Gli antenati di critical mass: i provos
Il movimento antagonista più famoso per il suo legame con la bicletta è stato sicuramente quello dei Provos (ossia “provocatori”) olandesi, antesignani dei movimenti giovanili di protesta sorti negli anni ‘60 del secolo scorso. La percezione di essere un assoluta avangurdia e di “muoversi nel mondo come ciclisti su un’autostrada”, li spinse a scegliere come proprio simbolo totemico una bicicletta dipinta di bianco, allo stesso tempo geniale reincarnazione del cavalluccio a dondolo dadaista e arma contro la proprietà privata capitalista. I Provos sono stati un'inedita confraternita di artisti, teppisti e visionari, che tra il 1965 e il 1967, è riuscita ad instaurare per le strade e i canali di Amsterdam una fugace e illegale repubblica anarchica fondata sull’happening e la burla. Maestri nella manipolazione dei media, cultori della trasformazione dell’arte da decorazione a espressione di indipendenza e di gioia di vivere, i Provos hanno costantemente agito in rotta di collisione con l'autorità costituita. Prototipo perfettamente riuscito dell'homo ludens teorizzato da Huizinga, figli illegittimi del situazionismo, hanno tra l'altro brillantemente interpretato e reintrodotto lo sciamanesimo nella cultura occidentale. Nel cosiddetto “provotariato”, gruppo fluttuante, senza gerarchie, non-violento, antiautoritario, ecologista ante-litteram, felicemente disorganizzato, confluivano diverse stravaganti eresie che in maniera più o meno chiassosa stavano preparando Amsterdam al ruolo esaltante di Città Magica - inaffondabile bastione controculturale, laboratorio per arditi esperimenti sociali ed evolutive - che avrebbe assunto nei decenni a venire. Anagrammando la parola Amsterdam si ottiene “Mad Stream”, ed è stato proprio il flusso pazzo di esperienze portate in dote dai partecipanti alla scena provo che la rese così particolare e affascinante. Tra i suoi ispiratori-fiancheggiatori, accanto ad anonimi “nottambuli, arrotini, avanzi di galera, semplici simoni stiliti, maghi, pacifisti, mangiatori di patatine fritte, ciarlatani, filosofi, portatori di germi, stallieri reali, esibizionisti, vegetariani, sindacalisti, babbi natale, maestri d’asilo, agitatori, piromani, assistenti dell’assistente, gente che si gratta e sifilitici, polizia segreta e altra plebaglia del genere”(3), troviamo personaggi come Constant (fondatore del gruppo COBRA, ex-membro dell’Internazionale Situazionista, autore del fantasmagorico progetto sociale e architettonico New Babylon) Bart Hughes (pioniere delle ricerche con l’LSD e autore delle famigerate sedute di trapanazione cranica) Robert Grootveld (ex-lavavetri, eroe di strada, mago antifumo e Scemo del Villaggio in servizio attivo) Marijeke Koger e Simon Posthuma (spogliarellisti, inventori della Pot-Art, animatori dell’happening “Stoned in the Street” e in seguito, emigrati a Londra, artisti di corte dei Beatles col nome di Fool) Simon Vinkenoog (scrittore e attivista psichedelico) Roel Van Duijn e Rob Stolk (anarchici, ammiratori di De Sade, del dadaismo e marciatori antinucleari). I Provos con il loro teatro dell’assurdo hanno messo alla prova il concetto stesso di democrazia rivelandone i limiti; hanno affumicato in diverse occasioni i membri della casa regnante; si sono attivati contro il proibizionismo della marijuana; hanno ridicolizzato il conformismo equamente condiviso da tutti gli strati della società olandese e fatto perdere ogni autorevolezza alle autorità. Usando l’immaginazione e la magia contro il potere, hanno reclamato il diritto al gioco e alla creatività. Ligi ai dettami del marxismo (non quello di Karl ma piuttosto quello di Groucho) hanno agito sul sociale, lanciando i loro famosi “piani bianchi” volti a rendere le città più umane e vivibili, e i rapporti tra gli individui più tolleranti e aperti. Dal piano delle galline bianche (i poliziotti - in slang galline - trasformati in assistenti sociali con la mansione di offrire a richiesta cosce di pollo, arance, contraccettivi, fiammiferi e di portare a riparare le bici scassate) a quello delle biciclette bianche (soluzione finale contro il terrorismo del traffico). Bici bianche, anarchiche e collettivizzate, date in libero uso alla cittadinanza per contrastare i comportamenti antisociali di bande di psicopatici aggressivi rinchiusi dentro rumorose e puzzolenti scatole di ferro, che agiscono indisturbati contro l’ambiente e la collettività, coperti dalla grande industria e dalla polizia. Il successo dell’operazione è tale che venne ripreso e riproposto da gruppi che si ispiravano ai Provos da Stoccolma a Berkeley, da Praga a Oxford. Ma il segnale più evidente della buona riuscita del piano biciclette bianche fu la risposta della polizia. Le autorità reagirono col solito tatto, sequestrando le bici bianche perché non essendo chiuse col lucchetto, rappresentavano un istigazione al furto. La polizia è sempre stata per i Provos un elemento insostituibile per la buona riuscita dei loro happening. Al culmine del loro “carriera”, dopo una serie ininterrotta di provocazioni e dopo esser persino riusciti a far eleggere uno di loro nel consiglio comunale (slogan elettorale “Votate Provo per Avere Bel Tempo”), i Provos decisero improvvisamente di sciogliersi per evitare di diventare una caricatura di loro stessi - degli imbarazzanti sovversivi a cui ormai tutti davano ragione - lasciando sgomenti media e autorità. Note: (1) Da un volantino distribuito simultaneamente dai Provos ad Amsterdam, Bruxelles, Goteborg, Stoccolma, Milano nel 1966. (2) Non a caso i loro documenti sono stati inseriti nell’epocale mostra sulle civiltà sciamaniche, “From Siberia to Cyberspace”, tenutasi al Tropenmuseum di Amsterdam nel 1997. (3) Elenco tratto dal primo bollettino PROVO, giugno 1965.
Alcune foto
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