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ARGENTINA; un commissariato modello
by garabombo Monday, Aug. 19, 2002 at 11:46 PM mail: garabombo@autistici.org

il commissariato di polizia della zona di Lomas de Zamora

Diego Peralta è stato ritrovato morto. A più di un mese dal suo sequestro sta venendo fuori la verità: i responsabili del sequestro sarebbero degli agenti della Policia Federal. I familiari e gli abitanti del quartiere di Diego hanno reagito scagliando la loro rabbia contro il commissariato della zona, casa degli assassini e simbolo di morte.



Familiari, vecinos e amici di Diego Peralta, un giovane sequestrato da più di un mese da alcuni sconosciuti e che è riapparso morto nel pomeriggio del 12 agosto sulle rive di un fiumiciattolo nella zona di Quilmes (Buenos Aires) hanno incendiato una macchina ed attaccato per poi incendiarlo il commissariato del quartiere di El Jaguel. Questo commissariato è meta di ritrovo per i delinquenti della zona provenienti dalle forze di polizia. All’esterno dello stesso commissariato sono ancora fresche le scritte del MTD (Movimiento de Trabajadores Desocupados di Esteban Echeverría), che denunciano la complicità nell’assassinio del giovane piquetero Javier Barrioneuvo, ucciso da un colpo di pistola sparato da un’auto in corsa che ha attraversato a tutta velocità le fila di un picchetto alcuni mesi fa. L’assassino, legato al commissariato, era un ex agente di polizia, con le mani in pasta negli apparati repressivi degli anni della dittatura militare. La reazione degli abitanti di El Juagel, per lo più giovani del quartiere, si è scagliata contro gli agenti della polizia del dipartimento di Lomas de Zamora, responsabile del massacro di Avellaneda.


Tutti in questa zona sanno che da più di tre anni, cioè da quando è stato inaugurato il nuovo commissariato (all’interno del quale casualmente vengono incarcerati i poliziotti delinquenti) i delitti sono aumentati e la criminalità si è ramificata. Oggi il mercato della droga, che viene tranquillamente spacciata a sei isolati dal commissariato, conta su di una protezione che veste l’uniforme, e i commercianti che fronteggiano quotidianamente la crisi devono pagare una imposta mafiosa chiamata “coima”, ricevendo minacce e avvertimenti a mano armata.












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