Il cero pasquale troneggia, come un missile, sull’altare. Lì di fronte c’è un’altra croce e lì dentro c’è un chiodo vero della tua croce terrena, quella del Golgota di duemila anni fa. I salmi con l’incenso profumano i fedeli e tutto il duomo in restauro. La perenne fabbrica del duomo. Il coro incide:” Tu es sacerdos in aeternum…” Il cuore si infiamma. Il banco già gronda di lacrime. La tua croce è in alto, collocazione nascosta. Mi parla. Si infiamma prima il costato, poi tutto il cuore. Le vampe passano dal costato all’avambraccio, di seguito a tutto il braccio sinistro. Lassù in alto, nessuno ti vede infiammato. Tu infiammi e ardi solo chi vuoi. Tu con una croce di legno spacchi lo spirito. Lentamente giù procedono le preci. Il turibolo si volta a raggiera, come negli ortodossi. Il presbiterio è tutto un alone di incenso e di profumo. Si vedono appena i canonici dalle cappe di porpora. Il salmista ancora canta:” Tu es sacerdos in aeternum…” Il Signore schiaccerà gli oppressori del male. E tu ancora lassù ti incendi: la tua croce si infiamma fino a raggiungere la tua mano che si staglia netta sul legno. Splende la tua mano, forata da un nero chiodo. E mi inviti:” Vuoi partecipare alla mia croce? ” Lassù è troppo in alto. Nessuno può partecipare. Lassù è troppo in alto. Nessuno può arrivare. I canonici intonano il magnificat. E’ tempo di andare. E’ tempo di uscire dal dolore. Mi restano dentro solo le tue vampe. Un crocifisso di fiamme. Un costato trasparente di luce dentro, che procede a incendiare il tuo corpo a forma di una grande “S”. Vuoi anche il mio “Sacrificio”. Eccomi, se vuoi. Il duomo si spegne. “Da mezzogiorno alle tre di pomeriggio, si fece buio su tutta la terra”. E’ il buio più terribile, più opprimente. E’ il buio della bibbia. E’ il buio su Dio. Mai un buio così fitto sulla crosta della terra. Mai un buio così lacerante sulla crosta dell’anima. Ma anch’io credo come don Tonino Bello:”… per me è la frase più luminosa della bibbia”. Proprio per la riduzione del tempo: da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo questo è il tempo concesso al buio di infierire sulla terra. Questo e non più. Questo e non altro. Ancora don Tonino:” Ecco le sponde che delineano il fiume delle lacrime umane”. Solo in questo tempo si consuma il dolore. Solo in questo tempo può agire la cattiveria. Da mezzogiorno alle tre di pomeriggio. E’ circoscritto il dolore solo sulla terra, solo sulle ore del tempo. Solo in questo tempo è permesso al male di agire. Mi sembra che il tempo del dolore non abbia molto sfogo, anche se è troppo infinito nella nostra carne. Un tempo appena di tre ore, ma che per noi e per tutti è interminabile. E’ il tempo del tuo sacrificio, caro fratello, malato di cancro. E’ il tempo del tuo tumore, appena tre ore, cara mamma che hai in seno un bimbo. E’ il tempo della mia vergogna che mi abbuia e mi collassa il cuore, appena tre ore. Ma lassù, troppo in alto, nella navata centrale del duomo la tua croce non è provvisoria. E’ fissa con corde d’acciaio. E’ piantata persino in alto, nel cielo di ogni navata d’uomo. Lassù è consentito anche un trono. Il trono della regalità della croce. Il legno che si infiamma e ascende superior. Lassù ascendi tutti noi. Coraggio, fratelli, la nostra casa è lassù. Coraggio, fedeli del dolore, dopo tre ore, c’è già la rimozione di ogni croce, di ogni dolore. In cielo non c’è il parcheggio delle croci. Si lasciano in basso, come il nostro corpo che è fatto, con le braccia aperta, a croce. Lassù siamo chiamati a uscire dal buio. C’è una finestra, in duomo, sulla navata centrale. Esce un raggio. Entra una colomba. Puoi farcela anche tu ad ascendere dentro. Lassù siamo chiamati a deporre ogni patibolo che diventa una vampa d’amore per l’Amato che non conosci e che solo lassù si svela. Quella vampa di croce diventa una corona regale, una palma che non vedi, un diadema dello spirito, che splende solo in cielo e qui, quaggiù, non puoi vedere. Vedi, sono già passate le tre e il duomo risuona di canti dell’Ascensione. Coraggio, tu che soffri, non manca nessun istante dentro lo spirito della gioia. Coraggio, la nostra regalità è il nostro corpo che, aperte le braccia, diventa una croce di carne, che abbraccia Dio, il cielo e tutto il creato. Di quel vespro mi resta solo la fiamma della tua croce che lentamente mi brucia costato, cuore, braccia, mano e non solo, soprattutto l’anima. Mi resta ancora quel chiodo nero della mia vergogna. Forse, il Signore, ne farà una palma. Coraggio, Cristo, se vuoi inchiodami anche l’anima, solo però nelle tue mani. Uscendo, ho lasciato in duomo, solo lacrime, ormai evaporate nel tuo costato. Grazie, Signore, che dal dolore ci ascendi al PADRE.
P. Paolo Turturro
uesta è la notte.
Martedì, 10 maggio 2005
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e bravo il pedofilo cattolico apostolico romano
by kloro al klero Wednesday, May. 11, 2005 at 3:24 PM mail:

Cronache
11 apr 13:36 
Palermo: prete antimafia rinviato a giudizio per pedofilia
PALERMO - Rinviato a giudizio per pedofilia don Paolo Turturro, ex parroco della chiesa di Santa Lucia di Palermo. E' accusato di aver abusato di due bambini nel 2000. Don Turturro e' conosciuto per le sue crociate antimafia. Il processo per pedofilia si svolgera' il 19 maggio. Da mesi il sacerdote e' sottoposto al divieto di soggiorno a Palermo. (Agr)

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IN GALERA PRETE BASTARDO
by SBATTETELO AL GABBIO E BUTTATE LE CHIAVI Wednesday, May. 11, 2005 at 3:32 PM mail:

<<Da mesi il sacerdote e' sottoposto al divieto di soggiorno a Palermo >>>
DON TURTURRU, MALEDETTO PEDOFILO, NON PUOI STARE A PALERMO HAI IL DIVIETO DELLA PROCURA, STAI LONTANO DAI BAMBINI, TIENI LONTANO LE TUE MANACCE E NON PALARE DI PACE, SCHIFOSO MOLESTATORE, TORNATENE NELLE FOGNE
E SPERO CHE TI MANDINO ALL' UCCIARDONE, DOVE IL COMITATO D'ACCOGLIENZA DEL POPOLO CARCERARIO, TI FARA IL TRATTAMENTO RISERVATO AI PEDOFILI

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El Papa puso a Bush en el poder y encubrió los escándalos sexuales
by s Wednesday, May. 11, 2005 at 3:41 PM mail:

El Papa puso a Bush en el poder y encubrió los escándalos sexuales

http://www.rebelion.org/noticia.php?id=15040

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dichiarazione
by Anza Wednesday, May. 11, 2005 at 3:57 PM mail:

Papa Benedetto XVI ha dichiarato che se verrano fatte altre insinuazioni su Michael Jackson e i bambini, sará costretto a nominarlo prete.

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LES CALUNNIE DELLA MAFIA
by Tiziana Matthey Tuesday, May. 17, 2005 at 12:32 PM mail: catiz@bluewin.ch

E vero che ci sono preti pedofili, come dei padri e degli zii o dei nonni... Pero da tempo la Mafia cercava di eliminare Don Paolo Turturro dalla scena pubblica... Altri preti che davano fastidio li hanno uccisi o accusati di riciclaggio.... Allora hanno avuto un'idea geniale, visto che si occupava di bambini, quelli particolarmente sfruttati dalla mafia locale, cosa meglio che d'accusarlo di pedofilia?? Quanto hanno pagato la gente per calunniarlo? E quella gente si rende conto che per qualche soldo i loro bambini continueranno ad essere nelle mani della mafia?? E quello il destino che sognano per i loro figli??? Allora vergogna per quelli che calunniano un giusto che dâ fastîdio... Speriamo che la giustizia trionfi e che i calunniatori si pentano...

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giusti?
by preti di merda Tuesday, May. 17, 2005 at 12:46 PM mail:


Referendum Pma: diamo un salutare schiaffo alla chiesa, falsa e ipocrita.

I prossimi referendum sulla legge sulla procreazione assistita potrebbero essere una buona occasione per mandare un forte segnale al cattolicesimo italiano, ed alla sua smodata tendenza ad ingerire nella vita del paese.
Grazie alla vacanza di una cultura genuinamente laica, la caduta del comunismo ha provocato, in Italia, l’aumento dell’influenza e della pressione delle elite cattoliche sulle istituzioni repubblicane. Approfittando del relativismo morale tanto condannato, il lobbysmo cattolico ha assecondato ogni governo negli ultimi 15 anni in cambio di prebende e vantaggi.
Mentre la percentuale dei praticanti cattolici precipitava durante il papato di Wojtyla, in realtà cresceva la morsa del clero secolarizzato sulle istituzioni italiane, quelle religiose come quelle istituzionali ed economiche.
Mentre Wojtyla si spacciava per il pastore dei giovani semplicemente inanellando lunghissimi giri promozionali attorno al globo, il felpato clero romano ha fatto terra bruciata in caccia di potere e denaro.
Durante l’ultimo papato, il clero italiano ha evitato di esporsi politicamente, preferendo un’azione più sotterranea quanto subdola. Mentre il papato gridava contro il consumismo ad uso e consumo di un riposizionamento strategico dell’immagine del cattolicesimo, il clero si occupava di monetizzare, aggiornando tecniche di marketing e lobbysmo. Nel nostro paese, approfittando del confuso quadro politico, il fenomeno ha assunto dimensioni tanto estese quanto assolutamente da condannare.
Intendiamoci, qualsiasi insieme sociale ha il diritto di organizzarsi per tutelare i propri interessi, ma la cosa assume dimensioni completamente diverse quando questo gruppo agisca in danno della collettività, pretendendo al contempo di porsi come baricentro morale.
Il florilegio di santi di pessimo gusto, la commercializzazione di massa di prodotti come Padre Pio, ormai diffuso ed onorato come i nani da giardino, ormai capace di sostituire il corno antisfiga nel cuore di molti automobilisti, non sono fenomeni naturalmente generati dalla devozione; ma portano con chiarezza l’impronta della speculazione economica e dell’impiego massiccio di tecniche di marketing.
Il gadget, il film, l’album delle figurine, immagini, statuette, articoli promozionali su ogni testata; nulla è lasciato al caso. E’ la chiesa del potere temporale, in questa epoca identificato nella quantità di denaro della quale si ha il controllo; la chiesa mercantile contro la quale Lutero gridò il suo sdegno, è la chiesa dei chierici, della quale i fedeli sono ormai tornati definitivamente gregge.
Anche recentemente, l’invadenza cattolica ha procurato gravi danni al nostro paese; dal caso della legge sulla fecondazione assistita, all’assunzione di qualche migliaio d’insegnanti di religione, fino all’infiltrazione del sistema sanitario nazionale e alla partecipazione a pagine oscure della finanza nazionale; una volta l’Ambrosiano, oggi le manovre della Bpl.
Una chiesa vigliacca, una chiesa che mentre armeggia con il denaro spande parole sagge irridendo i creduloni, costretti a comprare il pacchetto completo; agli sfortunati capita di credere e di dover ubbidire, pagare per credere; non molto diverso dai meccanismi usati da Wanna Marchi che, infatti, lucrava alla grande.
Nascosta dietro un prete antimafia, la curia siciliana ha in pratica dirottato il servizio sanitario dell’isola verso l’obiezione all’aborto quasi totale, i medici obiettori non fanno carriera senza il placet curiale; il presidente dell’ARS siciliana Cuffaro sfila con contorno di sottane e di madonne e sorride assicurando che la mafia non esiste, ed il don, beffardo, accanto a lui benedice.
Il primo ministro italiano, che si spaccia per benedetto dal signore, esibisce zie e benemerenze da timorato di Dio, appare sempre circondato di prevosti dalla dubbia moralità, mentre nessuna voce si è mai levata dagli altari contro questo massimo rappresentante dell’immoralità e della spregiudicatezza.
Di fronte al calo del seguito tra la popolazione, la curia italiana si è data agli affari, alla caccia del potere temporale, mentre allo stesso tempo radicalizza la propria dottrina in chiave antimoderna.
La non-novità è che questo avviene attraverso un’azione che fa della doppiezza e della dissimulazione la sua cifra. La storia di un martire della teologia della liberazione assolve il Vaticano dall’aver coperto i suoi assassini; un prete offeso dalla mafia vale a nascondere tutti gli altri preti che, pavidi, tacciono di front all’orrore e ne rafforzano l’influenza.
E’ il pattume che qualche anno fa ci propinava il cardinale Biffi, il vero volto del cattolicesimo; è l’Opus Dei: la mano di ferro che la chiesa porge nascosta dal guanto della misericordia.
E’ la doppiezza di chi da un lato prende i soldi dalla Moratti e dall’altra lamenta lo sfascio della scuola pubblica, di chi chiede maggiori risorse per l’istruzione e sottobanco vilmente trama alle spalle delle teorie di Darwin preferendovi i bambini portati dalla cicogna; la doppiezza di chi prende la parte di malati ed anziani e poi lotta per impadronirsi dei fondi della sanità, di chi accentra il controllo sulle carriere dei medici, tutti; la doppiezza di chi ci dice tutti figli di Dio, ma alcuni un po’ meno; che proclama la sacralità della vita, ma sorvola sui massacri orditi dai propri fedeli; che finge di opporsi al consumismo e poi mette in vendita un orsacchiotto di peluche con paramenti papali a 160 € da vendere in piazza S. Pietro, of course.
I giorni della morte di Wojtyla ci hanno raccontato dell’esistenza di una macchina perfetta per organizzare il consenso e spettacolari adunanze di greggi commossi, abbiamo visto sfilare l’oligarchia vaticana carica d’ori accanto ai peggiori dittatori, abbiamo visto la corsa alla genuflessione della nostra classe politica.
Abbiamo visto il più lungo spot in formato telenovela che la storia ricordi, lo sfruttamento totale dell’agonia di un vecchio e dei sentimenti dei fedeli.
Nelle more dell’elezione abbiamo sentito le flebili voci del cattolicesimo di frontiera chiedere attenzione, il cattolicesimo sul campo che con il suo sudore ed il suo sangue copre le impresentabili verità di un clero occupato a consolidare le proprie sostanze. Flebili ed inascoltate, gente buona per esibirne la santità, mentre esaltandone la modestia si specula sui mercati finanziari o si estorcono oboli a chi ha solo la colpa di voler credere in Dio.
Soldi del demonio, verrebbe da dire, se per conservarli occorre coprire ogni indegnità ed ogni azione della nostra classe politica. Soldi che comprano il silenzio sulle ingiustizie, soldi che trasformano la fede in cieca militanza al servizio d’oscuri interessi. Chi può, vada con la mente agli ultimi vent’anni, e provi a ricordare un alto prelato che condanna uno solo dei tanti pessimi politici italiani o un grande imprenditore; provi a cercare nella memoria una sola conseguenza pratica del grido papale contro la guerra in Iraq, provi a cercare anche il minimo sgarbo diplomatico, o una parola fuori posto, verso quei paesi nei il cattolicesimo convive e ha convissuto con feroci dittature e classi politiche corrottissime.
Questa si chiama doppiezza, la doppiezza e la vigliaccheria di chi sa di aver perso, con la rivoluzione francese, la battaglia dialettica contro la ragione; e che quindi si sottrae al confronto aperto per operare nell’ombra del non detto; di chi non vuole rinunciare a quel potere temporale che pure riconobbe come fonte di ogni disgrazia e primo motore dell’allontamento dalla dimensione mistica e religiosa.
La stessa doppiezza che ha guidato il lobbysmo cattolico a venire a patti con i peggiori elementi della Cdl per ottenere l’orrenda legge per la procreazione medica assistita, e che ora vigliaccamente spinge all’astensionismo per evitare il giudizio dei cittadini.
Il tutto per sostenere una legge che è il trionfo dell’ipocrisia, alla faccia del proclamato schierarsi contro il relativismo del nuovo pastore d’origine tedesca, davvero tutto d’un pezzo; una legge che grida alla sacralità dell’embrione per attaccare, ancora una volta, i fondamenti della legge sull’aborto. Una bassezza inaudita, possibile solo grazie all’abbassamento delle difese preposte alla laicità del nostro Parlamento nel polverizzato quadro politico e alla diffusione dall’ignoranza e dell’opportunismo tra gli eletti.
Dagli eredi del comunismo ai neofascisti è una sfilata continua a baciare gli anelli cardinalizi, corteggiando pacchetti di votanti in nome dell’apertura ai valori, crisi e conversioni hanno persino colpito diversi noti politici, un dato in clamorosa controtendenza con quello di una popolazione sempre meno praticante.
Quali siano i valori che interessano è chiaro, non è un caso, come leggevo in un commento, che tra l’incredibile massa di reliquie del Cristo conservate in templi e monasteri, l’unica a mancare sia il bastone con il quale questi cacciò i mercanti dal tempio.
Per queste ragioni l’appuntamento referendario diventa l’occasione per l’Italia laica di assestare un salutare quanto sonoro schiaffone alle sottane invadenti, un’occasione per i cittadini laici di ricordare ai fratelli cattolici che devono tenere le manine dei loro pastori, tedeschi o meno, lontane dalle tentazioni dell’economia e della bassa politica.
Il prossimo referendum può essere l’occasione per mandare un segnale forte contro l’incesto tra politica e religione nel nostro paese; un incesto che produce mostri ed oscurantismo, cavalcando l’ignoranza in nome della fede, al fine di imporre anche ai laici ogni genere di libello di medioevale memoria.
Diamo questo schiaffo, senza illuderci che ci porgano l’altra guancia; a volte uno schiaffo al momento giusto conta più di mille discorsi.

http://italy.indymedia.org/news/2005/05/792226.php
bella anche la foto

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