Capitolo 1
1.1 Generalità
Un immenso territorio dell'Asia Centrale: ecco cos'è il Qazaqstan, questa la precisa
traslitterazione dal cirillico di quello che chiamiamo il Kazakistan, ampio 2.717.300
km2 ma con appena 17 milioni di abitanti.
Attraversandolo, si va dagli Urali fino al lago d'Aral e al mar Caspio.
Se, da una parte, l'ambiente naturale, contrassegnato da una crescente aridità nel
procedere da nord a sud, ostacola la valorizzazione agricola delterritorio, dall'altra il
sottosuolo ricco di risorse minerarie costituisce il principale fondamento del suo rapido
sviluppo economico.
Storicamente, è stato il territorio tradizionale del nomadismo del popolo kazako,
ormai interamente inglobato dalla colonizzazione russa nel XIX sec. Oggi il Kazakistan
è entrato in una fase di trasformazione economica, contrassegnata dallo sfruttamento
delle risorse minerarie e accompagnata da profondi sconvolgimenti sociali: sedentarizzazione
spesso coatta di quelli che furono i nomadi, lavoro forzato e ricorso all'immigrazione hanno
contribuito al regresso dei Kazaki, sommersi dai nuovi arrivati. In conseguenza di ciò
il Kazakistan è l'unica delle ex repubbliche sovietiche in cui la popolazione indigena,
quella kazaka, è minoritaria (circa il 36% della popolazione totale, contro il 40%
rappresentato dai Russi).
Periferia asiatica e meridionale dell'ex-URSS, fornisce essenzialmente materie prime o
semilavorate. I minerali ferrosi e non ferrosi e le risorse energetiche vengono sfruttati specialmente
in prossimità degli Urali.
L'industrializzazione ha portato alla formazione di centri rigorosamente specializzati e scarsamente
collegati tra loro. L'integrazione regionale ha progredito poco. Dal punto di vista economico si
possono distinguere cinque aree principali:
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Il Kazakistan centrale, la cui economia è dominata dall'industria pesante: il bacino
carbonifero di Karaganda, i giacimenti di rame di Dzezkazgan e di Balchaš e svariati
giacimenti polimetallici formano la base di un complesso specializzato nella siderurgia e nella
metallurgia dei non ferrosi.
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Il Kazakistan orientale, la cui industrializzazione è fondata sull'estrazione di minerali
polimetallici (piombo, zinco) e l'elettrometallurgia (Ust'-Kamenogorsk, Leninogorsk), integrate
dalle industrie alimentari (Semipalatinsk).
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il Kazakistan settentrionale, che, grazie alla favorevole posizione geografica, associa
all'attività agricola dei grandi sovchoz cerealicoli le industrie estrattive e di prima
trasformazione dei complessi di Pavlodar-Ekibastuz e di Kustanaj.
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Il Kazakistan occidentale, dove i giacimenti dell'Emba e della penisola di
Mangyšlak determinano la specializzazione nell'estrazione e nella lavorazione degli
idrocarburi.
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il Kazakistan meridionale, che presenta il profilo economico più diversificato: sviluppo di
un'agricoltura irrigata nelle aree pedemontane e industrie di trasformazione che animano i centri
urbani (Alma-Ata, Cimkent). Lo sfruttamento dei fosfati del Karatau avviene nell'ambito del
complesso di produzione di Dzambul.
Dopo un periodo di recessione seguito alla disgregazione dell'Unione Sovietica, lo Stato Kazako ha
avviato un vasto piano di discutibili riforme che ha molto interessato gli investitori stranieri.
L'area Nord-Occidentale sarà protagonista di queste note.
1.2 Cenni storici
La popolazione kazaka, di origine turca, occupava il territorio che andava dal mar Caspio alle
frontiere degli imperi russo e cinese. Fu sottomessa nel XIII sec. al vasto Impero turco-mongolo
dell’Orda d'Oro, fondato da Batu Khan. Privo di un forte potere centrale, l'impero si limitava a
riscuotere i tributi dalle province, ma fu ben presto messo in crisi delle spinte centrifughe e nel
XIV-XV sec. perse via via compatezza.
Conquistata l'indipendenza i Kazaki la conservarono fino al XVIII sec., quando subirono la
colonizzazione dei Russi. Dopo il 1917 il territorio fu aggregato alla repubblica sovietica del
Turkestan.
Solo nel 1925 fu creata la repubblica sovietica del Kazakistan. I primi dissensi tra il Kazakistan
e l'URSS si manifestarono alla metà degli anni Ottanta e si aggravarono con lo scoppio
di violenti scontri tra la maggioranza kazaka e la minoranza caucasica sostenuta dal potere
centrale.
In seguito al disgregamento dell'Unione Sovietica, la repubblica partecipò il 21 dicembre
1991 alla fondazione della Comunità di Stati indipendenti.
Le successive elezioni confermarono alla presidenza Nursultan Nazarbayev (ora
socialista).
Nel 1994 si sono svolte le consultazioni legislative che hanno conferito una netta maggioranza
ai sostenitori del presidente. Le accuse di irregolarità che hanno portato la corte
costituzionale a invalidare lo scrutinio, hanno successivamente provocato lo scioglimento del
parlamento da parte di Nazarbayev che, dopo essersi attribuito potere di legiferare per decreto,
con un referendum nel 1995 ha ottenuto l'annullamento delle presidenziali previste per il
1996 e la proroga del suo mandato.
Nel 1995 è stata approvata anche una nuova costituzione che ha ampliato i poteri,
già molto vasti, del presidente; le elezioni legislative per la Majilis (Camera dei deputati,
67 membri) e per il Senato (47 membri) sono state dominate dai sostenitori di Nazarbayev.
Per quanto riguarda la politica estera il Kazakistan ha operato una serie di accordi e rapporti,
sia economici che diplomatici, in particolare rivolti all'area asiatica ex sovietica; buone anche
le relazioni con i paesi musulmani con la sua adesione all'Organizzazione della conferenza
islamica.
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