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http://italy.indymedia.org/news/2005/04/766853.php Invia anche i commenti.

Notiziario delle lotte dei lavoratori 1-4/4/2005
by Centro Documentazione e Lotta Tuesday, Apr. 05, 2005 at 6:20 PM mail:

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* Notiziario del Centro di Documentazione e Lotta
01-04/04/05 *
* http:\it.geocities.comverbanoarchivilc04_05.htm
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SOMMARIO: Adecco, Coop sociali, Cemont, Genny,
Ancoopesca, Centrale del latte Ancona, Aci, Cerere,
Centrale latte Matera, Opere Idriche, Cutting, Alcoa,
Imesi, Ciso, Precari

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* Aggiornamenti su
http:\it.geocities.comcen_doc_lotta *
* Visita il sito di Memoria di Classe
*
* http:\it.geocities.commemoriadiclasse
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01 aprile 2005

ADECCO: SCIOPERO http://www.ilmanifesto.it/

I dipendenti dell'Adecco, una delle principali agenzie
di lavoro interinale, sciopereranno per la prima volta
il 22 aprile, per quattro ore a fine turno. L'azienda
impiega 2 mila lavoratori "diretti" in oltre 400
filiali su tutto il territorio nazionale. Adecco è
accusata di non pagare gli straordinari e di
sottoinquadrare i dipendenti a partire dai
responsabili di filiale (spesso inquadrati solo al
secondo livello invece che al primo). Gli straordinari
in Adecco sono incorporati nel premio di produttività.
Se la filiale nel corso dell'anno ha prodotto utili,
allora ci sarà premio di produttività, lo
straordinario è pagato, ma è sottratto dal premio. Se
la filiale è in deficit o in pareggio, niente premio,
ovviamente, ma anche addio alle ore straordinarie
lavorate. L'Adecco sta puntando a un sistema di
salario fisso il più basso possibile in cambio di un
premio variabile più alto (fino a 20 mila euro
l'anno).

"CASA DEI DIRITTI SOCIALI": NESSUN DIRITTO PER I
LAVORATORI http://www.ilmanifesto.it/

A protestare sotto l'Assessorato alle Politiche
Sociali del Comune sono in una decina. Sono giunti
alla forma dello sciopero della fame, in mezzo alla
strada. Sono gli ex dipendenti - licenziati il 31
dicembre: contratto non rinnovato - della cooperativa
"Casa dei diritti sociali", specializzata nella
gestione di "centri di accoglienza per gli stranieri
richiedenti asilo". Una delle tante che compongono il
cosiddetto "terzo settore", ovvero quel mondo
assolutamente instabile che si occupa delle macerie
derivanti dalla demolizione dello "stato sociale". Le
politiche del rigore economico hanno da tempo
individuato una strada pressoché unica, condivisa dal
centrosinistra come dal centrodestra: esternalizzare
tutta una serie di servizi sociali, riducendo così
costi (ma non sempre), stipendi, servizi. E diritti.
Sia quelli dei lavoratori, sia quelli degli assistiti.
La CdS passa per essere una cooperativa "di sinistra".
Il meccanismo infernale che la governa dall'alto è un
servizio appaltato con convenzione annuale
rinnovabile. Garantisce obbedienza politica e
trasformismo (se si vuol vedere la convenzione
rinnovata), un'amministrazione "snella", strutture
eliminabili con un tratto di penna.
Gli ex dipendenti della CdS fin dall'inizio si sono
preoccupati di tradurre la loro esperienza lavorativa
in proposta alternativa, non corporativa (riassunzione
o lavori socialmente utili), ma radicalmente contraria
al "pensiero unico" dominante in materia: gli enti
locali dovrebbero riprendere in mano (in "gestione
diretta") una serie di servizi. Hanno presentato un
progetto pilota, ma ai tavoli istituzionali non hanno
trovato ascolto. Si capisce facilmente che un
meccanismo come quello delle convenzioni interessa una
vasta platea di soggetti con agganci politici; il
silenzio, in questi casi, diventa la regola.


03 aprile 2005

CEMONT: 60 IN MOBILITA' http://www.larena.it/

Sessanta dipendenti su 146 in mobilità, di cui una
trentina sono già usciti dall’azienda, mentre gli
altri lo dovranno fare entro il 30 giugno: questa
l’attuale situazione della Cemont di Rivoli Veronese,
acquisita sette anni fa dal gruppo Fro-Air Liquide,
che dal 1962 produceva saldatrici. Ora la produzione è
stata trasferita in Slovacchia, il capannone è vuoto e
rimangono solo gli uffici amministrativi, commerciali
e quello tecnico. Delle 80 persone che rimarranno dopo
giugno, 60 sono impiegati e una ventina gli operai: ma
c’è grande attesa e preoccupazione anche sulle loro
sorti. Della situazione della Cemont non c’erano stati
segnali fino all’aprile dell’anno scorso quando,
durante una trattativa per un premio di produzione, fu
comunicata dall’azienda alle rappresentanze sindacali
la decisione di spostare la produzione.

GENNY E ANCOOPESCA http://www.corriereadriatico.it

Per i dipendenti di Genny potrebbe avvicinarsi il
tempo di una nuova svolta dopo quella imboccata alla
fine del 2003 con il via alla procedura di mobilità
per 50. L’11 aprile è in programma un incontro con i
vertici di Prada, che farà chiarezza sul futuro dello
stabilimento anconetano.
Attendono una schiarita nella nebbia dell’insicurezza
e soprattutto vogliono che alle promesse seguano i
fatti gli ex dipendenti di Ancoopesca. Erano circa 130
fino all’8 luglio del 2003: il loro posto di lavoro è
andato in fumo con l’azienda divorata da un incendio.
Era la spinta verso l’incubo della cassa integrazione
e successivamente della mobilità. A dicembre scorso è
arrivata per i lavoratori messi alla porta la notizia
che la Dp Logistica è disposta ad assumerli. Quanti? e
in quali tempi?

PARMALAT/CENTRALE DEL LATTE
http://www.corriereadriatico.it/a

In agenda c’è un incontro con i rappresentanti della
Parmalat. Sindacati e lavoratori della Centrale del
latte di Anconca attendono l’appuntamento spartiacque
prima di studiare a tavolino e poi realizzare
l’operazione salvezza. Fonti sindacali esprimono
preoccupazione per la piega presa dalla situazione,
dopo la mazzata dell’esclusione dello stabilimento
dorico dalla riorganizzazione dell’ex colosso di
Collecchio. I lavoratori interessati sono 17-18,
alcuni hanno un contratto a termine. Il problema della
ricollocazione dovrebbe comunque porsi per una decina
di dipendenti. C’è un accordo con il Comune di nove
anni fa, che è ancora valido e offre la possibilità di
trovare un posto nelle ex aziende municipalizzate e
c’è un impegno preso dall’assessore alle Finanze di
aprire le porte di Anconambiente,
Gorgovivo-Multiservizi e Conerobus.

ACI: SENTENZA A SFAVORE
http://www.corriereadriatico.it

Il lavoro presso l’Aci di Macerata non era da
considerare una collaborazione coordinata e
continuativa ma un rapporto di vera e propria
subordinazione. Sono queste le conclusioni a cui è
giunto il servizio Ispettivo del lavoro di Macerata in
merito a una delle controversie aperte riguardanti
l’Automobil club maceratese.
Il servizio Ispezione del lavoro specifica che "è
stata avviata l’azione di recupero delle differenze
contributive dovute, con comunicazione agli istituti
previdenziali", e che "sono stati adottati nei
confronti dell’azienda i provvedimenti sanzionatori di
competenza".

PASTIFICIO CERERE: CIG
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/

Situazione pesante per il settore agroalimentare
lucano, dove i problemi sembra che ora si stiamo
trasferendo dalle grandi aziende, una per tutte la
Barilla, alle realtà minori, come il pastificio
Cerere. Per nove dei dieci dipendenti dello
stabilimento scatterà la cassa integrazione per tre
settimane, a partire da domani. L'intesa è stata
raggiunta ieri, tra l'amministratore della Cerere srl
e la Uila Uil. La Cgil, rispetto alla novità della
cassa integrazione nel pastificio Cerere, attacca
senza mezzi termini, "i risultati dei mirabili
progetti e delle potenti ambizioni di imprenditori
dalle mire grandiose, evidentemente solo sbandierate
ai quattro venti". E sottolinea che questo accade
grazie alla compiacenza di qualche sindacato ed alla
disponibilità dell'Unione degli Industriali di Matera.


CENTRALE DEL LATTE DI MATERA
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/

Le note dolenti nel comparto agroalimentare arrivano
anche dall'ex Centrale del latte. Gli otto dipendenti
licenziati dalla società "Latte di Puglia e
Basilicata" hanno manifestato davanti allo
stabilimento con l'obiettivo di sollecitare l'azienda
e il Comune ad attivarsi per la ripresa della
produzione. Da ottobre scorso, la lavorazione viene
effettuata in Puglia in conseguenza della chiusura
stabilita dall'Asl a settembre del 2004 per
irregolarità igienico-sanitarie della struttura.

"OPERE IDRICHE"; MOBILITA'
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Sottoscritta la proroga, sino al 31 dicembre 2005
della mobilità dei 34 lavoratori dipendenti
dell'azienda "Opere Idriche" di Massafra (TA).
Nell'agosto del 2004 il sindaco evidenziò al prefetto
la situazione venutasi a creare in conseguenza della
messa in mobilità dei dipendenti della ditta "Opere
Idriche", azienda produttrice di tubi in cemento
armato e precompresso.

CUTTING: CHIUDE http://www.gazzettino.it/

Annunciata la chiusura dell'azienda Cutting (anche se
si sta facendo tutto il possibile per trovare
acquirenti disposti a rilevare il marchio). Ai
dipendenti, una decina, sono state inviate le lettere
di licenziamento. La Cutting ha origini antiche: il
bisnonno di Antonio Beltrame faceva il battiferro e
poi il padre, Ernesto, trasformò il "mestiere" in
azienda e via via la fece diventare un simbolo
dell'economia maniaghese (Udine). Nel periodo d'oro la
Cutting aveva una cinquantina di dipendenti e
produceva quello che è ancora il marchio di Maniago,
il coltello.

ALCOA: RIASSUNTI IN 15
http://ilmessaggero.caltanet.it/

Passa di mano lo stabilimento Alcoa di Rieti, e quello
che era uno impianto all'avanguardia per la produzione
di tappi di bottiglia in plastica si prepara a
diventare un'azienda meccanica di precisione,
specializzata nella lavorazione per conto terzi. Le
porte della fabbrica non si riapriranno però per tutti
e 47 gli ex dipendenti Alcoa, ancora per poco in
mobilità, poi a tutti gli effetti licenziati. Potranno
essere una quindicina quelli riassunti dalla "Metecna"
costruzioni meccaniche e stampaggio lamiere e dalla
"Metalcolor", la "consorella" specializzata nella
verniciatura industriale e nella sabbiatura metalli.


04 aprile 2004

IMESI: CONTINUA L'OCCUPAZIONE http://www.lasicilia.it/

Sarà in fabbrica con gli operai dell'Imesi occupata
l'assessore regionale all'Industria Marina Noè che per
solidarietà indosserà una tuta blu. Con mogli e figli
al fianco, oggi i 163 operai dell'Imesi di Carini
proseguiranno l'occupazione ad oltranza dello
stabilimento. "Ci aspettiamo – hanno spiegato – che
giovedì a Roma la Regione trovi una soluzione",
prendendo atto della cessione di parte dell'area a
Piero Mancini e assorbire in una società mista i 63
operai in esubero. Altrimenti, l'alternativa più lunga
è fare pressioni su AnsaldoBreda per bloccare la cassa
integrazione, convincerla a rescindere l'atto di
vendita a Mancini e sostituirlo con le imprese
dell'indotto.

CISO CALABRIA; LAVORATORI IN SCIOPERO
http://www.ilquotidianocalabria.it

Sul piede di guerra i 15 lavoratori che prestano
servizio da oltre 18 anni presso il Ciso Calabria,
ente di formazione professionale con sede consolidata
a Nicotera (Vibo Valenzia) e altre distribuite su
tutto il territorio regionale.
I lavoratori del Ciso hanno deciso nuovamente di
intraprendere la via della protesta sindacale per
rivendicare il loro diritto allo stipendio ed alla
sopravvivenza. Questi dipendenti non percepiscono lo
stipendio da ben due anni. I dipendenti fanno sapere
che in questi mesi hanno avuto più volte incontri con
la presidenza e la direzione dell'Ente al fine di
ottenere delle risposte concrete e quanto meno un
acconto della somma spettante. "Le risposte sono state
sempre evasive ­-affermano i lavoratori - con scarico
di responsabilità". Occorre ricordare che i lavoratori
di questo ente di formazione professionale non sono
nuovi a queste proteste sindacali in quanto il
malcontento per la non regolare erogazione dello
stipendio ebbe inizio nel 1995. Nel 2002 venne
proclamata un'assemblea sindacale ad oltranza che si
protrasse per ben sei mesi. Da allora pare che nulla
sia cambiato. L'unica differenza consiste nelle
mensilità da retribuire, nel 2002 erano "solo" 12
mensilità, nel 2005 ben 24. 15 lavoratori hanno
intrapreso da ieri uno sciopero ad oltranza con totale
astensione dal lavoro.

PRECARI AD ALGHERO http://www.unionesarda.it/

Impiegati a tempo determinato, fanno un po' di tutto e
non hanno la minima idea di cosa succederà in futuro.
Sono i lavoratori socialmente utili, una settantina di
maestranze tra muratori, elettricisti, giardinieri,
operai e uscieri, che il Comune assume con i progetti
occupazione garantendo qualche mese di stipendio al
minimo sindacale. Una situazione che va avanti ormai
da quindici anni.

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| VOGLIAMO DOCUMENTARE L'ATTUALITA' |
| DELLA LOTTA DI CLASSE, STANDO AL SUO INTERNO |
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