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massa critica e provos
by cm-archivio Monday, Sep. 23, 2002 at 7:06 PM mail:

Gli antenati di critical mass: i provos

Il movimento antagonista più famoso per il suo legame
con la bicletta è stato sicuramente quello dei Provos
(ossia “provocatori”) olandesi, antesignani dei
movimenti giovanili di protesta sorti negli anni ‘60 del secolo scorso. La
percezione di essere un assoluta avangurdia e di
“muoversi nel mondo come ciclisti su
un’autostrada”, li spinse a scegliere come proprio
simbolo totemico una bicicletta dipinta di bianco,
allo stesso tempo geniale reincarnazione del
cavalluccio a dondolo dadaista e arma contro la
proprietà privata capitalista. I Provos sono stati
un'inedita confraternita di artisti, teppisti e
visionari, che tra il 1965 e il 1967, è riuscita ad
instaurare per le strade e i canali di Amsterdam una
fugace e illegale repubblica anarchica fondata
sull’happening e la burla. Maestri nella manipolazione
dei media, cultori della trasformazione dell’arte da
decorazione a espressione di indipendenza e di gioia
di vivere, i Provos hanno costantemente agito in rotta
di collisione con l'autorità costituita. Prototipo
perfettamente riuscito dell'homo ludens teorizzato da
Huizinga, figli illegittimi del situazionismo, hanno
tra l'altro brillantemente interpretato e reintrodotto
lo sciamanesimo nella cultura occidentale. Nel
cosiddetto “provotariato”, gruppo fluttuante, senza
gerarchie, non-violento, antiautoritario, ecologista
ante-litteram, felicemente disorganizzato, confluivano
diverse stravaganti eresie che in maniera più o meno
chiassosa stavano preparando Amsterdam al ruolo
esaltante di Città Magica - inaffondabile bastione
controculturale, laboratorio per arditi esperimenti
sociali ed evolutive - che avrebbe assunto nei decenni
a venire. Anagrammando la parola Amsterdam si ottiene
“Mad Stream”, ed è stato proprio il flusso pazzo di
esperienze portate in dote dai partecipanti alla scena
provo che la rese così particolare e affascinante. Tra
i suoi ispiratori-fiancheggiatori, accanto ad anonimi
“nottambuli, arrotini, avanzi di galera, semplici
simoni stiliti, maghi, pacifisti, mangiatori di
patatine fritte, ciarlatani, filosofi, portatori di
germi, stallieri reali, esibizionisti, vegetariani,
sindacalisti, babbi natale, maestri d’asilo,
agitatori, piromani, assistenti dell’assistente, gente
che si gratta e sifilitici, polizia segreta e altra
plebaglia del genere”(3), troviamo personaggi come
Constant (fondatore del gruppo COBRA, ex-membro
dell’Internazionale Situazionista, autore del
fantasmagorico progetto sociale e architettonico New
Babylon) Bart Hughes (pioniere delle ricerche con
l’LSD e autore delle famigerate sedute di trapanazione
cranica) Robert Grootveld (ex-lavavetri, eroe di
strada, mago antifumo e Scemo del Villaggio in
servizio attivo) Marijeke Koger e Simon Posthuma
(spogliarellisti, inventori della Pot-Art, animatori
dell’happening “Stoned in the Street” e in seguito,
emigrati a Londra, artisti di corte dei Beatles col
nome di Fool) Simon Vinkenoog (scrittore e attivista
psichedelico) Roel Van Duijn e Rob Stolk (anarchici,
ammiratori di De Sade, del dadaismo e marciatori
antinucleari). I Provos con il loro teatro
dell’assurdo hanno messo alla prova il concetto stesso
di democrazia rivelandone i limiti; hanno affumicato
in diverse occasioni i membri della casa regnante; si
sono attivati contro il proibizionismo della
marijuana; hanno ridicolizzato il conformismo
equamente condiviso da tutti gli strati della società
olandese e fatto perdere ogni autorevolezza alle
autorità. Usando l’immaginazione e la magia contro il
potere, hanno reclamato il diritto al gioco e alla
creatività. Ligi ai dettami del marxismo (non quello
di Karl ma piuttosto quello di Groucho) hanno agito
sul sociale, lanciando i loro famosi “piani bianchi”
volti a rendere le città più umane e vivibili, e i
rapporti tra gli individui più tolleranti e aperti.
Dal piano delle galline bianche (i poliziotti - in
slang galline - trasformati in assistenti sociali con
la mansione di offrire a richiesta cosce di pollo,
arance, contraccettivi, fiammiferi e di portare a
riparare le bici scassate) a quello delle biciclette
bianche (soluzione finale contro il terrorismo del
traffico). Bici bianche, anarchiche e collettivizzate,
date in libero uso alla cittadinanza per contrastare i
comportamenti antisociali di bande di psicopatici
aggressivi rinchiusi dentro rumorose e puzzolenti
scatole di ferro, che agiscono indisturbati contro
l’ambiente e la collettività, coperti dalla grande
industria e dalla polizia. Il successo dell’operazione
è tale che venne ripreso e riproposto da gruppi che si
ispiravano ai Provos da Stoccolma a Berkeley, da Praga
a Oxford. Ma il segnale più evidente della buona
riuscita del piano biciclette bianche fu la risposta
della polizia. Le autorità reagirono col solito tatto,
sequestrando le bici bianche perché non essendo chiuse
col lucchetto, rappresentavano un istigazione al
furto. La polizia è sempre stata per i Provos un
elemento insostituibile per la buona riuscita dei loro
happening. Al culmine del loro “carriera”, dopo una
serie ininterrotta di provocazioni e dopo esser
persino riusciti a far eleggere uno di loro nel
consiglio comunale (slogan elettorale “Votate Provo
per Avere Bel Tempo”), i Provos decisero
improvvisamente di sciogliersi per evitare di
diventare una caricatura di loro stessi - degli
imbarazzanti sovversivi a cui ormai tutti davano
ragione - lasciando sgomenti media e autorità. Note:
(1) Da un volantino distribuito simultaneamente dai
Provos ad Amsterdam, Bruxelles, Goteborg, Stoccolma,
Milano nel 1966. (2) Non a caso i loro documenti sono
stati inseriti nell’epocale mostra sulle civiltà
sciamaniche, “From Siberia to Cyberspace”, tenutasi al
Tropenmuseum di Amsterdam nel 1997. (3) Elenco tratto
dal primo bollettino PROVO, giugno 1965.


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HASTA LE PROVOS SIEMPRE FREDDY SPEX Monday, Sep. 23, 2002 at 11:31 PM
libro interessante orwell Monday, Sep. 23, 2002 at 8:37 PM
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