Anche a Civitavecchia come in decine di altre citta' d'Italia il movimento si e' mobilitato per dare una risposta immediata alla spirale repressiva partita da Cosenza. La risposta delle forze dell'ordine e delle autorita' locali e' stata quella di procedere contro i presunti organizzatori dei presidi che si sono svolti davanti al tribunale e al centro della citta'.
COMUNOICATO STAMPA - LETTERA APERTA
Con questa lettera aperta intendiamo criticare quanto è avvenuto in seguito alla manifestazione di mercoledì 20 novembre. L’Assemblea Territoriale del Movimento, dopo una riunione molto partecipata, aveva indetto per mercoledì una giornata di mobilitazione cittadina, con due distinti presidi, la mattina davanti al Tribunale, e il pomeriggio nella zona centrale, a Piazzale degli Eroi. Della manifestazione era stata data notizia a tutta la stampa locale, e anche alla locale rete televisiva. Oltre duemila volantini erano stati distribuiti tra la popolazione per avvertirla dell’iniziativa, e per renderla sensibile ai temi trattati. La mobilitazione intendeva esprimere il nostro dissenso rispetto agli arresti disposti dalla Magistratura cosentina nei confronti di Francesco Caruso e di altri rappresentati del movimento no-global meridionale. La decisione di svolgere i due presidi veniva presa collegialmente, con velocità,e con una certa concitazione, dovuta all’esigenza di dare una risposta pronta e visibile a quanto stava accadendo. L’iniziativa svoltasi a Civitavecchia, peraltro, seguiva a mille altre che si erano già tenute in tutte le città d’Italia: a Roma, davanti alla Prefettura, nell’imminenza degli arresti, e quindi il sabato, con due cortei a Roma e Napoli, e con un presidio a Milano. Nei giorni successivi presidi e manifestazioni a Venezia, Bologna, Livorno, Pisa, Terni, Avezzano, e in una miriade di altri centri. Un grande e maturo movimento di massa ha espresso il proprio disappunto e la propria rabbia contro i tentativi di repressione e di criminalizzazione del dissenso. Il comportamento delle Forze dell’Ordine, rispetto a questa legittima protesta, è stato ovunque pacato e responsabile; si è evitato di invelenire ulteriormente il clima con atteggiamenti di inutile e dannosa intransigenza. Quasi ovunque le manifestazioni sono state indette in modo immediato e frettoloso, e dunque senza avere la possibilità o la prontezza di richiedere le autorizzazioni o di effettuare la dovute comunicazioni; in tutti questi casi, tuttavia, la Polizia si è astenuta dall’effettuare denunce o dal disporre inopportuni scioglimenti delle assemblee spontanee che si andavano formando in tutte le piazze. Tutto il contrario è avvenuto qui a Civitavecchia. Cinque dei manifestanti, in modo del tutto inatteso, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per manifestazione non autorizzata (rispolverando, anche in questo caso, una norma fascista del 1931!). Le denunce, del tutto inaspettate, sono state decise senza alcun preavviso da parte dell’Ufficiale di P.S. responsabile della gestione della piazza; non è stato in alcun modo intimato ai manifestanti di sciogliere il presidio; anzi, a seguito di un colloquio tenutosi tra il predetto Ufficiale e il Procuratore della Repubblica dott. Labate, i manifestanti sono stati semplicemente invitati ad abbassare il volume della musica. Nessuno dei presenti è stato identificato, e le denunce sono state decise arbitrariamente, soltanto nei confronti di quei pochi soggetti per vari motivi già “conosciuti all’Ufficio” per il loro impegno sociale. La scelta dell’Autorità di Polizia, oltre che inaccettabile dal punto di vista politico, è anche errata dal punto di vista giuridico; nessuno dei denunciati può considerarsi in senso tecnico “promotore” dell’iniziativa, che è stata invece decisa in seno ad una vasta assemblea cittadina, che non è certo possibile citare in giudizio nella sua interezza. Non è la prima volta che in questa città, negli ultimi mesi, si risponde con denunce ed intimidazioni alla legittima espressione del dissenso, come nel caso dei borsisti e dei lavoratori dell’indotto CONAD.
Chiediamo l’immediata archiviazione di tutti i procedimenti. Denunciamo in sostanza la crescente incapacità della locale Procura e del locale Commissariato a rapportarsi serenamente con le realtà di movimento presenti nel nostro territorio. Denunciamo la ristrettezza mentale con cui vengono affrontate le situazioni di piazza. Critichiamo l’atteggiamento inutilmente repressivo tenuto dalle Forze dell’Ordine. Esprimiamo il nostro più totale dissenso nei confronti di quest’ultima iniziativa giudiziaria, davvero inattesa e unica in tutta Italia. Quando accaduto non fermerà le lotte sociale che sono destinate a svilupparsi nel nostro territorio, così come nel resto d’Italia. In che modo le Forze dell’Ordine cittadine intendono rapportarsi a questa nuova situazione?
Civitavecchia, 27 novembre 2002. Assemblea Territoriale del Movimento
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