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Mattei: ritorna il mistero in tv, attentato od incidente?
by Child ( vero ) Friday, Oct. 25, 2002 at 6:29 AM mail:

In una piacevole trasmissione, ‘Novecento’, è riecheggiatato il mistero della morte di Mattei. Come al solito le rubriche dedicate al grande pubblico offrono una versione edulcorata degli avvenimenti, evitando di menzionare fatti spiacevoli. In realtà l’omicidio di Mattei fu il più importante delitto di mafia ed insieme il maggiore complotto spionistico della stagione terroristica in Italia. Quel delitto fu la madre di tutti gli attentati ed è strettamente connesso con quanto accade ancor oggi nel settore energetico.


La nuova trasmissione che consacra il ritorno di Baudo su Rai-1 ha il pregio di saper coniugare un buon varietà, la rivisitazione cinematografica di pellicole poco note ed una discussione giornalistica di discreto livello, capace di risollevare interesse sui problemi irrisolti del secolo appena trascorso. Martedì 15 sono stati presentati alcuni servizi su Mattei, l’esponente democristiano che fu al suo tempo il cardine della vita politica italiana. Come oggi Berlusconi insomma. Il paragone con il leader di F.I., ad ogni modo, inizia e finisce qui. Nonostante la presenza di una vena populista in entrambi, Mattei nel Dopoguerra probabilmente per il suo passato di partigiano bianco era simpatico alle Sinistre, Berlusconi tutto il contrario Sono seguiti stralci del film ‘Il Caso Mattei’, con la trascinante interpretazione dello specialista di quella stagione memorabile di film politici: G.M. Volonté (1), che uno dei due ospiti ( conoscente diretto del personaggio in questione ) si sbrigava a giudicare troppo enfatico per la personalità un po’ introversa del primo presidente dell’ENI.

Per chi non lo conoscesse, ricordo che Mattei fu il principale artefice del boom economico italiano all’inizio degli Anni Sessanta. Mattei e l’Ente Nazionale Idrocarburi, una creazione del marchigiano nel ’53 per trasformazione dell’Agip, all’epoca erano praticamente la stessa cosa. Oggi invece l’ENI è in mano per una grossa fetta di azioni agli stranieri (2), solo il 15% appartenendo allo Stato Italiano. La Supercortemaggiore (3), ossia la “potente benzina italiana” ( con l’emblema del cane nero a 6 zampe su sfondo giallo ) che accompagnava il guidatore a quattro ruote, competeva allora con la Esso dei Rockefeller e la Shell dell’anglo-olandese H.Deterding. Mattei, che era stato un capo-partigiano della fazione cattolica, voleva concedere al nostro paese la possibilità di essere autonomo a livello energetico ed aveva istituito una vasta rete di distributori. Per questo aveva intessuto rapporti con lo Shah di Persia, nonostante costui fosse stato posto al potere in Iran dagli Anglo-americani (4); che avevano mandato a morte Mossadegh escogitando un golpe ai danni del Primo Ministro della Repubblica Iraniana, reo unicamente di svolgere all’interno del proprio paese una politica economica analoga a quella che fu poi di Mattei (5). Allo Shah il presidente dell’ENI aveva offerto il 75% dei profitti (6). Aveva preso accordi persino con Nasser. E, fatto preoccupante per le compagnie petrolifere anglo-americane, si era da poco accordato con l’URSS per lo sfruttamento di giacimenti sovietici, contattando pure la Cina.

L’aereo dell’uomo politico, partito dall’aeroporto di Catania all volta di Roma ma poi da egli stesso dirottato verso Milano, cadde nel tardo pomeriggio del 27 ottobre 1962. L’inchiesta ufficiale dell’aeronautica e successivamente quella ministeriale dichiararono che era stato un incidente. La letteratura scandalistica invece, a partire dagli Anni Settanta, ha cercato di dimostrare l’esistenza di un complotto da parte delle ‘Sette Sorelle’ ( le aziende petrolifere anglo-americane, oggidì raddoppiate )(7). Fu una rivista ( LE ORE DELLA SETTIMANA ) a riaprire l’interesse sul caso, dopodiché il regista Francesco Rosi basandosi su uno scottante libro di Bellini e Previdi realizzò il film sopra menzionato. Una terza inchiesta svolta dalla magistratura di Pavia a metà degli Anni Novanta ha supposto in seguito un complotto politico-mafioso tutto italiano. Lo Jannuzzi da parte sua ha sostenuto viceversa nella puntata di ‘Novecento’ in data indicata che la tesi della bomba, anche considerando una connessione dell’ordigno col carrello del velivolo, non regge. Poiché il volo proveniente dalla Sicilia era diretto a Roma ed il cambiamento di rotta verso Milano – senza sosta alcuna – era stato richiesto fuori programma dallo stesso Mattei, che pare variasse di frequente il suo tragitto aereo. Gli eventuali attentatori, perciò, non potevano sapere della variazione di programma. La logica vorrebbe allora che non vi sia stata alcuna manomissione della sicurezza del bireattore. Siamo tuttavia sicuri che abbia ragione Jannuzzi? Vediamo di affrontare il problema più approfonditamente. Gli emuli, ante-litteram e post-litteram, di Mattei sono finiti tutti male. Possibile che proprio un uomo così importante e scomodo, oltremanica ed oltreatlantico, sia scomparso per una mera fatalità? La dipartita del politico democristiano, appartenente alla corrente di Moro, ha favorito – non dobbiamo dimenticare – un processo di disgregazione economica all’interno del nostro paese culminato nella crisi energetica alla fine degli Anni Settanta e continuato fino ad oggi. Se le case automobilistiche non si azzardano a sperimentare nuove forme alternative di energia, lo dobbiamo al fatto che esse temono non tanto la concorrenza straniera, quanto il potere politico-economico che sta dietro a querlla concorrenza. La crisi attuale della Fiat potrebbe essere, a ben vedere, un’ingiunzione dall’estero. Già l’Eni è ora in possesso delle ‘Quattordici Sorelle’, ci manca solo che la General Motors da partner qual è adesso diventi proprietaria dell’azienda torinese e il nostro futuro è assicurato…

Un’ottima ricostruzione dei fatti inerenti alla vicenda della scomparsa dell’uomo in questione trovasi ne I MISTERI D’ITALIA, a cura di S. Provvisionato, il bravo giornalista di Canale-5. In particolare, un ex-sost.proc.gen. di Palermo, Alberto di Pisa ha proposto un quadro di ricollegamenti che per quanto sconcertante è probabilmente veritiero.
Innanzitutto, il bireattore ( I-Snap ) schiantatosi a Bascapè ( fraz. di Mandriano, in prov. di Pavia, non distante dall’aroporto di Linate ) con a bordo il manager dell’ENI, il giornalista inglese W.Mc Hale ed il pilota italiano I.Bertuzzi, è stato visto da una persona del luogo – certo M.Ronchi – esplodere in volo. Costui, però, evidentemente pressato dai Servizi Segreti ha in seguito cambiato versione ritrattando la prima testimonianza. Che Enrico Mattei fosse in pericolo lo prova tuttavia il fatto che egli era stato minacciato dall’OAS, a causa delle simpatie dichiarate del politico italiano nei confronti del Movimento di Liberazione Algerino; tant’è che nel gennaio di quel fatidico 1962, prima di un viaggio coll’aviogetto dell’Eni, aveva ricevuto un avvertimento. Un cacciavite, legato ad uno scotch, era stato rinvenuto dentro uno dei due reattori; col calore il nastro adesivo si sarebbe sciolto e l’apparecchio sarebbe esloso in volo, proprio come si dice sia avvenuto nell’autunno successivo in vicinanza della torre di controllo di Linate. A quel tempo non si conosceva ancora ufficialmente la funzione effettiva dell’OAS, l’organizzazione francese che si proponeva diversamente dal gen. De Gaulle di mantenere il dominio coloniale della Francia in Algeria. Oggi, dopo le rivelazioni sul ruolo di ‘Gladio’ (8) nella penisola, sappiamo che l’OAS non era che lo Stay Behind francese, il quale lavorava per conto della Cia e del Mossad. Onde è chiaro da parte di chi realmente veniva la minaccia nei confronti dell’uomo più importante d’Italia, colui il quale aveva provato a conferire al nostro paese la vera indipendenza, che non è data dall’apparente libertà politica ( spesso un pro-forma, che maschera un regime ad autonomia limitata quale quello italiano nel Dopoguerra ), bensì dall’autarchia economica. L’importanza dell’Algeria non derivava a mio parere, come credeva qualcuno in passato ( vedi ad es. l’ex-ordinovitsa Vinciguerra, condannato all’ergastolo ), dal ruolo strategico di quel paese nel Mediterraneo ed il possibile spostamento di alleanze in favore dell’impero sovietico. Credo che la necessità di tenere sotto controllo tale nazione islamica provenisse una volta di più dalla presenza del petrolio nel Sahara. Le ‘Sette Sorelle’ proposero a Mattei di agire all’unisono con loro nello sfruttamento dei giacimenti sahariani. Mattei però rifiutò l’invito, asserendo che era primario il raggiungimento dell’indipendenza da parte algerina. Evidentemente tramava di accordarsi col Movimento di Liberazione, offrendo condizioni più vantaggiose di quelle altrui. All’inizio di novembre avrebbe dovuto esserci un incontro in proposito, ma non glielo permisero.
Che si sia trattato di sabotaggio lo hanno dimostrato le perizie tecnico-scientifiche richieste dalla Procura di Pavia. Degli esperti hanno accertato che l’I-Snap era precipitato “a seguito di un esplosione limitata, non distruttiva, verificatasi all’interno del velivolo”, raccogliendo prove orali e documentali a conforto della propria tesi, senza evidenze che vi si opponessero. La loro indagine ha provato infatti che a bordo del velivolo si era verificata un’esplosione, nel momento di allineamento dell’aviogetto colla pista, non immediatamente prima o dopo l’impatto col suolo. A dimostrazione che non era intervenuto un normale incidente di percorso, i tecnici hanno verificato che non vi era stata esplosione del serbatoio, dei motori o della bombola di ossigeno. L’unica ragione poteva essere dunque unicamente un’intervenuta manomissione della apparecchiatura del bireattore, per quanto l’inconveniente fosse tecnicamente difficile da accertare. Ciononostante nel ’97 il Pubblico Ministero di Pavia, dopo la riapertura delle indagini da parte della Procura pavese ( la prima inchiesta era terminata nella seconda metà degli Anni Sessanta e si era conclusa con un non-luogo a procedere per via della pretesa insussistenza di fatti penali, nonostante gli allarmismi di certa stampa, che certi esponenti locali dell’Arma avevano severamente denunciato in sede giudiziaria )(9), accertava che era avvenuta un’esplosione in volo probabilmente connessa alla manovra di apertura del carrello. L’ipotesi era che fosse intervenuto un attentato mafioso. Eppure due pentiti di mafia, Iannì e Riggio, dichiarato che l’assassinio di Mattei era stato commissionato a Cosa Nostra ( attraverso la mediazione di Giuseppe Di Cristina ) da non meglio identificati “Americani”. L’illustre pentito Tommaso Buscetta, più precisamente, aveva spiegato ad ogni modo che era stata la Commissione americana di Cosa Nostra, ad affidare alla Commissione siciliana della consorella, ruotante attorno al Segretario della Dc nell’isola Graziano Verzotto e ad altri il compito di sabotare l’aereo con una bomba, in maniera tale che tutto rimanesse avvolto nel mistero. Per cui Mattei era stato invitato ad una battuta di caccia ed intanto degli “uomini d’onore” piazzarono l’ordigno. In effetti si hanno riscontri della presenza di tre strani individui, due in tuta ed uno in veste di ufficiale dell’Arma ( un inesistente cap. Grillo ), all’aeoroporto di Catania. Il pilota fu allontanato con un pretesto, secondo Bellini e Previdi, ossia una telefonata. Che cosa aveva scoperto di tanto importante il giornalista Mauro De Mauro ( ex-republichino e fratello del celebre Tullio, il linguista divenuto di recente Ministro dell’Istruzione durante il Governo dell’Ulivo ) per fare la fine che ha fatto? Pare sia stato strangolato da un mafioso, dopo che aveva scoperto il ruolo di Beppe Di cristina nell’Attentato a Mattei. Il Di Cristina era legato alla Massoneria siciliana, come il Buttafuoco, un cavaliere che bazzicava attorno alla casa De Mauro qualche ora dopo il rapimento da parte di tre individui del collaboratore dell’ORA sulla Bmw del giornalista. Forse voleva accertarsi che non fossero rimasti nell’abitazione documenti compromettenti. Gli altri sono stati manomessi. Nell’inchiesta sulla morte del giornalista morirono tutti e tre gl’indagatori, uno dei quali è assai noto, il gen. Carlo Dalla Chiesa. Anni dopo Falcone indagò sulla parte svolta da Gladio, in accordo con la Masoneria e la Mafia, ma gli venne impedito di farlo.

Un’ulteriore prova dell’inattendibilità dell’asserzione dello Jannuzzi è recata dal fatto che il sonoro della registrazione su nastro magnetico delle dichiarazioni di due contadini che avevano visto ed udito l’esplosione dell’aeroplano nei cieli del pavese, raccolta da giornalisti della Rai, è stato asportato con l’aggiunta di una coda bianca per mantenere il sincrono con le immagini. L’aggiustamento sonoro è avvenuto tardivamente ed in maniera strana, dal momento che è stato fatto con giunte scotch utilizzate solo a partire dal ’66, mentre nel ’62 si usava ancora l’acetone. Mario Ronchi, dopo aver raccontato l’esplosione ed il botto ai giornalisti che lo attorniavano, il giorno seguente ha dovuto recarsi alla Snap ( la ditta del velivolo dell’Eni, presieduta da un certo Cefis )(10) per una richiesta di comunicazione da parte della ditta ed è stato interrogato da persone a lui sconosciute. Al ritorno ha cominciato a ritrattare le sue precedenti dichiarazioni e così si è c omportato fino ad oggi, anche nell’interrogatorio del ’97. Dal labiale del nastro Rai si intuisce tuttavia chiaramente che nella scena muta il contadino testimonia di aver sentito e visto un’esplosione nell’aria. Cosa ridicola, egli ha affermato nelle sue ritrattazioni dapprima di essersi trovato su una trattrice agricola e di non aver così potuto sentire lo scoppio eventuale dell’aereo. Da quando il motore di una trattrice può coprire quello di un’esplosione? Cambiando di nuovo versione, ha indi confessato di essere stato al momento presso una macelleria e di aver appreso i fatti tornando alla sua abitazione. In realtà aveva in precedenza dichiarato di essere stato lui stesso ad avvertire i Carabinieri del disastro e a condurli sul luogo dello schianto a terra della carcassa fiammeggiante del velivolo, cosa documentata da un verbale. Come poté inventare di aver cercato di prestare soccorso immediato e di essersi però accorto che non c’erano che frammenti di carne bruciacchiata ed ossa di tre o quattro persone? Un agricoltore non aveva motivo di farsi beffe di una tragedia cui era estraneo. Forse ha ricevuto anche minacce, dopo l’ultima inchiesta al colmo dell’ironia è divenuto l’unico indagato. Ciò che è avvenuto alla Rai, comunque, non ha potuto avvenire senza la complicità di qualche alto funzionario dell’ente televisivo nazionale. Non è stato, parrebbe, l’unico caso di manomissione dei nastri d’archivio. Anche in altri casi clamorosi ( ad es. il Caso Sindona ), annota qualcuno, è scomparso parte del materiale audio-visivo. Oggidì non c’è neppure più bisogno di questi stratagemmi, le notizie vengono addomesticate direttamente dai TG, ripetendo pedissequamente i punti di visti delle agenzie d’informazione internazionali.

Nell’86 il Presidente del Senato A. Fanfani ( ex-camicia nera ), il quale nel ‘62 era stato Presidente del Consiglio, confidava al Min. degli Interni Taviani in una riunione di ex-partigiani cattolici che l’ucisione di Mattei era stato il primo atto terroristico capitato in Italia. Non a caso le perizie medico-legali accertarono tracce di esplosivo sul corpo delle vittime.

Nel ’95 l’ammir. Fulvio Martini, ex-comandante del Sismi, aveva rilasciato un’intervista al direttore di ORE 24 ( E.Caretti ) in cui asseriva che dietro la morte di Mattei c’era stato un probabile complotto a causa delle relazioni del manager italiano con la Resistenza algerina. Intervista ovviamente di pi smentita od almeno ridimensionata, nonostante il giornalista in questione ricordasse di aver ascoltato l’ex-funzionario di Sicurezza pronunciare precise parole di accusa nei confronti dei francesi. Ci aveva evidentemente ripensato o qualcuno molto in alto, che aveva ritenuto incauta ed inopportuna la denuncia dell’ammiraglio, lo aveva invitato a farlo. Questa è la vita!


Note

(1) Se il compianto Volonté avesse avuto la stessa personalità di tutti i grandi personaggi che ha magnificamente interpretato ( da Sacco a Mattei a Moro, a qualche rappresentante della classe operaia od un brutto ceffo del west , ecc ) avrebbe dovuto avere come minimo una crisi d’identità simile a quella di cui si vociferava attorno a Cossiga circa un anno fa.
(2) Sul tema vedi Child, IL PETROLIO, L’AMBIENTE, IL MUTARE DEL CLIMA.
(3) Il nome della benzina italiana derivava, credo, da Cortemaggiore; un centro della pianura padana, in provincia di Piacenza, dove venne trovato un ricchissimo giacimento di metano insieme a tracce di petrolio. Mattei sfruttò quel ritrovamento per fare pubblicità a sé e all’ENI, millantando l’esistenza di un ricco giacimento di petrolio che avrebbe arricchito l’Italia intera. Nonostante questo istrionismo, la figura di Mattei era sicuramente molto accattivante, dato che contribuì a far risorgere nella nostra nazione uno spirito imprenditoriale e di autodeterminazione economica assai positivi. Ciononostante, la Confindustria e certi ambienti della Dc legati agl’interessi anglo-americani, lo osteggiarono.
(4) Da notare che l’Intelligence britannica ( Sis ) ha sempre gestito e coordinato quella statunitense ( Oss, poi Cia nel ’48 ), mediante una figura incognita all’interno dell’Ufficio dei Servizi Strategici americani. Un particolare ruolo in tal senso è stato svolto dal gen. Donovan, amico di Roosvelt, che fu il primo capo dell’Oss nel ’41. Nella fondazione dell’Oss erano coinvolti uomini del Regno Unito come Lord Mountbatten ( imparentato col re e con due famiglie di banchieri tedeschi ( Cassel e Rotschild ), C.Hambro ( direttore della Hambros Bank ), il col. Menzies ( capo del Sis ) e Lord Victor Rotschild. Dal che si spiegano pure i raccordi col Mossad ed il Kgb. Siccome il Mossad altro non è che l’agenzia segreta privata della Famiglia giudaica dei Rotschild ed il Kgb era al servizio della stessa già al tempo di Stalin. Per questo i capi di stato sovietici venivano sempre da tale Polizia. L’addestramento degli agenti secreti statunitensi avvenne dapprima presso Woburn, in Inghilterra, sede del Marchese di Tavistock. Il Tavistock Institute, con cui collaborò più tardi persino la cd. ‘Scuola di Francoforte’ ( Adorno, Marcuse ecc. ), era il luogo d’insegnamento della guerra psicologica. Di qui tutte le perversioni indicibili dei Servizi segreti anglo-americani, che sono stati essenzialmente alle dipendenze di due famiglie ebraiche soprattutto: i succitati Rotschild ed i Rockefeller, loro intimi amici. I primi sono i numeri uno del mondo, i secondi i numeri due. Il Sis e la Cia ( ma ancor di più l’Nsa, come ha spiegato V.Valerian nel suo libro THE MATRIX ), con l’aiuto del Mossad e del Kgb, funzionano quali bracci armati permanenti al loro servizio. Altre agenzie segrete, in accordo con i vari Stay Behind nazionali appartenenti alla Nato, hanno collaborato con loro nel Dopoguerra; in modo da formare una vasta rete di rapporti che ha permesso agli Anglo-amerricani, o meglio alle due suddette famiglie sioniste, di dominare l’Occidente e quindi l’intero globo in tutti i settori.
(5) M.Mossadegh, un nazionalista iraniano salito al potere nel ’51, aveva lavorato anche lui per l’autonomia energetica; si era infatti proposto il compito di nazionalizzare la produzione petrolifera locale, garantendo di risarcire però con un’indennità appropriata le compagnie petrolifere americane e britanniche. Aveva inoltre assicurato al Regno Unito gli approvvigionamenti di petrolio e l’impiego di manodopera inglese in Iran. Ma la Gran Bretagna non si accontentò ed organizzò attraverso l’Intelligence britannica, in accordo con quella statunitense e per conto del cartello delle compagnie petrolifere mondiali, la cd. ‘Operazione Ajax’ ( cfr. D. Icke, E LA VERITÀ VI RENDERÀ LIBERI- Macroedizioni, Cesena 2001, Cap.11, pp. 279-84 ). L’abile uomo politico iraniano fu così rimosso dall’incarico nel ’53. N.Schwartzkopf sn., il padre del generale vincitore della Guerra del Golfo nel ’91, era entrato in contatto con alcuni generali iraniani, che aveva addestrato durante la II Guerra allorché nel ’41 quella nazione neutrale era stata invasa dagl’Inglesi e dai Russi con la scusa della presenza nel territorio di alcuni tecnici tedeschi. Si servì perciò di questi rinnegati per rivoltare le cose nel paese mediorientale. Reza Pahlevi, capovolgendo la politica del precedente Primo Ministro, privatizzò la produzione petrolifera ed allestì il Savak; un terribile Servizio Segreto responsabile di torture interne e condanne senza processi, il quale ovviamente veniva addestrato ( come recentemente le truppe saudite di Al-Qaida e gli agenti pakistani dell’Isi ) dalla Cia. Gli Angloamericani hanno sempre amato la democrazia… Tant’è che, quando anche lo Shah cominciò a sgarrare fu preparata la Rivoluzione Khomeinista, di stampo fondamentalista ed apparentemente antiamericana ( gli USA erano chiamati il ‘Grande Satana’ ) nonché antiisraeliana. Fumo negli occhi per gl’ingenui! Fin dal ’57 iniziò la collaborazione del Savak con il Mossad. Ecco perché ancor oggi il finanziamento terroristico iraniano ai Palestinesi, che fa il gioco d’Israele e degli USA, è altamente sospetto. A dir poco. Una sorte parallela a quella di Mohammed Mossadegh è stata subita da Ali Bhutto, mandato a morte anche in quel caso con un colpo di stato organizzato dagli ‘Alleati‘ ( USA/GB ) a favore di Z.Hulaq, per impedire il rifornimento energetico pakistano autonomo tramite una centrale atomica propria. Si trovano sempre in tutti i paesi dei notabili corrotti disposti a svendere la libertà della loro nazione al miglior offerente straniero, che garantisca ai medesimi – è ovvio- il dominio interno.
(6) Normalmente il manager statale italiano offriva ai paesi stranieri – è il caso ad es. della Libia, della Tunisia e del Marocco – il 50% dell’introito, oltre ad altre agevolazioni. L’ENI si accollava oltretutto le spese tecniche. Se venivano trovati depositi di oro nero, il paese doveva rimborsare il 50% delle stesse prima di poter ricevere la propria percentuale d’introito per lo sfruttamento del materiale dei giacimenti, altrimenti il conto rimaneva tutto a carico dell’ENI. Condizioni così vantaggiose, a differenza di quelle strozzacollo offerte dalle grandi compagnie petrolifere anglo-americane, non potevano che suscitare l’approvazione dei paesi arabi; i quali ovviamente guardavano allora con simpatia al politico democristiano e all’Italia, mentre intanto cresceva l’astio attorno a lui da parte delle industrie rivali ( in realtà delle società internazionali, il passaggio a multinazionali avvenne in quegli anni ) che gestivano il potere politico, militare ed economico in Inghilterra e negli USA
(7) La definizione di ‘Sette Sorelle’ pare risalga al Mattei stesso. Ecco i nomi, i primi due di compagnie britanniche e gli altri cinque di compagnie statunitensi ( texane ): Shell, Bp, Standard Oil del N.Jersey ( Esso/ Exxon ), Standard Oil della California, Mobil, Gulf e Texaco. Ai giorni nostri si annoverano altri nomi, come la Enron ecc., per un totale di ‘Quattordici Sorelle’.
(8) Faccio notare che il Gladio, stemma appartenente sia ad ‘Ordine Nuovo’ sia alla famigerata ‘Società di Thule’ , aveva in origine l’elsa in alto e la punta verso il basso. Com’era logico per un contrassegno celeste, essendo l’arma uno dei quattro tradizionali emblemi di Orione ( ad un tempo costellazione e personaggio mitico corrispondente ). Successivamente l’orientamento è stato invertito è già questo è un segno inquietante, giacché simboleggia inconsapevolmente una violenza ( evidenziata dalla punta della spada verso l’alto ) contro il Cielo. Del resto già nella confraternita nazista era avvenuto un mutamento di prospettiva, nel senso che la vecchia ‘Societa di Thule’ baltica dal profondo ed arcaico significato spirituale era stata trasformata in una congrega mefistofelica, di cui facevano parte tutti i capi del Terzo Reich. Non a caso ricorreva nelle suddette organizzazioni un emblema orionico. Infatti esse si richiamavano ad un punto di vista nebrodistico, Nebrod ( il leggendario costruttore della mitica Torre di Babele ) essendo uno degli epiteti ebraici di Orione, vale a dire all’idea che il potere termporale dovesse sovrastare l’autorità spirituale anziché sottoporsi disciplinatamente al magistero della Chiesa. Coi risultati nefasti che tutti conosciamo.
(9) Codesto esito giudiziario aveva a sua volta condizionato l’inchiesta palermitana sull’Omicidio De Mauro, il giornalista siciliano dell’ORA rapito da mafiosi e fatto sparire allorché aveva indagato sulla morte di Mattei per contribuire alla sceneggiatura che il regista Rosi gli aveva affidato nell’intento di reperire delle informazioni inedite sugli avvenimenti del ’62; giacché, non essendoci stato alcun reato ma solo un incidente aereo del tutto accidentale, non era possibile che il Di Mauro avesse scoperto notizie ecclatanti riguardo un’eventuale fine dolosa del ‘Re del Petrolio’. In realtà il De Mauro aveva scoperto un fatto molto importante, cioè che Mattei aveva ricevuto una strana telefonata la notte precedente al presunto incidente aereo. Il politico democristiano doveva tornare urgentemente a Milano entro le ore 20 del giorno successivo. Ciò dimostra infondata la tesi di Jannuzzi. L’ora di partenza, che il presidente dell’ENI teneva solitamente nascosta per motivi di sicurezza, in quel caso era di conseguenza assolutamente nota. Altrimenti nessuno avrebbe potuto attentare alla vita del manager piazzando una bomba sull’aviogetto. Possiamo presumere che l’autore o l’autrice della misteriosa telefonata fosse legato in un modo o nell’altro agli attentatori.
(10) Pare chela Snap, tramite il Cefis, abbia nel corso degli anni prodotto delle agevolazioni al Ronchi. Ha pagato il silenzio del contadino, per conto di chi?

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Non credete a questa messinscena
by Child Friday, Oct. 25, 2002 at 7:37 AM mail:

E' chiaro ormai che costui tenta di farmi passare per stupido. Forse è adirittura più di uno a firmarsi col mio nick. Attenti, Indymedia è sotto attacco informatico, non ho più dubbi. Non può essere solo un fanatico. Fate una cosa, non accettate le banalità da qualunque parte ( nick ) vengano! Guardate alle idee, non ai nomi. Evidentemente davano fastidio certe mie ricostruzioni storiche. Ma questo, l'immaginavo, che prima o poi doveva succedere. Purtroppo per loro non ho intenzione di desistere ed intendo andare avanti a smscherare quale marcio ignobile ci sia deietro alla òolitica attuale e alle finte contrapposizioni partitiche, che fanno il gioco dello Shadow Government mondiale.

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strategie di depistaggio
by Child Friday, Oct. 25, 2002 at 8:07 AM mail:

Tutti questi post non sono miei! E' in atto una strategia molteplice di depistaggio. Per il momento mi asterrò dallo scrivere su indy. Settimana prossima uscirò con un post chiarificatore sul caso Mattei e i suoi rapporti con la Massoneria Nera. Fino ad allora nessun post firmato a mio nome é da ritenersi vero.

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INFATTI IL POST SU MATTEI L'HO SCRITTO IO
by Child vero Friday, Oct. 25, 2002 at 8:10 AM mail:

di certo non tu ,brutto sbirraccio infiltrato

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Scusa Child
by Emiliano Friday, Oct. 25, 2002 at 9:08 AM mail:

Mi riferisco a Child Of The Light, nick con cui io ho interloquito a proposito di film di Polanski e altre cose. TU non hai scritto questo articolo su Mattei? Eppure lo stile è identico, anche le note in calce, e non mi pare tu abbia mai avuto antipatie per Mattei. Scusate se mi intrometto ma mi piacerebbe chiarire questo doppio, o triplo Child.

Emiliano

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Spiegazione per Emiliano
by Child of the Light Sunday, Oct. 27, 2002 at 1:40 AM mail:

Hai buon occhio, Emiliano, io sono quello che parlava con Te e litigava ogni tanto con Te sulla questione della Non violenza. Ricordi? Dico questo per farTi capire che sono realmente quelo di prima. Ora è successo che il tipo il quale si firma col mio nick ( non so chi sia ma immagino che... mi hai capito? ) ha postato col 'Copia e Incolla' un mio commento altrove ad un artcolo firmato CHILD, ma non mio ( SIONISMO = RAZZISMO, che non c'entra nulla con me; purtroppo ve ne sono altri, che non ho scritto ). Mi lamentavo dell'uso proditorio dei miei commenti, ripetuti in serie e messi assieme a casaccio uno dopo l'altro. In questo caso, però, solo il primo commento è mio, non gli altri due firmati CHILD. Ribadisco, anche il primo commento non c'entra nulla qui, il tipo lo ha messo appposta per sminuire l'importanza del mio articolo. Ed è un fatto assai grave, perché parte tutto da Mattei il terrorismo in Italia. Mattei è stto il fulcro della lotta contro la lobby petrolifera mondiale. Per questo lo han fatto fuori. Mattei era molto, molto più importante di Moro. Bisogna rispolverare questa figura eminente di politico, che voleva decolonizzare e rendere indipendentente l'Italia. Ma gliel'hanno impedito. Ti saluto, continua a badare allo stile quando sei incerto. Forse tuttavia, se va avanti così, sarò costretto a cambiare nick ripetutamente. Vogliate tutti perdonarmi, ma che posso farci di fronte a persone tanto scorrette? Oltretutto,neanche a farlo apposta, ultimamente ho postato più del solito. E siccome il tipo continua ad usare il mio nick a sproposito, immagino che basta ne avranno i lettori d'Indymedia di leggere continuamente e da tutte le parti CHILD ( vero, originario ecc. )! Già alcuni non nutrivano eccessive simpatie per me, adesso con tutte le stupidaggini firmate col mio nick,non mi potranno più sopportare, immagino. Anche un mio effettivo commento, se ripetuto a mia insaputa ed utilizzato fuori luogo può essere controproducente. Se l'informazione non fosse fondamentale, nessuno penserebbe a minarla. E invece...

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