Indymedia Italia


Indirizzo mittente:
Indirizzo destinatario:
Oggetto:
Breve commento per introdurre l'articolo nella mail:


http://italy.indymedia.org/news/2003/03/234457.php Invia anche i commenti.

[cronologie di guerra] 20.03.03 primo giorno
by blicero Friday, Mar. 28, 2003 at 3:15 PM mail:

[cronologie di guerra] 20.03.03 primo giorno si ringrazia in particolare il manifesto e tutti le persone che vi collaborano per il prezioso aiuto.

20 marzo 2003 : primo giorno
[fonti : quotidiani del 21 marzo 2003]


"Alle 5.31 di ieri mattina 42 Tomahawk piovono su un bunker della
capitale irachena. L'obiettivo è Saddam in persona. Che poi appare in tv
(«vinceremo»), subito dopo Bush («vinceremo»). Altro attacco in serata
mentre i marines americani e inglesi penetrano in Iraq dal Kuwait e
puntano su Bassora. Voci di scontri anche al nord, nel Kurdistan intorno
a Mossul e Kirkuk. Rumsfeld annuncia l'attacco «di una potenza mai vista
prima». Gli Usa perdono un elicottero a Bassora: abbattuto o atterrato
male? Prime vittime irachene: un civile e quattro militari" [MAN]

Dopo il primo attacco, comincia subito la guerra di comunicazione.
Iniziano le voci secondo cui nel video iracheno ci sarebbe un "sosia" di
Saddam; le voci dopo un po' di clamore il primo giorno vengono
archiviate nel dimenticatoio in attesa di tempi migliori

L'unica risposta irachena sono una selva di 6-8 missili scud verso il
kuwait dove sono stanziate le forze alleate, missili che in
realta' verranno smentiti nei giorni successivi.

"E' iniziato, dice la Cnn citando il comando americano a Doha, l'attacco
via terra con i marines americani e inglesi che avanzano dall'ospitale
Kuwait; primo scontro a fuoco al confine con l'Iraq; conquista del porto
Umm Qasr, sul Golfo; bombardamenti su Bassora, la grande città sciita
del sud: il prossimo obiettivo; bombe e scambio di colpi anche al nord,
nel Kurdistan iracheno conteso con i kurdi e i turchi: a Kirkuk, a
Mossul, i due ambiti centri petroliferi; bombardieri carichi di bombe
partiti dalle portaerei e dalle basi vicine e lontane: Diego Garcia e
Sigonella (con tanti saluti a Berlusconi); [...] 'Iraq afferma di aver
abbattuto un elicottero nei pressi di Bassora. Il Pentagono replica:
solo «crash landing», è atterrato male ma i passeggeri sono stati
recuperati e il velivolo distrutto per non farlo cadere in mano agli
iracheni (o per cancellare le prove del suo abbattimento, o le tracce di
ciò che trasportava)." [MAN]

" Ieri sera, poco dopo le 21 a Baghdad, seconda ondata di missili.
Colpiti ministeri e uno dei palazzi di Saddam, oltre il Tigri. Voci che
sarebbe stato ferito uno dei due figli di Saddam." [MAN]

Russia, Cina e Francia si oppongono all'attacco e prendono di mira Bush.
Cosi' anche Iran e Brasile. Kofi Annan solidale con il popolo iracheno e
depresso per la perdita di funzioni dell'ONU

Gia' dal primo giorno si inizia a parlare di un possibile ingresso di
truppe turche nel kurdistan iracheno
Tutti sostengono che l'autorizzazione del parlamento turco per questo
tipo di operazioni non prelude a un invasione ma sono in pochi a
crederci.

--------

Ottimo articolo sulla strategia americana:

STRATEGIE
La grande guerra «interna» americana
JOSEPH HALEVI
Per la nuova guerra degli Usa contro l'Iraq, vanno ricordati alcuni
tratti essenziali delle strategie politico-militari americane dal 1989
in poi. Esse riflettono la lezione del Vietnam. Non scontrarsi mai con
un paese politicamente forte anche se inferiore miltarmente. Le azioni
contro il Nicaragua vennero condotte con operazioni segrete e con
l'appoggio della borghesia agraria e commerciale del paese. In sostanza
la strategia Usa consiste nel fare la guerra contro paesi i cui governi
e regimi erano già stati prescelti dagli Usa come interlocutori ed
alleati privilegiati in posizioni chiave sul piano geopolitico. Nel 1989
Bush I si lanciò contro Noriega presidente del Panama. Le motivazioni
ufficiali erano sempre le solite: dittatore, narcotrafficante eccetera
benchè Noriega fosse da tempo sul libropaga della Cia. Per eliminare
Noriega ed instaurare la democrazia capeggiata da un altro clan di
narcotrafficanti Bush I approvò un'operazione militare che distrusse
intere zone popolari di Panama City provocando elevate vittime tra i
civili. Rammentiamo ai lettori che la cacciata da parte di Washington
del proprio personaggio Noriega e l'insedimento di una nuova banda di
narcotrafficanti venne salutata dal Pci e da Giorgio Napolitano come
un'azione di restaurazione democratica. Documenti e trasmissioni
televesive americne hanno però mostrato che, nella sostanza, qualsiasi
presidente panamense che avesse voluto mantenere il potere effettivo sul
Canale di Pananama mentre si profilava il passaggio del medesimo alla
giurisdizione dell'omonimo paese, sarebbe incorso nell'azione militare
americana. L'invasione del paese e la distruzione di quartieri popolari
venne effettuata con l'obiettivo della distruzione della guardia
nazionale panamense in modo da privare il paese di uno strumento formale
concerte la difesa e la salvaguardia del Canale. Infatti una volta
eliminata la guardia panamense sono gli Usa a garantire la difesa del
Canale svuotando così di ogni sostanza la sovranità panamense su quella
via d'acqua.

Anche la prima guerra del Golfo ricevette l'appoggio del Pci-Pds e di
Occhetto in nome di valori democratici e via dicendo, benchè l'emissario
sovietico Primakov avesse ottenuto l'accordo del governo iracheno per un
ritiro incondizionato dal Kuwait. Il ruolo dell'Iraq - e del regime di
Saddam Hussein in particolare nella strategia Usa di rientro nel Golfo
Persico dopo l'espulsione subito a causa del crollo dello Shah - era
noto. Inoltre era ancora fresca nella memoria «di sinistra», il fatto
che l'uso dei gas nervini contro la popolazione kurda venne svelato
dalla stampa britannica mentre i governo di Londra cercava di mettere
tutto a tacere e quello di Washington tentava di minimizzare. Ad onore
della stampa anglosassone tutte queste cose sono state riportate alla
luce a partire dall'estate scorsa quando iniziarono i preparativi di
questa seconda guerra contro l'Iraq. La prima Guerra del Golfo fu anche
il primo conflitto di Washington contro l'Europa in un contesto di
sfaldamento del sistema sovietico che ha introdotto in pianta stabile la
presenza militare Usa in Arabia saudita e nel Golfo persico. Essa ha
inoltre permesso la congiunzione, grazie al ruolo della base britannica
dell'isola Diego Garcia nell'Oceano Indiano, delle strategie
mediterranee e mediorientali con quelle orientate verso l'Asia centrale.
La crisi dell'Iraq prodotta dalla lunga guerra contro l'Iran sostenuta
dagli Usa, venne sfruttata per trasformare Baghdad da alleato cerniera
in nemico al fine di concretizzare il controllo Usa della zona. Fu un
processo a tappe volto a creare una trappola mortale scientemente
perseguita. Dal soffocamento economico dell'Iraq da parte dell'Arabia
saudita, all'approvazione larvata di un'eventuale intervento iracheno in
Kuwait, al rifiuto da parte di Bush I, nel giugno del 1990, di bloccare
gli aiuti alimentari per le violazioni dei diritti umani nel paese.

La crisi della Jugoslavia divenne una componente delle guerre
eterodirette dagli Usa solo dopo un processo che vide emergere il
governo di Milosevic come principale partner politico di Washington. Il
rafforzamento di Milosevic, di cui gli Usa avevano apprezzato la spinta
alla detitoizzazione del paese, fu la condizione necessaria per ottenere
gli accordi di Dayton. Senza Milosevic nessun accordo di Dayton e senza
Dayton non sarebbe stato facile per gli Washington inserirsi
militarmente e politicamente nei balcani bloccando l'Europa. Anche in
questo caso, perdippiù in una zona cruciale sia per le potenzialità di
un coagulazione politica europea sia per i rapporti con la Russia, si
ebbe la trasformazione di un partner in un nemico malgrado il fatto che
gli organi di sicurezza Usa definivano l'Uck del Kosovo come
un'organizzazione terroristica. Quella del Kosovo fu una guerra
eminentemente anti-europea, ma gli Usa raggiunsero i loro obiettivi
grazie ai russi i quali, tramite Chernomyrdin, fecero sapere a Milosevic
che avrebbero tagliato i rifornimenti di carburante se rifiutava il
diktat della Nato.

Arriviamo infine all'Afghanistan ove c'è pochissimo da dire perché è
larghissima la documentazione dell'integrazione del fondamentalismo
ufficiale saudita e del Pakistan con la politica americana nell'area ed
anche altrove. Ad esempio i sauditi, senza incorrere nell'opposizione
Usa, appoggiano l'integrismo in Algeria. L'arrivo dei Taliban a Kabul
non venne malvisto da Washington. Le cose cambiarano quando la zona
assunse un interesse strategico in connessione con il controllo delle
risorse energetiche dell'Asia centrale. Su questo tema il manifesto ha
il merito di aver pubblicato la testimonianza al Congresso Usa di John
Maresca vicepresidente della società petrolifera Unocal di cui Kazai è
stato «consulente ».

Usare gli amici per trasformarli in nemici in zone chiavi del mondo al
fine di estendere il potere dei gruppi dominanati Usa ed impedire
qualsiasi forma di contrappeso politico-economico. Con le guerre create
dall'interno si corrono meno rischi: il «nemico» è conosciutissimo e,
com'è di prammatica nei rapporti tra Washington con il terzo mondo, il
regime scelto come alleato, anche se temporaneo, non ha in genere alcuna
legittimità politica presso la popolazione: Mubarak in Egitto, il regime
saudita, il governo colombiano ed altri.


versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.