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PT perde a Porto Alegre
by Maurizio Monday, Oct. 28, 2002 at 11:45 AM mail:

Prto Alegre. Solo parole e a gente se ne disfa.

BRAZIL, 28 OTT 2002 (13:30)

--------------------------------------------------------------------------------
LULA TRIONFA MA IL PT GOVERNERÀ SOLO IN TRE STATI (STANDARD, POLITICS/ECONOMY)

Nel giorno del trionfo di Luiz Inàcio ‘Lula’ da Silva il suo schieramento, il Partito dei Lavoratori, deve fare i conti con risultati ben poco incoraggianti a livello di amministrazioni locali. In base ai risultati diffusi dal quotidiano 'O Globo', il movimento del presidente eletto è riuscito infatti a far eleggere appena tre governatori, due al primo turno e uno ieri, incassando soprattutto la sconfitta nel Rio Grande do Sul. Il governo di questo ricco Stato, alla frontiera con Uruguay e Argentina, è andato a Germano Rigotto, del Partito del movimento democratico brasiliano (Pmdb) che ha sconfitto il ‘petista’ Tarso Genro. In totale, il Pmdb si è assicurato cinque Stati: oltre al Rio Grande do Sul, ha vinto nel Paranà, con Roberto Requião e a Santa Caterina, con Luiz Henrique da Silveira. Confermati inoltre Jarbas Vasconcelos nel Pernambuco e Joaquim Roriz nel Distretto Federale, il quale ha battuto Geraldo Magela del Pt per circa 3mila voti, in una delle dispute più accese dell’intera tornata elettorale. Da parte sua, il Partito della socialdemocrazia brasiliana (Psdb) dello sconfitto José Serra e del presidente uscente Fernando Henrique Cardoso, governerà in sette Stati: Minas Gerais, con Aécio Neves; Ceará, con Lucio Alcântara; Paraíba, con Cassio Cunha Lima; Rondônia, con Ivo Cassol; Pará, con Simão Jatena; Goiás, con Marconi Perillo. Ma soprattutto nel più ricco e popoloso Stato brasiliano nonché luogo di nascita del Pt, quello di San Paolo, dove Geraldo Alckmin si è imposto con il 58, 59 per cento delle preferenze su José Genoino, fermo al 41 per cento. Quattro, invece, gli Stati conquistati dal Partito del fronte liberale (Pfl) del vice presidente uscente Marco Maciel: quelli di Bahia (Paulo Soto), Tocantinis (Marcelo Miranda), Maranhão (José Reinaldo) e Sergipe (João Alves). Il Partito democratico dei lavoratori (Pdt) ha eletto un solo governatore, Waldez Góez, nell’Amapá. Quattro gli Stati conquistati dal Partito socialista brasiliano (Psb), dell’ex candidato presidenziale Anthony Garotinho: Rio de Janeiro, con Rosiha Mateus, Espírito Santo, con Paulo Hartung, Alagoas, con Ronaldo Lessa e Rio Grande do Norte con Wilma Farias. Il Partito popolare socialista (Pps) dell’ex candidato Ciro Gomes amministrerà invece due Stati, quello di Amazonas (Eduardo Braga) e del Mato Grosso (Blairo Maggi). Il Partito Sociale liberale (Psl) governerà infine Roraima con Flamarion Portela. Al Pt di ‘Lula’ restano dunque il Mato Grosso do Sul, con Zeca, il Piauí, con Wellington Dias e l’Acre, con Jorge Vianna. (FB)

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Mancano dati di raffronto ..
by garabombo Monday, Oct. 28, 2002 at 12:50 PM mail: bbb

Quanti governatori avevano prima i vari partiti, quanti deputati avevano i vari partiti e quanti senatori, quale e' la collocazione dei vari partiti.

Altrimenti la notizia e' del tipo : Berlusconi vince le elezioni parlamentari ma l'ulivo conquista l'Isola d'Elba.

Ciao

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ah garabo'!
by com'é?! Monday, Oct. 28, 2002 at 1:36 PM mail:

Voglio dire, com'é che ti ecciti del successo di lula che già prima delle elezioni ha assicurato il FMI in relazione alle sue intenzioni di attenersi ai dettati economico-finanziari da questo imposti al Brasile, debito estero compreso!?
Ora vedremo come questa marea di consenso saprà attenersi alle politiche del presidente-operaio che, tra l'altro, si trova ad operare con una maggioranza politica moderata che non gli permetterebbe comunque di tradire i patti con il capitale nazionale e internazionale.
Ma come mai si spera ancora cosi' tanto nel ruolo di una personalità e dell'azione politica delegata?!
Eh?!
Le delusioni poi sono cocenti (perdere a Porto Alegre non é nulla a confronto di quanto potrebbe accadere) e i rimedi populisti peggiori dei mali pupulisti!
Un'altro mondo é possibile senza l'interclassismo e la mediazione politista!

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stai parlando della tua storia ..
by garabombo Monday, Oct. 28, 2002 at 3:50 PM mail: bbb

personale o di una analisi politica di quello che sta' accadendo in Brasile?

Puoi rispondere alle semplici domande fatte :

Per il PT
quanti erano prima i governatori e quanti sono ora?
quanti erano prima i deputati e quanti sono ora?
quanti erano prima i senatori e quanti sono ora?

Per gli alleati del PT rispetto ai punti fondamentali dell' ALCA, e del rapporto con il FMI

quanti erano prima i governatori e quanti sono ora?
quanti erano prima i deputati e quanti sono ora?
quanti erano prima i senatori e quanti sono ora?

Il PT non ha fatto un colpo di stao conquistando tutti i livelli del potere ha solo partecipato a delle elezioni.

I movimenti che sostengono il PT sono tutti in piedi e sono tutti convinti che le svolte ci sono solo se i movimenti stessi continuano a lottare e ad estendersi.

Le eccitazioni saranno le tue, quelle di uno

che .......tutto rimane come prima,

che ...... tutto uguale.

Le mie sono solo letture di una realta' che, continuo a ripeterlo, non prevede conductor-padri ma movimenti politici sempre piu' estesi e coscienti.

"com'é?!" mi sembri un' altra di quelle persone smagate,

che .......hanno visto tutto,

che gia' sanno tutto

che .......... Io che ho visto balenare i raggi beta al largo dei bastioni di orione, io che ho visto cose che voi umani non potrste nemmeno immaginarvi ...... Ho visto cose che voi umani nemmeno potete immaginare.

Ho visto il prato del Circo Massimo fiorire di bandiere rosse come il quadro..........

persone che pero' non saprebbero distinguere una mela in mezzo a dei chicchi di grano, e pensano che sia un chicco gonfio di acqua..........

persone che sono gia' vecchie a 15 anni.

Reinventando o Brasil e o mundo sem pedir licença -
Luis Fernando Novoa Garzon ( Sociólogo, membro da ATTAC- Brasi)
La Insignia. Brasil, 28 outubro de 2002)

Reinventare un Brasile e un mondo senza chiedere permesso.

………..Reconstituição ou alternância de poder? Readequação ou quebra de paradigmas? A indefinição é boa notícia em um mundo antes condenado ao pensamento único. Todas as dúvidas são bem vindas diante do destino em aberto. O aprofundamento do impasse do capitalismo global se configura como o saldo mais alvissareiro dessas eleições. A hegemonia neoliberal no continente foi definitivamente abalada. O esperneio das forças de direita derrotadas nas eleições - e a histeria contida de seus aliados externos - tem toda razão de ser……….

……….Cambiamento o alternanza? Riadeguamento o rottura di paradigmi? La non definizione e' una buona notizia in un mondo prima condannato al pensiero unico. Tutti i dubbi sono i benvenuti significano un futuro aperto. L'approfondimento della crisi del capitalismo globale si configura come un portato piu evidente di queste elezioni. L'egemonia neoliberale nel continente e' definitivamente finita. Il disorientamento delle forze di destra sconfitte in queste elezioni e l'isteria dei loro alleati esterni hanno tutta la ragione di esserci………….



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grande garà
by .... Monday, Oct. 28, 2002 at 5:12 PM mail:

sei una delle poche persone che fà informazione e politica seria su indymedia,pullulante di anti....,di contro.....e incapaci di dire o proporre qualcosa
continua così
HASTA SIEMPRE

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................
by ..................... Monday, Oct. 28, 2002 at 5:15 PM mail:

...................
che.gifdfltlk.gif, image/png, 150x193

.................................

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Alcuni altri dati + commento
by MAURIZIO MATTEUZZI Tuesday, Oct. 29, 2002 at 2:46 PM mail: bbb

Lula stravince, il Brasile esplode

..........Lula da Silva alla presidenza può farcela o fallire ma in ogni caso dopo il 27 ottobre 2002 non sarà mai uguale a prima. Ci sono voluti 502 anni - tanti ne sono passati da quando il navigatore portoghese Pedro Cabral sbarcò sulle coste brasiliane - perché "un figlio del popolo" diventasse presidente della repubblica.........


.......senza nessuna laurea. Ma che ha passato tutti gli esami della "università della vita" ben più dura di quelle........

......L'esito ..... era scontato....... dopo che era in tutta evidenza fallita la "strategia della paura", ma non per questo il risultato è stato meno storico, meno emozionante, meno commovente.......

........L'onda Lula è arrivata nei quattro angoli dello sterminato paese. Lula ha vinto ovunque, in 26 stati su 27 dell'Unione, con l'eccezione del piccolo stato nordestino dell'Alagoas, che un tempo era il feudo di famiglia del ladrone Collor de Mello.........

......All'altro estremo lo stato di Rio de Janeiro, ........qui Lula ha avuto addirittura il 79% dei voti........

........L'onda rossa di Lula non è però riuscita, nel voto di ballottaggio per i governatori statali..........

DEPUTATI____1998______2002
_______________58__________91_____+32_____su_____513__TOTALI

SENATORI____1998______2002
________________8________14_____+6_______su_____81__TOTALI

GOVERNATORI____1998______2002
____________________5__________3_____-2_______su_____27__TOTALI

.......Particolarmente dolorose sono state le sconfitte di José Genoino nello Stato di San Paolo, di Geraldo Magela nel Didstretto federale di Brasilia e di Tarso Genro nel Rio Grande do Sul.........

.........Ma la maggioranza del Pt del Rio Grande do Sul al contrario del Pt nazionale, continua ad essere piuttosto rigida quanto alla politica delle alleanze, poi è molto diviso al suo interno - Genro e Dutra si destestano, a tal punto che Genro si è dimesso da sindaco per candidarsi a governatore al posto di Dutra -, poi la campagna sistematica contro le amministrazioni del Pt condotta dai media locali. Il risultato è stata la sconfitta di Genro, per poco (47% contro il 53%) ma amara.
..........


7 governatori del Psdb di Cardoso e Serra;
5 del Pmdb, il centro gelatinoso,
4 dei Pfl, la destra liberale (i tre principali partiti su cui si è appoggiato Cardoso nei suoi 8 anni di mandato);
4 del Psb, i socialisti trainati da Garotinho;
3 del Pt.
(e gli altri 4 ?)


.........Che ha perso o non è riuscito a vincere in nessuno dei grandi stati del sudest - San Paolo, Minas Gerais, Rio de Janeiro - e del sud - Rio Grande do Sul, Santa Catarina e Espirito Santo -: ossia nel cuore pulsante - e ricco - del paese..........

.........Lula avrà bisogno di dimostrare tutta la sua abilità, sia in Congresso sia negli Stati sia nella società.......

..........Ha ribadito per l'ennesima volta che il suo Brasile rispetterà tutti gli accordi presi. Ma ha aggiunto che "anche il mercato deve ricordarsi che i brasiliani hanno il diritto di mangiare tre volte al giorno tutti i santi giorni"...........




Lula stravince, il Brasile esplode

Il leader del Pt Luiz Inacio Da Silva è il primo presidente di sinistra del paese


Finisce all'alba la festa dei brasiliani, con il 61% il «presidente operaio» surclassa il rivale Serra. E comincia il suo nuovo corso avvertendo i mercati: vi tratterò come voi tratterete il mio paese

Il Brasile che si è risvegliato ieri mattina, dopo una notte di lagrime di gioia - e naturalmente di musica -, non era più lo stesso di quello che (non) era andato a dormire domenica sera.

Lula da Silva alla presidenza può farcela o fallire ma in ogni caso dopo il 27 ottobre 2002 non sarà mai uguale a prima. Ci sono voluti 502 anni - tanti ne sono passati da quando il navigatore portoghese Pedro Cabral sbarcò sulle coste brasiliane - perché "un figlio del popolo" diventasse presidente della repubblica.

Un "da Silva", come si chiamano tutti qui, come fossero milioni di signor Rossi. Un operaio metalmeccanico, migrante dal nordest pernambucano alla periferia industriale di San Paolo, figlio di una straordinaria madre analfabeta, poi divenuto sindacalista, passato per la galera durante la dittatura militare e per una vita durissima, con un diploma elementare ottenuto a stento e senza nessuna laurea.

Ma che ha passato tutti gli esami della "università della vita" ben più dura di quelle, in molti casi prestigiosissime, per cui sono passati più o meno tutti i suoi 38 predecessori alla presidenza dell'Unione federativa del Brasile dal 1889 al primo gennaio del 2003, il giorno dell'insediamento.

L'esito del ballotaggio di domenica era scontato, dopo il primo turno del 6 ottobre e dopo che era in tutta evidenza fallita la "strategia della paura", ma non per questo il risultato è stato meno storico, meno emozionante, meno commovente.

Il 6 ottobre Lula aveva avuto 39.4 milioni e il 46.6 dei voti e José Serra, il candidato di Cardoso ("socialdemocratico" come lui), della continuità e del mercato, 19.7 milioni e il 23.2%.

Domenica scorsa Lula ha avuto 52.5 milioni e il 61.5% dei voti, Serra 33 milioni di voti e il 38.5%. La differenza è stata un po' inferiore ai 30 punti percentuali e ai 30 milioni di voti che indicavano tutti i sondaggi, ma resta sempre una vittoria a valanga ed enorme.

"La speranza ha vinto sulla paura", come ha detto Lula la notte di domenica in ogni occasione in cui ha parlato: nella prime dichiarazioni all'hotel Intercontinental di San Paolo verso le dieci e mezzo di sera, all'una del mattino davanti alle centomila persone impazzite che si accalcavano nell'avenida Paulista, ieri mattina nella prima conferenza stampa davanti a un migliaio di giornalisti ancora all'Intercontinental.

L'onda Lula è arrivata nei quattro angoli dello sterminato paese. Lula ha vinto ovunque, in 26 stati su 27 dell'Unione, con l'eccezione del piccolo stato nordestino dell'Alagoas, che un tempo era il feudo di famiglia del ladrone Collor de Mello - colui che aveva scippato la presidenza a Lula nell'89, con la decisiva regia della tv Globo.

All'altro estremo lo stato di Rio de Janeiro, dove tre settimane fa avevano vinto il candidato populista Anthony Garotinho e la sua signora Rosinha - lui candidato alla presidenza e lei candidata a governatore contro Benedita da Silva del Pt -: qui Lula ha avuto addirittura il 79% dei voti.

L'onda rossa di Lula non è però riuscita, nel voto di ballottaggio per i governatori statali, ad avere lo stesso effetto di traino che tre settimane fa aveva avuto nelle elezioni per deputati e senatori federali, per i parlamenti statali e comunali.

Allora i candidati del Partido dos Trabalhadores erano balzati da 58 a 91 deputati (su 513) alla Camera, divenendo il partito di maggioranza relativa, e passando da 8 a 14 senatori (su 81) al senato.

Domenica scorsa negli otto stati in cui uno dei due candidati erano del Pt, solo Zeca do Pt nel Mato Grosso do Sul ce l'ha fatta. Così i governatori petisti da cinque che erano saranno ora solo tre e di stati periferici e marginali: oltre al Mato Grosso do Sul, Jorge Viana nello stato di Acre (quello che fu del seringueiro Chico Mendes, come ha tenuto a ricordare Lula) e Wellington Dias nel Paiuí.

Particolarmente dolorose sono state le sconfitte di José Genoino nello Stato di San Paolo, di Geraldo Magela nel Didstretto federale di Brasilia e di Tarso Genro nel Rio Grande do Sul.

Soprattutto quest'ultima, per quanto annunciata dai sondaggi. Perché il Rio Grande do Sul e la sua capitale Porto Alegre sono (stati) il fiore all'occhiello delle amministrazioni del Pt.

Porto Alegre, divenuta anche la capitale mondiale del movimento no-global, dall'89 è governata da un'amministrazione petista, che ha aperto una strada nuova specialmente con la sua legge di bilancio "partecipativo", ossia fatto ascoltando la popolazione.

Nel `98 il Pt conquistò anche l'amministrazione statale con Olivio Dutra, uno dei fondatori del Partido dos Trabalhadores nell'80.

Ma la maggioranza del Pt del Rio Grande do Sul al contrario del Pt nazionale, continua ad essere piuttosto rigida quanto alla politica delle alleanze, poi è molto diviso al suo interno - Genro e Dutra si destestano, a tal punto che Genro si è dimesso da sindaco per candidarsi a governatore al posto di Dutra -, poi la campagna sistematica contro le amministrazioni del Pt condotta dai media locali.

Il risultato è stata la sconfitta di Genro, per poco (47% contro il 53%) ma amara. Ora la mappa indica 7 governatori del Psdb di Cardoso e Serra; 5 del Pmdb, il centro gelatinoso, 4 dei Pfl, la destra liberale (i tre principali partiti su cui si è appoggiato Cardoso nei suoi 8 anni di mandato); 4 del Psb, i socialisti trainati da Garotinho; 3 del Pt.

Che ha perso o non è riuscito a vincere in nessuno dei grandi stati del sudest - San Paolo, Minas Gerais, Rio de Janeiro - e del sud - Rio Grande do Sul, Santa Catarina e Espirito Santo -: ossia nel cuore pulsante - e ricco - del paese.

Questa sarà un'ulteriore sfida per il presidente Lula e le sue straordinarie doti di "articolatore" e negoziatore politico, affinate come leader sindacale negli anni duri del regime militare e poi come leader di partito con le ali radicali del Pt (minoritarie ma al 30%) e dei movimenti sociali (come l'Mst, i Senza Terra che si battono per la riforma agraria).

Lula avrà bisogno di dimostrare tutta la sua abilità, sia in Congresso sia negli Stati sia nella società. Che non perde occasione - l'ha ripetuto nella campagna elettorale e ancora in tutti i suoi primi interventi da presidente eletto - per ricordare che lui "non farà miracoli", che da solo con il suo governo non riuscirà a risolvere i problemi immediati e le sfide storiche che attendono il nuovo Brasile e per questo si è impegnato a fare costantemente appello a "tutta la società brasiliana" perché partecipi e proponga, critichi e si mobiliti.

Le reazioni internazionali e del mercato sono state per il momento moderate, in qualche caso rassegnate. Domenica sera, a caldo, Lula aveva detto di sperare che "il mercato si tranquillizzi" dopo la prova di forza data domenica dalla democrazia brasiliana.

Ha ribadito per l'ennesima volta che il suo Brasile rispetterà tutti gli accordi presi. Ma ha aggiunto che "anche il mercato deve ricordarsi che i brasiliani hanno il diritto di mangiare tre volte al giorno tutti i santi giorni".

Ieri mattina il dollaro ha aperto andando prima giù poi su, "nervosamente" come si dice, in attesa di conoscere quali saranno i nomi indicati - oggi - dell'équipe economica incaricata della transizione insieme al governo Cardoso e - più avanti - dei ministri del governo Lula. Anche la Borsa di San Paolo ha aperto ieri con alti e bassi.

Dalla notte di domenica a ieri sono cominciati a piovere i messaggi di congratulazioni. Schroeder, Chirac, Ciampi e D'Alema dall'Italia.

Bush si è felicitato ancor prima di Serra, a scrutinio in corso, "per evitare intepretazioni maliziose", ha precisato il portavoce Fleischer.

Ma come ha detto ieri alla folla festante il presidente Lula, "tutto sommato finora è stato facile, il difficile verrà adesso". Di una cosa i brasiliani possono essere certi: che il Brasile da ieri non sarà più lo stesso e che Lula "non tradirà la vostra fiducia".
MAURIZIO MATTEUZZI Il manifesto 29-10-2002


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