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SOMMARIO: Adecco, Coop sociali, Cemont, Genny, Ancoopesca, Centrale del latte Ancona, Aci, Cerere, Centrale latte Matera, Opere Idriche, Cutting, Alcoa, Imesi, Ciso, Precari
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01 aprile 2005
ADECCO: SCIOPERO http://www.ilmanifesto.it/
I dipendenti dell'Adecco, una delle principali agenzie di lavoro interinale, sciopereranno per la prima volta il 22 aprile, per quattro ore a fine turno. L'azienda impiega 2 mila lavoratori "diretti" in oltre 400 filiali su tutto il territorio nazionale. Adecco è accusata di non pagare gli straordinari e di sottoinquadrare i dipendenti a partire dai responsabili di filiale (spesso inquadrati solo al secondo livello invece che al primo). Gli straordinari in Adecco sono incorporati nel premio di produttività. Se la filiale nel corso dell'anno ha prodotto utili, allora ci sarà premio di produttività, lo straordinario è pagato, ma è sottratto dal premio. Se la filiale è in deficit o in pareggio, niente premio, ovviamente, ma anche addio alle ore straordinarie lavorate. L'Adecco sta puntando a un sistema di salario fisso il più basso possibile in cambio di un premio variabile più alto (fino a 20 mila euro l'anno).
"CASA DEI DIRITTI SOCIALI": NESSUN DIRITTO PER I LAVORATORI http://www.ilmanifesto.it/
A protestare sotto l'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune sono in una decina. Sono giunti alla forma dello sciopero della fame, in mezzo alla strada. Sono gli ex dipendenti - licenziati il 31 dicembre: contratto non rinnovato - della cooperativa "Casa dei diritti sociali", specializzata nella gestione di "centri di accoglienza per gli stranieri richiedenti asilo". Una delle tante che compongono il cosiddetto "terzo settore", ovvero quel mondo assolutamente instabile che si occupa delle macerie derivanti dalla demolizione dello "stato sociale". Le politiche del rigore economico hanno da tempo individuato una strada pressoché unica, condivisa dal centrosinistra come dal centrodestra: esternalizzare tutta una serie di servizi sociali, riducendo così costi (ma non sempre), stipendi, servizi. E diritti. Sia quelli dei lavoratori, sia quelli degli assistiti. La CdS passa per essere una cooperativa "di sinistra". Il meccanismo infernale che la governa dall'alto è un servizio appaltato con convenzione annuale rinnovabile. Garantisce obbedienza politica e trasformismo (se si vuol vedere la convenzione rinnovata), un'amministrazione "snella", strutture eliminabili con un tratto di penna. Gli ex dipendenti della CdS fin dall'inizio si sono preoccupati di tradurre la loro esperienza lavorativa in proposta alternativa, non corporativa (riassunzione o lavori socialmente utili), ma radicalmente contraria al "pensiero unico" dominante in materia: gli enti locali dovrebbero riprendere in mano (in "gestione diretta") una serie di servizi. Hanno presentato un progetto pilota, ma ai tavoli istituzionali non hanno trovato ascolto. Si capisce facilmente che un meccanismo come quello delle convenzioni interessa una vasta platea di soggetti con agganci politici; il silenzio, in questi casi, diventa la regola.
03 aprile 2005
CEMONT: 60 IN MOBILITA' http://www.larena.it/
Sessanta dipendenti su 146 in mobilità, di cui una trentina sono già usciti dall’azienda, mentre gli altri lo dovranno fare entro il 30 giugno: questa l’attuale situazione della Cemont di Rivoli Veronese, acquisita sette anni fa dal gruppo Fro-Air Liquide, che dal 1962 produceva saldatrici. Ora la produzione è stata trasferita in Slovacchia, il capannone è vuoto e rimangono solo gli uffici amministrativi, commerciali e quello tecnico. Delle 80 persone che rimarranno dopo giugno, 60 sono impiegati e una ventina gli operai: ma c’è grande attesa e preoccupazione anche sulle loro sorti. Della situazione della Cemont non c’erano stati segnali fino all’aprile dell’anno scorso quando, durante una trattativa per un premio di produzione, fu comunicata dall’azienda alle rappresentanze sindacali la decisione di spostare la produzione.
GENNY E ANCOOPESCA http://www.corriereadriatico.it
Per i dipendenti di Genny potrebbe avvicinarsi il tempo di una nuova svolta dopo quella imboccata alla fine del 2003 con il via alla procedura di mobilità per 50. L’11 aprile è in programma un incontro con i vertici di Prada, che farà chiarezza sul futuro dello stabilimento anconetano. Attendono una schiarita nella nebbia dell’insicurezza e soprattutto vogliono che alle promesse seguano i fatti gli ex dipendenti di Ancoopesca. Erano circa 130 fino all’8 luglio del 2003: il loro posto di lavoro è andato in fumo con l’azienda divorata da un incendio. Era la spinta verso l’incubo della cassa integrazione e successivamente della mobilità. A dicembre scorso è arrivata per i lavoratori messi alla porta la notizia che la Dp Logistica è disposta ad assumerli. Quanti? e in quali tempi?
PARMALAT/CENTRALE DEL LATTE http://www.corriereadriatico.it/a
In agenda c’è un incontro con i rappresentanti della Parmalat. Sindacati e lavoratori della Centrale del latte di Anconca attendono l’appuntamento spartiacque prima di studiare a tavolino e poi realizzare l’operazione salvezza. Fonti sindacali esprimono preoccupazione per la piega presa dalla situazione, dopo la mazzata dell’esclusione dello stabilimento dorico dalla riorganizzazione dell’ex colosso di Collecchio. I lavoratori interessati sono 17-18, alcuni hanno un contratto a termine. Il problema della ricollocazione dovrebbe comunque porsi per una decina di dipendenti. C’è un accordo con il Comune di nove anni fa, che è ancora valido e offre la possibilità di trovare un posto nelle ex aziende municipalizzate e c’è un impegno preso dall’assessore alle Finanze di aprire le porte di Anconambiente, Gorgovivo-Multiservizi e Conerobus.
ACI: SENTENZA A SFAVORE http://www.corriereadriatico.it
Il lavoro presso l’Aci di Macerata non era da considerare una collaborazione coordinata e continuativa ma un rapporto di vera e propria subordinazione. Sono queste le conclusioni a cui è giunto il servizio Ispettivo del lavoro di Macerata in merito a una delle controversie aperte riguardanti l’Automobil club maceratese. Il servizio Ispezione del lavoro specifica che "è stata avviata l’azione di recupero delle differenze contributive dovute, con comunicazione agli istituti previdenziali", e che "sono stati adottati nei confronti dell’azienda i provvedimenti sanzionatori di competenza".
PASTIFICIO CERERE: CIG http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/
Situazione pesante per il settore agroalimentare lucano, dove i problemi sembra che ora si stiamo trasferendo dalle grandi aziende, una per tutte la Barilla, alle realtà minori, come il pastificio Cerere. Per nove dei dieci dipendenti dello stabilimento scatterà la cassa integrazione per tre settimane, a partire da domani. L'intesa è stata raggiunta ieri, tra l'amministratore della Cerere srl e la Uila Uil. La Cgil, rispetto alla novità della cassa integrazione nel pastificio Cerere, attacca senza mezzi termini, "i risultati dei mirabili progetti e delle potenti ambizioni di imprenditori dalle mire grandiose, evidentemente solo sbandierate ai quattro venti". E sottolinea che questo accade grazie alla compiacenza di qualche sindacato ed alla disponibilità dell'Unione degli Industriali di Matera.
CENTRALE DEL LATTE DI MATERA http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/
Le note dolenti nel comparto agroalimentare arrivano anche dall'ex Centrale del latte. Gli otto dipendenti licenziati dalla società "Latte di Puglia e Basilicata" hanno manifestato davanti allo stabilimento con l'obiettivo di sollecitare l'azienda e il Comune ad attivarsi per la ripresa della produzione. Da ottobre scorso, la lavorazione viene effettuata in Puglia in conseguenza della chiusura stabilita dall'Asl a settembre del 2004 per irregolarità igienico-sanitarie della struttura.
"OPERE IDRICHE"; MOBILITA' http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Sottoscritta la proroga, sino al 31 dicembre 2005 della mobilità dei 34 lavoratori dipendenti dell'azienda "Opere Idriche" di Massafra (TA). Nell'agosto del 2004 il sindaco evidenziò al prefetto la situazione venutasi a creare in conseguenza della messa in mobilità dei dipendenti della ditta "Opere Idriche", azienda produttrice di tubi in cemento armato e precompresso.
CUTTING: CHIUDE http://www.gazzettino.it/
Annunciata la chiusura dell'azienda Cutting (anche se si sta facendo tutto il possibile per trovare acquirenti disposti a rilevare il marchio). Ai dipendenti, una decina, sono state inviate le lettere di licenziamento. La Cutting ha origini antiche: il bisnonno di Antonio Beltrame faceva il battiferro e poi il padre, Ernesto, trasformò il "mestiere" in azienda e via via la fece diventare un simbolo dell'economia maniaghese (Udine). Nel periodo d'oro la Cutting aveva una cinquantina di dipendenti e produceva quello che è ancora il marchio di Maniago, il coltello.
ALCOA: RIASSUNTI IN 15 http://ilmessaggero.caltanet.it/
Passa di mano lo stabilimento Alcoa di Rieti, e quello che era uno impianto all'avanguardia per la produzione di tappi di bottiglia in plastica si prepara a diventare un'azienda meccanica di precisione, specializzata nella lavorazione per conto terzi. Le porte della fabbrica non si riapriranno però per tutti e 47 gli ex dipendenti Alcoa, ancora per poco in mobilità, poi a tutti gli effetti licenziati. Potranno essere una quindicina quelli riassunti dalla "Metecna" costruzioni meccaniche e stampaggio lamiere e dalla "Metalcolor", la "consorella" specializzata nella verniciatura industriale e nella sabbiatura metalli.
04 aprile 2004
IMESI: CONTINUA L'OCCUPAZIONE http://www.lasicilia.it/
Sarà in fabbrica con gli operai dell'Imesi occupata l'assessore regionale all'Industria Marina Noè che per solidarietà indosserà una tuta blu. Con mogli e figli al fianco, oggi i 163 operai dell'Imesi di Carini proseguiranno l'occupazione ad oltranza dello stabilimento. "Ci aspettiamo – hanno spiegato – che giovedì a Roma la Regione trovi una soluzione", prendendo atto della cessione di parte dell'area a Piero Mancini e assorbire in una società mista i 63 operai in esubero. Altrimenti, l'alternativa più lunga è fare pressioni su AnsaldoBreda per bloccare la cassa integrazione, convincerla a rescindere l'atto di vendita a Mancini e sostituirlo con le imprese dell'indotto.
CISO CALABRIA; LAVORATORI IN SCIOPERO http://www.ilquotidianocalabria.it
Sul piede di guerra i 15 lavoratori che prestano servizio da oltre 18 anni presso il Ciso Calabria, ente di formazione professionale con sede consolidata a Nicotera (Vibo Valenzia) e altre distribuite su tutto il territorio regionale. I lavoratori del Ciso hanno deciso nuovamente di intraprendere la via della protesta sindacale per rivendicare il loro diritto allo stipendio ed alla sopravvivenza. Questi dipendenti non percepiscono lo stipendio da ben due anni. I dipendenti fanno sapere che in questi mesi hanno avuto più volte incontri con la presidenza e la direzione dell'Ente al fine di ottenere delle risposte concrete e quanto meno un acconto della somma spettante. "Le risposte sono state sempre evasive -affermano i lavoratori - con scarico di responsabilità". Occorre ricordare che i lavoratori di questo ente di formazione professionale non sono nuovi a queste proteste sindacali in quanto il malcontento per la non regolare erogazione dello stipendio ebbe inizio nel 1995. Nel 2002 venne proclamata un'assemblea sindacale ad oltranza che si protrasse per ben sei mesi. Da allora pare che nulla sia cambiato. L'unica differenza consiste nelle mensilità da retribuire, nel 2002 erano "solo" 12 mensilità, nel 2005 ben 24. 15 lavoratori hanno intrapreso da ieri uno sciopero ad oltranza con totale astensione dal lavoro.
PRECARI AD ALGHERO http://www.unionesarda.it/
Impiegati a tempo determinato, fanno un po' di tutto e non hanno la minima idea di cosa succederà in futuro. Sono i lavoratori socialmente utili, una settantina di maestranze tra muratori, elettricisti, giardinieri, operai e uscieri, che il Comune assume con i progetti occupazione garantendo qualche mese di stipendio al minimo sindacale. Una situazione che va avanti ormai da quindici anni.
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