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Da s. Salvario a via Anelli
by Vivi via Nizza Saturday, Nov. 25, 2006 at 3:25 AM mail:

di giorno e di notte

L'avvio dei cantieri della metropolitana su via Nizza, l'arrivo del nuovo questore e di un po'di poveracci indultati che non sanno dove sbattersi, hanno aggiunto quel tocco di ghetto alla situazione già pesante di S. Salvario. Provo a fare alcune considerazioni.

1. Il quartiere non è tutto uguale. Ha zone più esposte ad azioni "illegali" e a interventi repressivi, altre meno. E' diverso abitare in via Madama, in v. Ormea o nei pressi dei portici di V.Nizza. Ci sono vie e isolati dove durante il giorno e soprattutto al pomeriggio le attività di spaccio, prostituzione, borseggio sono abbastanza "libere" in quanto non esiste controllo poliziesco, se non qualche pattuglia in allegra gita di acquisti da Lo Piparo, fiorente boutique di gadget militari e sbirreschi. Di notte le attività diminuiscono e solitamente ci si allieta a bottigliate tra gruppetti di pusher spesso giovani e ubriachi che regolano qualche conticino sugli spazi e sulla merce. A volte la rabbia accumulata nella vita di miseria e nella rissa coinvolge i passanti e soprattutto le macchine parcheggate degli abitanti (tutte, senza distinzioni razziali o di classe)con lanci di bottiglie, cassonetti e tombini direttamente inviati nei parabrezza. L'impressione è che non ci sia una organizzazione abbastanza forte da imporre il controllo sul territorio. Ci sono sempre nuovi arrivi che cercano di conquistarsi un angolo. Così anche per i ragazzini dell'est che partono la mattina verso il centro ma non disdegnano di farsi qualche portafoglio sul percorso.
Il fatto è che tutti questi soggetti non si riconoscono un territorio di appartenenza. Sono appunto "stranieri" anche lì dove abitano.
Intanto il razzismo cresce anche tra categorie di residenti insospettabili (punk,alternativi,operatori sociali).

2. I cantieri della metropolitana tra corso Vittorio e corso Marconi sono stati cintati da grate che di fatto chiudono i portici di v. Nizza, gli sbocchi e il traffico sulle vie perpendicolari, creando una situazione di "muro" che favorisce:
a)l'intensificarsi delle attività tipiche della zona perchè con tali chiusure nessuna coppietta di sbirri in pattuglietta è tanto scema da scendere dalla macchina e trovarsi in mezzo a una situazione senza sbocchi
b)gli interventi di puro rastrellamento, con i quali il nuovo questore ha inaugurato il suo arrivo, che sono agevolati dalla chiusura verso v. Nizza di tutta la zona. Per cui quando è ora , si insediano dei check point sui percorsi obbligati. Ancora meglio, con telecamere al seguito, si chiude completamente tutto il quadrilatero con l'ausilio di 8/9 cellulari e si rastrella tutto quello che c'è in mezzo, possibilmente verso le sette di sera. Si radunano i rastrellati tra le griglie, i lati della strada e un cordone di celerini e si procede al controllo dei documenti. Quelli senza vengono caricati sui cellulari verso il CPT (l'ultima volta circa 40 persone), un paio di pusher sprovveduti o strafatti sulle macchine, in arresto. Perchè è evidente che chi "lavora" qui tutti i giorni i documenti li ha a posto e non viene di certo colto sul fatto dall'arrivo piuttosto ingombrante di un battaglione. I rastrellati penso siano invece in gran parte clandestini, magari super sfruttati tutto il giorno,che tornano a casa.
Alcuni abitanti applaudono,ma la maggioranza sa che due minuti dopo chi sa muoversi è di nuovo all'opera sui rispettivi angoli. I giornalisti narrano le efficienti imprese di qualche tristemente famoso vicequestore.

3. Torino non è Padova ma qualche somiglianza c'è. C'è un "muro" che nessuno ha deliberato ma di fatto esiste. Come in v. Anelli ci sono piccoli e grandi proprietari di case che vedono il valore delle loro abitazioni diminuire. Non si è ancora arrivati agli sgomberi, ma c'è un piano comunale che ordina la ristrutturazione obbligatoria e onerosa degli stabili più appetibili dalla speculazione immobiliare, pena l'esproprio a favore del Comune stesso, che poi magari mette su qualche asta conveniente ad amici e parenti (vedi quadrilatero romano e casa gramsci)

3 Visto il post più sotto e soprattutto i relativi commenti, forse è in atto un ulteriore evoluzione, con interventi repressivi più mirati a cui non ho ancora avuto la sfortuna di assistere. Anche se ne ho le palle piene di pusher, bottigliate, rapinatori di strada ( e alle volte ho anche paura) è importante non perdere di vista chi ci guadagna, quanto e cosa da queste situazioni.
Il mio nemico è il ragazzino ventenne appena sbarcato dalla periferia di Casablanca che si fa tagliare la faccia per spacciare su un angolo merdoso e mandare i soldi a casa? Il maghrebino quarantenne che si fuma i resti di tutte le stagnole e vive nelle cantine o nelle soffitte di S. Salvario? E allora perchè non anche i cocaleros boliviani che eleggono Morales? le Farc che qualcosina in Colombia tirano su per finanziare la guerriglia, e magari anche qualche Afghano con finalità antimperialiste? Forse perchè sono un po' più lontani?
C'è una sovraofferta di sostanze varie prodotte in giro per il mondo che alimentano economie poverissime o economie di guerra, oltre le solite mafie. C'è un sistema produttivo e sociale spietato e alienato che per reggerlo ti induce ad alterarti. Ci sono Chiamparino e Zanonato con i loro amici immobiliaristi, questori e vice che si costruiscono le carriere sul business della sicurezza.
Finiamola con la retorica degli spacciatori di morte, come se il fenomeno dello spaccio e il consumo di sostanze fossero rimasti a metà degli anni '70.
Finiamola anche di considerare i pusher come soggetti con chissà quale potenziale insurrezionale e incominciamo a fare qualche presidio anche per gli immigrati morti nei cantieri edili, magari andando a disturbare qualche padrone. Chissà che non si crei un po' di solidarietà tra sfruttati. Ce n'è bisogno.

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