Cosa c'entra Blue Stream, in costruzione tra la Russia e la Turchia, con
il Kazakistan?
Perchè non si parla di distruzione della fauna marina
del mar Nero ma della piccola località di Karachaganak, situata
nel nord ovest del Kazakistan, ai piedi degli Urali? Il legame c'è:
ricordiamo la data di inizio del progetto Blue Stream ed osserviamo cosa
fa l'ENI nello stesso periodo (il 21 dicembre 1999), mostrando un'evidente
parallelismo tra diversi progetti.
Quello che segue è un estratto da un articolo in inglese, la
traduzione è stata effettuata da parte dello scrivente.
Le evidenziature in grassetto sono ancora dello scrivente.
La Repubblica del Kazakistan ed i suoi partners operanti
a Karachaganak firmano l'accordo per la pipeline
Il governo della Repubblica del Kazakistan ed i partner dell'Organizzazione
Integrata di Karachaganak (KIO), formata da Agip/Eni, BG, Texaco
e Lukoil, hanno annunciato oggi la firma di un emendamento all'Accordo
Finale di Condivisione della Produzione di Karachaganak che permette
la costruzione di una pipeline di 460 Km da Bolshoy-Chagan a Atyrau, Kazakistan.
Ad Atyrau, questa pipeline si collegherà alla pipeline del
Consorzio del Caspio (CPC) e fornirà la trasportabilità
occorrente per incrementare la produzione di circa 9 milioni di tonnellate/anno
di liquido (195.000 barili di petrolio al giorno) ed 11 miliardi di metri
cubi/anno di gas (1.1 miliardi di piedi cubi al giorno) nel 2002).
La firma dell'accordo è avvenuta a Washington da parte del
Presidente del Kazakistan Nursultan Nazerbayev, Edward M. Trafford, Executive
Vice President della BG International, Massimo Nicolazzi, Vice Presidente
dell'Eni Spa, Robert A. Solberg, Vice Presidente di Texaco Inc. e Osman
Sapaev, Deputy General Manager della Lukoil.
Commentando in gruppo l'accordo, i firmatari hanno dichiarato: "(...)
Questo progetto rende possibile per Karachaganak di esportare i suoi prodotti,
attraverso la pipeline di CPC, verso i mercati internazionali".
L'accordo sulla pipeline permette lo sviluppo a pieno campo del
più grande giacimento di gas condensato del mondo.
Karachaganak contiene riserve di gas nel suo sottosuolo equivalenti
(energeticamente, N.d.T.) a 18 miliardi di barili di petrolio. Queste riserve
sono state scoperte appena nel 1979.
Allo stato attuale, la produzione di Karachaganak è di circa
3 milioni di tonnellate all'anno di liquido (65.000 barili di petrolio
al giorno) e 3.5 miliardi di metri cubi di gas all'anno (340 miliardi di
piedi cubi al giorno).
Quello che si può osservare è che Karachaganak è
sia fonte di petrolio sia fonte di gas, con decisa predominanza quantitativa
di qust'ultimo.
Blue Stream c'entra eccome! Sarà il gas di Karachaganak (in
parte già lo è) ad essere convogliato, una volta giunto al
Caspio, nel settore on-shore di Blue Stream, per poter soddisfare la fame
di gas della Turchia, come vogliono farci credere. Sì, farci credere,
poichè in tutto questo, secondo la modesta valutazione di chi scrive,
la Turchia c'entra ben poco.
Poichè lo scrivente segue le questioni legate al mondo energetico
da dieci anni, il sapere che è in costruzione una pipeline che termina
in Turchia fa saltare subito alla mente un'altra pipeline molto più
antica: la Istanbul-Trieste-Ingolstadt. L'ipotesi più credibile
appare essere la rivendita del gas (ancora una volta) a Paesi Occidentali
quali l'Italia, l'Austria e la solita Germania.
Tra l'altro, se si guarda una carta geografica con il tracciato delle
pipelines, si osserverà che la Istanbul-Trieste-Ingolstad ha già
causato molti scontri sanguinosi per il controllo delle tubazioni e delle
stazioni di pompaggio (località come Sarajevo e Tuzla dicono qualcosa
alla nostra memoria?).
Torniamo in Kazakistan ed a Karachaganak.
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