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AIUTI (DIS)UMANITARI
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abr Tuesday, Oct. 22, 2002 at 10:41 PM |
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Servizio interessante di "Report" su Rai3
Mi è capitato di vedere un servizio abbastanza ben fatto di Report sulle realtà che circondano i c.d. "aiuti umanitari". Report ha proposto molto materiale e storie diverse: volontari e militari ONU che vanno a troie in Sierra Leone; medici volontari con stipendi allucinanti; sospette tangenti nella CARITAS e nell'UNHCR, dichiarazioni di Gino Strada...
Sul sito di Report c'è una "traccia" della puntata in cui ci dovrebbe essere tutto (non ho letto tutta la pag.!).
Consiglio a tutti di dare un occhiata!!!!!!!!!!!!
Il sito è : http://www.report.rai.it Il link alla pag. è :http://www.report.rai.it/2liv.asp?s=124
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ad esempio
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abr Tuesday, Oct. 22, 2002 at 10:51 PM |
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...AUTORE A Freetown ci sono 331 associazioni di cooperazione ufficiali, difese da guardie armate. Basta guardare La guida telefonica di Freetown: è piena. Bastano un telefono satellitare, qualche biglietto da visita, un adesivo sulla jeep. E molti soldi da poter spendere, possibilmente senza doverne rendere troppo conto.
ALFREDO MANTICA- Sottosegretario Affari Esteri Cooperazione alla Sviluppo Ci sono ormai delle strutture che sembrano delle multinazionali nel campo delle ONG. Hanno ormai recepito o concepito la professione del volontariato. Questi di professione sono abbondantemente retribuiti, hanno una serie di loro BENEFITS e evidentemente io posso anche capire che ci sia lo stupore verso il fatto che nel campo del volontariato qualcuno lavori con gli stipendi dell'ONU. Questa, però, è la realtà nella quale noi ci troviamo ad operare.
AUTORE I volontari sono tanti, ed è bene sottolinearlo, fanno esperienze di lavoro di qualche anno con uno stipendio che non supera i 1000 dollari al mese. Poi ci sono i volontari di professione, che godono di molti benefits, fra cui il privilegio di spendere pochissimo sul posto, facendo magari figurare spese altissime, e di farsi accreditare l'intero stipendio in Svizzera..
ALFREDO MANTICA- Sottosegretario Affari Esteri Cooperazione alla Sviluppo Questo lo dico a lei: la gente pensa che il medico in Africa sia gratis. Ci sono nei 18.000 dollari al mese. Un conto può essere Medicins sans Frontières, un conto sono altre organizzazioni. Se poi vuole aggiungere c'è anche qualche ONG che risponde al deuxieme boureau o al MI5 perché, chi meglio di un organizzazione…. Ma lei sta registrando? No, questo lo tagliamo!!!!!
AUTORE Qualche ONG che risponde al deuxieme boureau o al MI5, vuol dire che lavorano per i servizi segreti francesi e inglesi, ma notoriamente anche quelli americani e forse anche i nostri.
ANDREE KATTER - Parroco di Lungi, Sierra Leone La gente vede i membri delle ONG che se ne vanno in spiaggia a sollazzarsi negli orari di ufficio e per buona parte del tempo scorrazzano di qua e di là a bordo delle loro Toyota. E allora mi chiedo: se spendi tutti quei soldi in automobili che cosa rimane per la gente? Perché se sei al servizio della gente comune devi tenere uno standard che tenta almeno un po' di avvicinarsi a quello di coloro con cui interagisci. Se vieni qui vantando grandi progetti altruisti e poi sprechi denaro utile a realizzarli per vivere nel lusso… allora hai fallito l'obiettivo.
AUTORE Uno scandalo ignobile ha coinvolto gli operatori di varie agenzie umanitarie nell'Africa occidentale e anche in Sierra Leone: lo sfruttamento sessuale di ragazze e minorenni. Molti di loro profughi o già vittime della guerra.
Immagini da TG3 Rai del 27 febbario 2002 Conduttore "Inchiesta shock dell'Alto Commissariato dell'ONU: soldati di pace e operatori umanitari avrebbero approfittato del loro potere sui rifugiati nei campi profughi africani. Molte minorenni sarebbero state violentate e sfruttate in cambio di un po' di cibo."
PADRE CHEMA CABALLERO - Missionario saveriano Perché ci sono tante ragazze prostitute qui in Sierra Leone? Sulle spiagge? Perché c'è un mercato per quello. Chi è la gente che usa queste ragazze? Non sono i sierraleonesi. Sono la gente che lavora per le ONG, sono la gente delle Nazioni Unite, sono i soldati inglesi che sono qua, sono quelli che possono pagare 100 dollari a una ragazza.
AUTORE Purtroppo non è difficile trovare conferme a queste denunce.
PADRE CHEMA CABALLERO - Missionario saveriano Certo che le stesse agenzie, le stesse NGO, che usano le ragazze prostitute saranno forse quelle che dicono "c'è bisogno di fare un progetto per aiutare queste ragazze prostitute". E' tutto un sistema un po' marcio, forse!!!
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Rende l'idea
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agapito@robles Wednesday, Oct. 23, 2002 at 4:20 AM |
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....è una tematica vecchia come il mondo. E'il business dell'emergenza("Emergenza pensioni, emergenza di politica industriale, emergenza terrorismo, emergenza corruzione, emergenza sanitaria, emergenza scuola...").
Il sistema è marcio? "Ma no!Non me l'aspettavo veramente!" D'altronde si vive in mezzo a una marea di contraddizioni.
Esempio in loco. A cosa serve un'Università, che dovrebbe essere una "scuola" di eccellenza, se non riesce + a far ricerca?
UNIVERSITA':ALLARME["l'ennesima emergenza?" ;)]RETTORE A FERRARA, DENARO SOLO PER STIPENDI
CONCONI, TASSE NON ELEVABILI- GIA'AL 20%
Ferrara,22 ott.(Adnkronos)- Nel 2003 l'università di Ferrara dovrà ritoccare al ribasso, se non azzerare, i "fondi liberi, penalizzando assegni di ricerca, dottorati, docenti a contratto, ricerca". Lo ha detto Francesco conconi, inaugurando il 612mo anno accademico e precisando che il 96,9% dell'attuale finanziamento statale è assorbito dalle spese per il personale, che nell'ateneo conta 2400 dipendenti e collaboratori di cui 700 docenti.
http://www.adnkronos.com/IGNDispacci/20021022/ADN20021022143732.htm Che si fa? La si chiude? ;)
Cosa elimina il business dell'emergenza? La pace sociale.
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ANCORA
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abr Wednesday, Oct. 23, 2002 at 9:59 AM |
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KABUL - AFGHANISTAN
AUTORE Dalla spiaggia di Freetown, all'aeroporto di Kabul, riecco i soliti lussuosi fuoristrada bianchi, ad aspettare i nuovi arrivi dei professionisti dell'umanitario. Qui ci si spartiscono gli 800 milioni di dollari già stanziati dagli Stati Uniti per la ricostruzione.
DON ALBINO BIZZOTTO - Presidente Associazione I Beati I Costruttori di Pace Temo però che anche in Afghanistan, come in Bosnia e come in Kosovo , dove c'è stato un impiego di soldi, di fondi straordinario e che ha visto un lavoro, un moltiplicarsi di ONG che poi sono svanite improvvisamente perché si son chiusi i rubinetti.
AUTORE Se si fa un confronto con i drammi del passato, la disponibilità alimentare e la ricchezza delle merci esposte nei bazar all'aperto sembrano oggi perfino abbondanti. Di fatto non manca nulla. Eppure la parola d'ordine delle varie agenzie internazionali è una sola: aiuti, aiuti, aiuti. I depositi del World Food Programme traboccano di grano, addirittura sottratto a precedenti destinazioni africane. Ogni giorno se ne devono distribuire diverse tonnellate, quasi tutte nella capitale. Quando le maggiori necessità sono certamente da altre parti, come in questi villaggi, dove, come vedete, non c'è proprio nulla. Questo avviene anche con il contributo del denaro italiano alle Nazioni Unite. Ma l'Italia come può controllare?
ALFREDO MANTICA- Sottosegretario Affari Esteri Cooperazione alla Sviluppo Il controllo delle Nazioni Unite prima di tutto è fatto attraverso i canali e le procedure tradizionali, cioè quelle del report che fanno le Nazioni Unite a noi sugli stanziamenti che noi devolviamo.
AUTORE Questo vuol dire che il denaro dei paesi donatori viene ripartito dalle Nazioni Unite secondo criteri di priorità politica. E alla fine compilano una relazione. Cioè pezzi di carta di cui nessuno chiede verifica. A Kabul ci si arriva solo da Islamabad e solo con un aereo dell'ONU e per 40 minuti di volo l'ONU chiede ad ogni passeggero 600 dollari. Questo è il mio biglietto.
GINO STRADA - Emergency Per venire da Islamabad a Kabul non si usa la UN Airlines, qui si dovrebbe chiamare così visto che si paga 600 dollari per un tragitto di 40 minuti di volo. No! Si chiama UN Humanitarian Air Services, cioè "Servizi Aerei Umanitari". Non lo so cosa c'è di umanitario nel far pagare 600 dollari, dove sta l'umanitario lì dentro: non lo so!
AUTORE Non lo sappiamo nemmeno noi tantomeno quali siano le alternative decenti. Ma per capire meglio, ancora una volta occorre vedere le cose più da vicino. In questa zona si è concentrato per anni il fuoco dei Talebani e mujaheddin. E sempre qui, nell'autunno scorso, è piovuto tutto l'arsenale americano: le mine a grappolo, le cariche incendiarie, le bombe perforanti, i missili intelligenti, capaci, dicono, di dirigersi da soli sui bersagli scelti. E qui ritroviamo gli sminatori che due mesi prima avrebbero dovuto ripulire l'Angola. Adesso stanno cercando di rimuovere una bomba perforante, intelligente, inesplosa, da 500 chilogrammi, vicino ad un deposito di carburante
SALVATORE MULE' - esperto in esplosivi Intersos Abbiamo scavato qua nella speranza che si potesse tirare su ma a questo punto non possiamo e ci dobbiamo inventare qualche altro sistema per svuotarla e per tirarla su e vedere come è. D'altronde non si può fare brillare perché questo è un deposito carburante e attorno tutto cisterne. C'è il carburante e ciò creerebbe una grossa difficoltà.
GENERALE FERNANDO TERMENTINI - Esperto in mine ed esplosivi Intersos Il territorio afghano, per quello che sto potendo constatare in questi giorni, è disseminato di questo ordigni, di ordigni che uccidono a 150 metri di distanza. Se io in questo momento sollevassi questo paracadute dal terreno la cluster esplode.
AUTORE Le mine a grappolo sono sparse dappertutto: si calcola che delle 200 che contiene ogni bomba ne arrivino a terra inesplose almeno 50. Il problema è che in molti villaggi, le cluster - bombs sono piovute dai cielo insieme alle buste degli aiuti americani che contenevano cibo. Gialla la cluster bomb, gialla la busta umanitaria. Risultato, nuove mutilazioni perché qualcuno apriva una cosa gialla pensando che fosse cibo. Ci pare diabolico.
fonte : http://www.report.rai.it/2liv.asp?s=124
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abr Wednesday, Oct. 23, 2002 at 10:03 AM |
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AUTORE Durante i bombardamenti americani sull'Afghanistan, alla fine del 2001, ci si attendeva un flusso di almeno un milione di profughi diretti in Pakistan. Secondo alcuni non ne sono usciti non più di 10mila, secondo altri si arriva a 60.000. Ma intanto sono stati stanziati fondi per accogliere nei campi 1 milione di persone. Questi che stiamo vedendo, e che comunque ripropongono il dramma umano e sociale dei rifugiati, sono stati spostati da un campo all'altro. Provengono in realtà da Jalozai, un vecchio campo alla periferia di Peshawar che ha raccolto i profughi usciti al tempo dell'occupazione russa, vent'anni fa. Siccome bisognava riempire in qualche modo i campi preparati dal compromesso raggiunto tra le agenzie delle Nazioni Unite e il Pakistan, mentre erano in corso i bombardamenti americani, 45mila persone sono state spostate dal Pakistan ai nuovi campi creati per l'emergenza nell'area tribale. In questo modo non c'e' bisogno di riconoscere a questi profughi lo status di rifugiati politici.
ALBERTO CAIRO - Croce Rossa Internazionale Dicevano tutti: adesso milioni di persone scapperanno, se ne andranno in Pakistan, in Iran, bisogna organizzare grandissimi campi profughi. Questo non si è verificato.
D - Intersos di Roma riceve insieme a Coopi quattro miliardi per la gestione dei due campi profughi di diecimila persone in Pakistan, dove al momento della raccolta fondi se ne attendevano un milione: non è esagerato tutto questo in rapporto alle altre necessità del mondo?
ALFREDO MANTICA- Sottosegretario Affari Esteri Cooperazione alla Sviluppo Lei qui sta sollevando un problema di tipo diverso, se mi consente, perché anch'io avevo osservato come le previsioni dell'ONU sui rifugiati dell'Afghanistan abbiano superato ogni livello di guardia. Devo dire che questo poi è affidato alle responsabilità di ciascuno nel senso che non si può creare un'emergenza per poter intervenire sull'emergenza, gonfiare l'emergenza e gonfiare gli aiuti.
AUTORE Se è vero che fare previsioni non è facile per nessuno, è altrettanto vero che le agenzie dell'ONU fanno questo per mestiere, da un milione a 10.000 o 60.000, non è una differenza da poco, visto che il denaro stanziato non torna indietro.
ALFREDO MANTICA- Sottosegretario Affari Esteri Cooperazione alla Sviluppo E' uno dei tanti temi che sono in discussione. Qui è in discussione la credibilità dell'ONU e delle strutture dell'ONU, perché sono loro che normalmente fanno le previsioni e determinano gli aiuti dei Paesi dai governi.
LAURA BOLDRINI - Portavoce UNHCR I denari che noi abbiamo chiesto contemplavano diversi segmenti di assistenza, l'assistenza dei profughi in Pakistan, più degli sfollati all'interno dell'Afghanistan e l'assistenza a coloro che volevano rimpatriare in Afghanistan dopo anni di esilio. Tutto questo aveva un valore: 271 milioni di dollari.
AUTORE Uno dei campi profughi più grandi è stato aperto in un'area controllata dalle tribù, dove l'illegalità è legge.
DON ALBINO BIZZOTTO - Presidente Associazione Beati I Costruttori di Pace Ma per portare avanti i progetti di sviluppo hanno bisogno dell'autorizzazione delle autorità politiche per cui alla fine sostengono governi corrotti e alla fine danno via libera, purtroppo, alle bustarelle per poter continuare a lavorare con la gente. Questo crea una contraddizione terribile perché da un punto di vista politico non potrebbero fare queste cose, da un punto di vista umanitario per poterle fare ne hanno bisogno.
OLD BAGZAI CAMP - PAKISTAN
AUTORE Questo campo di tende ospita diecimila persone. E' questa l'emergenza dei profughi dall'Afghanistan. Sono stati girati qui i servizi televisivi che preparavano la colletta internazionale che ha finanziato l'operazione - rifugiati. Vengono forniti pasti di 1800 calorie giornaliere , contro le 2400 previste e coperte dallo stanziamento iniziale. La qualità della farina è scarsa e perfino il riscaldamento viaggia al risparmio.
MAURO CELLADIN - Capo progetto Intersos A ogni persona per ogni giorno spettano 250 grammi di farina, 70 grammi di legumi secchi, 25 grammi di olio e 12 grammi di sale: questo ogni giorno, per tutto il mese, per tutta la famiglia.
D - E questo vale per 15 giorni…
MAURO CELLADIN - Capo progetto Intersos Questa distribuzione è quindicinale, sì!
D - E questa dieta vale…
MAURO CELLADIN - Capo progetto Intersos 1.800 calorie.
D - Quante volte cambiate questa dieta?
MAURO CELLADIN - Capo progetto Intersos Questo è il basket tipico della W.F.P. per i rifugiati.
AUTORE Il basket tipico, abbiamo già detto, e' di 2400 calorie! Da dove verranno tutti i legumi secchi, il sale, la farina l'olio?
LAURA BOLDRINI - Portavoce UNHCR Gli americani usano dare molto grano ad esempio perché ne hanno di riserva, di scorta, magari altri Paesi preferiscono dare il "cash", il liquido, per cui noi del programma alimentare mondiale possiamo comprare localmente quello che serve.
AUTORE E infatti Basta leggere le scritte a caratteri cubitali su ogni confezione e ogni sacco per capire da dove arrivano le eccedenze. Tutte acquistate sul mercato americano!
VIVIANA RICCELLI - Responsabile di campo Intersos Il W.F.P., nonostante le insistenze di tutti, Intersos, UNHCR, non fornisce il minimo stabilito per la sopravvivenza, per il nutrimento della gente.
AUTORE Questa donna si lamenta perché il cibo non basta, aiuti alimentari per un milione di persone, non viene dato quello che serve a 10.000…non c'è altro da dire. Anzi ci sarebbe da dire il nome dell'agenzia ONU che fornisce il cibo in questo campo. Chi si occupa della distribuzione e l'alto commissariato per i rifugiati scrivono: Il World Food Program. Ma il World Food Program ci comunica " non abbiamo nulla a che vedere con il campo in questione. Qualsiasi diverso riferimento in tal senso va considerato diffamatorio nei confronti della nostra organizzazione". Ma allora questa tenda con il loro marchio, dentro al campo in questione, di chi e? Quello che e' certo e' che queste stufette a cherosene non le fornisce il WFP. Ogni tenda ne ha una in dotazione e servono per scaldarsi e fare da mangiare. Una su sei era difettosa e sono esplose nella tenda.
ABDUL MALIK- Responsabile di campo Intersos E' una partita acquistata all'ingrosso dall'Alto commissariato per i rifugiati purtroppo questo avviene spesso. Ci sono delle stufe difettose che sono state distribuite a molte famiglie. Per fortuna non ci sono state vittime, solo tende e coperte bruciate. Adesso stiamo cercando di sostituirle, questo era materiale difettoso.
Un mese dopo questa dichiarazione una stufetta come questa ha ucciso tre bambini nel campo di Ashgaro
AUTORE Tra le iniziative di aiuto, è anche prevista una distribuzione di vestiti. Sono contenuti in sacchi come questi e la gente si mette in fila per ore aspettando il proprio turno. I più fortunati riceveranno una tuta da ginnastica in tessuto sintetico. Qua dentro c'è lo scarto dell'Occidente che ha rivestito i sopravvissuti del Rwanda, della Sierra Leone o del Kosovo, ormai diventata la divisa internazionale del rifugiato di guerra. Che e' sempre meglio di niente, ma sotto la tuta c'è il profugo: Nulla di più di un oggetto conteso da decine di NGO in concorrenza tra loro.
ALFREDO MANTICA- Sottosegretario Affari Esteri Cooperazione alla Sviluppo Credo che occorra porsi il problema, e lo hanno posto anche se in maniera a mio giudizio non corretto i no global, di un problema di distribuzione diversa delle ricchezze sul pianeta terra. Il che vuol dire una "governance" diversa del sistema mondiale, il che vuol dire ridiscutere il ruolo dell'ONU, ridiscutere se la burocrazia può guidare il mondo, se deve tornare il primato della politica e delle grandi scelte politiche.
IN STUDIO MILENA GABANELLI Cosa vuol dire nella pratica? Che per fare del bene ci vuole tempo e delle azioni politiche, se invece l'emergenza diventa la norma non si può più gestire un aiuto reale. Per esempio per il 2003 la finanziaria prevede uno stanziamento di 620 milioni di euro e il Ministero degli Affari Esteri sulla base delle necessita' li ripartirà fra vari paesi. Ma se a Febbraio dovesse scoppiare la guerra in Iraq e il governo dovesse decidere un intervento di emergenza, parte di quei soldi verranno levati a qualcuno che mollerà il suo progetto in Sudamerica, per esempio. e metterà insieme in 4 e 4 otto un nuovo progetto per l'Iraq. Si chiamano interventi spot. Hanno molta visibilità, sono pieni di buone intenzioni, sui risultati un invito a ragionare.
fonte : http://www.report.rai.it/2liv.asp?s=124
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