Indymedia Italia


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http://italy.indymedia.org/news/2006/04/1049410.php Invia anche i commenti.

dalla lista indymedia
by fw:dacia valent Monday, Apr. 17, 2006 at 11:53 PM mail:

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Ciaociao, mi scuso per l'intervento, ma visto che ne state discutendo...

Ora, non è necessario mandarmi a fare in culo, so già che non è che io
c'entri molto, anzi, mi scuso in anticipo per esseri jumpata così
all'improvviso in una questione che mi tocca solo come utente e lurker della
vostra lista. In effetti vi leggo da pochino.

Premetto che ci tengo a leggervi perché ogni tanto vengo ricoperta di
contumelie nel vostro nw, e mi interessava capire quali fossero le dinamiche
che avevano trasformato il news wire di Indymedia (uno dei miti della
comunicazione antagonista e non mediata) in una specie di puttanaio.

Conclusa la premessa, non riesco a cogliere il problema originato dalle
lettere delle compagne.

Mi occupo di diritti civili da un po' di tempo e, francamente, il contenuto
delle lettere non ha alcuna rilevanza dal punto di vista della difesa: sono
considerazioni di tipo politico e se sono sputtananti (e io le trovo così)
lo sono solo dal punto di vista politico.

La questione è un'altra: Indymedia è un brand che ha un enorme peso politico
a livello mondiale. Mi sconvolge il pensiero che venga gestito in questa
maniera ciabattona e rozza. Manca solo che qualcuno si metta a dire "nella
misura in cui" e "cioè" ed abbiamo fatto cappotto per ciò che concerne lo
stereotipo della macchietta di sinistra.

Ora, la situazione che si è venuta a creare sulla questione delle lettere è
totalmente insignificante, dal punto di vista prettamente giuridico, ma sta
diventando il pretesto per alcuni per defilarsi: sembrerebbe quasi che,
siccome il gioco si è fatto duro, alcuni abbiano deciso di riprendersi i
loro "lego" e le loro "barbies" per non giocare più.

Invece la questione non è così semplice: non so voi, ma l'uso dei pretesti
appartiene ad altri. E, per dirla tutta, se non siete all'altezza di gestire
uno strumento potente (mi piace questa definizione) come questo, mantenendo
le caratteristiche, allora non è giusto che ne abbiate il monopolio.

A me sembra che invece abbiate attraversato, in maniera scoordinata magari,
ingenua per altri versi, stupida per altri ancora, delle tempeste mica da
ridere. E vi siete scontrati con l'iceberg che ha affondato buona arte del
movimento: l'assemblearismo.

Non si tratta di una semplice questione di politica generale, ma anche di
una questione di organizzazione politica del lavoro del media, della
creazione di un apparato puramente organizzativo: non so in quanti siete (a
giudicare dal numero di mail che producete quotidianamente direi parecchi).

Beh, dividetevi i giorni, create un gruppo ristretto di 7 persone (uno per
ogni gruppo giornaliero) che intervengano sulle questioni di straordinaria
amministrazione, controllate il newswire e sfoltitelo dai freaks, ogni
gruppo faccia un backup completo, comprensivo della giornata su disco rigido
oppure ottico o quel cazzo che vi pare, roba da non rimanere blanked quando
succede, trovatevi un server all'estero che sia difficilmente sequestrabile
dall'Italia.

Ma se fate informazione, DEDICATEVI ALL'INFORMAZIONE: non sta a voi (come
Indymedia) organizzare la difesa di chicchessia, oppure manifestazioni pro o
contro: potete farlo come singole organizzazioni che partecipano al
progetto, ma Indymedia è appunto un mezzo do comunicazione di massa che è
più diffuso di Manifesto, Liberazione e Unità messi insieme.

Voi siete quelli che danno al movimento uno strumento importante di
comunicazione sia interno sia verso l'esterno. Piuttosto fornite a quelli
che lo fanno uno spazio collettivo dove organizzarsi, senza imbecilli che si
mettano ad insultare o a spernacchiare. Ma soprattutto, dettate le regole ai
vostri colleghi della carta stampata: dovreste essere voi a dettare i titoli
dei giornali di sinistra del giorno dopo, e non limitarvi a commentare il
fatto che non vi si siano inculati di pezza.

Le lettere delle compagne ion carcere sono uscite, le ha pubblicate un
giornaletto che vende meno di 25mila copie. Embé? Voi siete infinitamente
più grossi, più potenti, più incisivi.

Solo che volete sembrare minoritari, ad ogni costo. Io vorrei vedervi nelle
rassegne stampa quotidiane. Avete il culo incredibile di avere notizie di
prima mano a livello di grass roots da tutto il mondo, ma state qui a
menarvela con aria tragica e pensosa con la questione delle lettere di
qualche ragazza che è spaventata di quello che sta succedendo nella loro
vita.

Ma, e con tutto il rispetto, essere antagonisti non è una cup of thea,
manifestare contro i fascisti, contro il governo, contro la polizia, contro
le multinazionali, non è una specie di alternativa trendy allo shopping o al
bungee jumping. Se si decide di farlo lo si fa fino in fondo, correndo un
rischio calcolato (e se non è calcolato allora è da idioti correrlo).

Invece, sta a voi adesso dare a queste ragazze il podio dal quale
trasformare questa loro detenzione in un fatto che esca dalla cronaca ed
entri nel politico: aprite una finestra per versamenti su un conto corrente
per le spese legali, raccogliete mail e commenti di solidarietà da mandare
in carcere, per far sentire loro che non è vero che sono sole.

La questione delle lettere pubblicate è patetica, non perché potrebbero
creare dei problemi alla difesa, ma perché non siete riusciti a gestirla, né
mediaticamente né politicamente: avete subito la pubblicazione delle
lettere, quando avreste dovuto essere voi a diffonderle seriamente, non solo
pubblicandole ma facendo anche qualche comunicato stampa. Le ragazze
potevano venirne fuori come delle eroine, delle antifasciste, delle
partigiane, ed invece sono diventate una caricatura nelle mani di Belpietro
e compagnia. Erano state pubblicate queste cazzo di lettere, gli rss già le
davano a tutti i sottoscrittori. Adesso le avete tolte. Roba da matti.
Davvero. Tanto valeva ammettere: siamo degli incapaci.

Una volta pubblicate, sono state lette, o lo saranno. Ed il vostro compito,
come admin di Indy, è proprio quello: pubblicarle. Non fate parte del
collegio di difesa, non siete parenti, ed anche se lo foste, siete - volenti
o nolenti - giornalisti e non capipopolo.

Non è questo il momento di dimettersi, è il momento di organizzarsi. E se
non l'avete capito voi, allora non mi resta che cambiare la page d'avvio del
mio browser con quella di Tocque-ville.it, saranno degli stronzi
neo-connard, ma accidenti, sanno lavorare.

Dacia

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