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Ciaociao, mi scuso per l'intervento, ma visto che ne state discutendo...
Ora, non è necessario mandarmi a fare in culo, so già che non è che io c'entri molto, anzi, mi scuso in anticipo per esseri jumpata così all'improvviso in una questione che mi tocca solo come utente e lurker della vostra lista. In effetti vi leggo da pochino.
Premetto che ci tengo a leggervi perché ogni tanto vengo ricoperta di contumelie nel vostro nw, e mi interessava capire quali fossero le dinamiche che avevano trasformato il news wire di Indymedia (uno dei miti della comunicazione antagonista e non mediata) in una specie di puttanaio.
Conclusa la premessa, non riesco a cogliere il problema originato dalle lettere delle compagne.
Mi occupo di diritti civili da un po' di tempo e, francamente, il contenuto delle lettere non ha alcuna rilevanza dal punto di vista della difesa: sono considerazioni di tipo politico e se sono sputtananti (e io le trovo così) lo sono solo dal punto di vista politico.
La questione è un'altra: Indymedia è un brand che ha un enorme peso politico a livello mondiale. Mi sconvolge il pensiero che venga gestito in questa maniera ciabattona e rozza. Manca solo che qualcuno si metta a dire "nella misura in cui" e "cioè" ed abbiamo fatto cappotto per ciò che concerne lo stereotipo della macchietta di sinistra.
Ora, la situazione che si è venuta a creare sulla questione delle lettere è totalmente insignificante, dal punto di vista prettamente giuridico, ma sta diventando il pretesto per alcuni per defilarsi: sembrerebbe quasi che, siccome il gioco si è fatto duro, alcuni abbiano deciso di riprendersi i loro "lego" e le loro "barbies" per non giocare più.
Invece la questione non è così semplice: non so voi, ma l'uso dei pretesti appartiene ad altri. E, per dirla tutta, se non siete all'altezza di gestire uno strumento potente (mi piace questa definizione) come questo, mantenendo le caratteristiche, allora non è giusto che ne abbiate il monopolio.
A me sembra che invece abbiate attraversato, in maniera scoordinata magari, ingenua per altri versi, stupida per altri ancora, delle tempeste mica da ridere. E vi siete scontrati con l'iceberg che ha affondato buona arte del movimento: l'assemblearismo.
Non si tratta di una semplice questione di politica generale, ma anche di una questione di organizzazione politica del lavoro del media, della creazione di un apparato puramente organizzativo: non so in quanti siete (a giudicare dal numero di mail che producete quotidianamente direi parecchi).
Beh, dividetevi i giorni, create un gruppo ristretto di 7 persone (uno per ogni gruppo giornaliero) che intervengano sulle questioni di straordinaria amministrazione, controllate il newswire e sfoltitelo dai freaks, ogni gruppo faccia un backup completo, comprensivo della giornata su disco rigido oppure ottico o quel cazzo che vi pare, roba da non rimanere blanked quando succede, trovatevi un server all'estero che sia difficilmente sequestrabile dall'Italia.
Ma se fate informazione, DEDICATEVI ALL'INFORMAZIONE: non sta a voi (come Indymedia) organizzare la difesa di chicchessia, oppure manifestazioni pro o contro: potete farlo come singole organizzazioni che partecipano al progetto, ma Indymedia è appunto un mezzo do comunicazione di massa che è più diffuso di Manifesto, Liberazione e Unità messi insieme.
Voi siete quelli che danno al movimento uno strumento importante di comunicazione sia interno sia verso l'esterno. Piuttosto fornite a quelli che lo fanno uno spazio collettivo dove organizzarsi, senza imbecilli che si mettano ad insultare o a spernacchiare. Ma soprattutto, dettate le regole ai vostri colleghi della carta stampata: dovreste essere voi a dettare i titoli dei giornali di sinistra del giorno dopo, e non limitarvi a commentare il fatto che non vi si siano inculati di pezza.
Le lettere delle compagne ion carcere sono uscite, le ha pubblicate un giornaletto che vende meno di 25mila copie. Embé? Voi siete infinitamente più grossi, più potenti, più incisivi.
Solo che volete sembrare minoritari, ad ogni costo. Io vorrei vedervi nelle rassegne stampa quotidiane. Avete il culo incredibile di avere notizie di prima mano a livello di grass roots da tutto il mondo, ma state qui a menarvela con aria tragica e pensosa con la questione delle lettere di qualche ragazza che è spaventata di quello che sta succedendo nella loro vita.
Ma, e con tutto il rispetto, essere antagonisti non è una cup of thea, manifestare contro i fascisti, contro il governo, contro la polizia, contro le multinazionali, non è una specie di alternativa trendy allo shopping o al bungee jumping. Se si decide di farlo lo si fa fino in fondo, correndo un rischio calcolato (e se non è calcolato allora è da idioti correrlo).
Invece, sta a voi adesso dare a queste ragazze il podio dal quale trasformare questa loro detenzione in un fatto che esca dalla cronaca ed entri nel politico: aprite una finestra per versamenti su un conto corrente per le spese legali, raccogliete mail e commenti di solidarietà da mandare in carcere, per far sentire loro che non è vero che sono sole.
La questione delle lettere pubblicate è patetica, non perché potrebbero creare dei problemi alla difesa, ma perché non siete riusciti a gestirla, né mediaticamente né politicamente: avete subito la pubblicazione delle lettere, quando avreste dovuto essere voi a diffonderle seriamente, non solo pubblicandole ma facendo anche qualche comunicato stampa. Le ragazze potevano venirne fuori come delle eroine, delle antifasciste, delle partigiane, ed invece sono diventate una caricatura nelle mani di Belpietro e compagnia. Erano state pubblicate queste cazzo di lettere, gli rss già le davano a tutti i sottoscrittori. Adesso le avete tolte. Roba da matti. Davvero. Tanto valeva ammettere: siamo degli incapaci.
Una volta pubblicate, sono state lette, o lo saranno. Ed il vostro compito, come admin di Indy, è proprio quello: pubblicarle. Non fate parte del collegio di difesa, non siete parenti, ed anche se lo foste, siete - volenti o nolenti - giornalisti e non capipopolo.
Non è questo il momento di dimettersi, è il momento di organizzarsi. E se non l'avete capito voi, allora non mi resta che cambiare la page d'avvio del mio browser con quella di Tocque-ville.it, saranno degli stronzi neo-connard, ma accidenti, sanno lavorare.
Dacia
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