Una cura farmacologica o una cura psicoterapeutica. Oppure tutte e due insieme. Una cura antidepressiva a base di antidepressivi triciclici o SSRI che interagisce con una psicoterapia cognitivo comportamentale. Disagio, disturbo mentale, malattia mentale quindi cura ambulatoriale e, nei casi più gravi, ricovero. Questa è la psichiatria. Molta confusione annebbia la mente di tanti. Razzismo, nazismo, fascismo, non hanno alcun significato quando si parla di psichiatria. E me ne frega relativamente se la psichiatria è stata usata in passato per crimini contro l'umanità. Ora, un TSO non è un crimine, ma un intervento doloroso ma necessario. Il TSO non è previsto per un individuo sano, senza problemi, ma per chi è ammalato e non si vuole curare. Se lo schizofrenico non si vuole curare è un danno per lui e per chi gli sta intorno e va quindi OBBLIGATO a farsi curare e, se necessario ricoverandolo in TSO. Questo non è nazismo, fascismo, razzismo, questa è civiltà, è volere bene alla gente e fare in modo che le persone, che tutte le persone, anche quelle dai disturbi mentali più marcati possano condurre una vita più dignitosa. Quindi è un abuso il TSO? L’80% dei pazienti schizofrenici che interrompono una cura possono benissimo comportarsi violentemente il che significa fare male a chi li circonda e a loro stessi e in più, causa psicosi e deliri possono perdere il contatto con la realtà o non essere consci di essere ammalati. Oggi, in Italia, il modo di operare è quello di aspettare che la persona ammalata si rechi lei stessa alle strutture pubbliche. Ma di solito, chi telefona per lui, l’operatore o il suo tutore si senta rispondere spesso “me lo porti qua”. E accompagnare uno schizofrenico in preda ai suoi fantasmi non è una cosa facile, diciamo pure che è un bel casino. All’estero, dove le cose funzionano meglio e dove ci sono strutture più avanzate in cui i malati sono curati nel migliore dei modi, il 25% degli schizofrenici curati tornano a condurre una vita normale. Un altro 25% ha ancora qualche problema ma è tornato lo stesso ad avere una vita socialmente attiva. Un 40 % ha invece bisogno di assistenza continua e purtroppo l’ultimo 10 % tenta il suicidio nel corso degli anni ed ha bisogno di ricovero in strutture che non hanno niente a che vedere con i manicomi.
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