napoli, 10,11 gennaio 2003
Manuale d’orientamento per il cantiere “saperi in corso”
Il 10 mattina, presso la facoltà di economia, si darà il via al ciclo seminariale su “Saperi, lavoro, tecnologia e società”. Questo primo ciclo di seminari vuole, attraverso quattro appuntamento interdisciplinari, analizzare la condizione del lavoro in quest’epoca di transizione verso modelli di produzione, organizzazione sociale e controllo che stanno producendo l’assoggettamento della sfera sociale alla sfera economica. Il primo appuntamento avrà come traccia tematica: “le trasformazioni produttive, le nuove identità lavorative ed i possibili percorsi di liberazione”, e verrà introdotto da Andrea Fumagalli e Andrea Tiddi (precario, autore del libro Precari). Il seminario vuole offrire gli strumenti per decodificare i flussi produttivi che partendo dall’università precipitano sulla produzione e riproduzione sociale, nel tempo della transizione produttiva e dei territori di mezzo come quelli “in via di svilu p po” del sud Italia. L’argomento sarà dibattuto illustrando le ultime teorie riguardo le mutazioni del lavoro ed i modelli produttivi, in una sorta di workshop arricchito dalle esperienze di chi vive/lavora/studia l’ambiente universitario. In questo modo si analizzeranno le multiformi identità del lavoro, individuando gli aspetti unificanti per definirne le caratteristiche base: la percezione dello spazio e del tempo, la forma ed il tipo di retribuzione, l’identità professionale, le risorse d’ingresso e di mantenimento, il ruolo del mercato, l’organizzazione e la rappresentanza degli interessi, la cittadinanza. Andrea Fumagalli, mostrando la crescente identificazione fra tempi di lavoro e tempi di vita e la nuova tipologia di produzione sempre più di carattere cognitivo-relazionale e linguistico-esperienzale, la cui categoria lavorativa è quella di artigiano “biopolitico”, sostiene la proposta di un “reddito di cittadinanza”: la rivendicazione d i una misura economico-fiscale non assistenziale che riconosca la messa a profitto della cooperazione sociale produttiva, un reddito di esistenza che rompa le catene poste alla sfera personale e relazionale liberandone le inclinazioni, la creatività (dynameis, potenze), la solidarietà e la cooperazione sociale; quest’ultima che, nell’ontogenesi, “precede ed eccede la produzione merceologica”, nel senso che non è immediatamente produttiva e riproduttiva del comando capitalistico. Il pomeriggio del 10 entreremo nel merito degli “arnesi” di cui possiamo dotarci al fine di rendere visibile, o almeno rischiarare, la nebulosa che avvolge il mondo della produzione e della riproduzione sociale. È di estrema importanza dotarsi di categorie, linguaggi, “accenti” comuni, per decifrare la condizione del lavoro a Napoli ed in Campania affinché si attivino processi di confronto e riconoscimento diffusi. Per ciò invitiamo a partecipare al work shop del 10 pomeriggio tutti i gruppi e collettivi che sperimentano gli strumenti dell’inchiesta e della conricerca sicché si possa mettere in comune metodi, conoscenze, informazioni, risultati per integrare le nostre ipotesi metodologiche di partenza e mettere in discussione identità e certezze, ormai cristallizzate. Ma anche dare continuità agli appuntamenti di questo network informale di inchiesta/conricerca, per lavorare in modo circolare e cooperativo, superando diffidenze, e dirigersi verso un percorso di reale contro-soggettivazione, a partire da noi stessi. La sera del 10 presso l’Istituto Universitario Orientale, di palazzo Giusto, ci sarà una festa acquietante i nostri cervelli per il giorno successivo. Infatti, il giorno 11 mattina presso la facoltà di Lettere ci sarà il seminario sulla comunicazione, avente come traccia tematic a : “media e mediattivismo nell’era della comunicazione globale”. Attraverso la testimonianza di giornalisti “ufficiali” e di mediattivisti si cercherà di inquadrare la dimensione culturale e sociale in cui si muove la comunicazione dominante, in modo da scardinare i meccanismi di creazione della notizia così da ri-appropriarcene: don’t hate the media become the media. Si intreccerà il piano teorico con quello tecnico affinché si mettano in rete potenzialità locali e nazionali, costituenti un collettivo redazionale comunitario in costruzione di una futuribile radio/TV cittadina. Il giorno 11 pomeriggio, infine, invitiamo le reti ed i collettivi universitari all’assemblea nazionale che, dopo Pisa e Firenze, renda visibile le movenze studentesche che ancora non riescono a darsi conformazione ed autonomia, agendo troppo spesso in modo frammentario ed individuale. Quello che vogliamo è dare corpo a percorsi di opposizione intorno a terreni riconosciuti b a ricentrali, benché con diverse sfumature, come “formazione, saperi e soggettività studentesca”. Gli spunti usciti a Pisa vanno sedimentati in processi capaci di riconoscere/intercettare nuove potenzialità e soggettività studentesche e superare le autosufficienze identitarie su cui ci adagiamo - sicuri di possedere anticorpi a sufficienza e certi delle nostre produzioni contro-culturali. Il "movimento dei movimenti” ha messo in discussione tali certezze precostituite, attraversando multidirezionalmente i “compartimenti stagni” identitari. Da questi insegnamenti possiamo prendere spunti necessari da cui ri-partire per costruire un movimento studentesco nazionale. Specularmene si deve evitare di costruire nuove identità barcollanti, entro le quali rifiutare di sperimentare altro: forme di autovalorizzazione del sapere sociale versus valorizzazione capitalistica. Contrariamente risulterebbe un deja vù ormai d atato, un film già visto.
Proporre, oggi, un’assemblea studentesca nazionale è una scommessa che si può vincere solo se si è coscienti della ricchezza delle diversità. Se si è in grado di ri-pensare il nostro agire politico come un “rizoma” di relazioni in cui <<…si entra da qualunque parte, ciascun punto si connette con qualsiasi altro, esso è composto di direzioni mobili, senza fuori e senza fine, solo un dentro dal quale cresce e deborda, senza mai dipendere o derivare da un’unità; senza soggetto né oggetto>>. Essere “rizoma”, crediamo, è indispensabile per ripensare il movimento studentesco come rete aperta, acefala e flessibile, contaminante e contaminata dalle poliformi diversità/ricchezze. Capace di ascoltare le domande inevase che debordano la sommatoria delle sigl e e siglette presenti nelle “cattedrali” del sapere. Una rete suscettibile di continue modificazioni e adattamenti, sfuggente a percorsi già tracciati su cui il capitale ha scadenzato il tempo e marcato lo spazio: un lavoro orientato a cartografare “contrade a venire”. Non abbiamo certezze, ma tante domande; che rappresentano la linfa per sperimentare, creare, distruggere; e, poi, di nuovo ri-sperimentare, ri-creare, ri-distruggere…in un circolo virtuoso di innovazioni e invenzioni, creazione e cooperazione: virtù che il capitale non possiede.
Post-scriptum : per adesioni, suggerimenti e quant’altro: labsapsoc@email.it, info@noglobal.org, rastaury@hotmail.com, 3200562333 - 3299513130
Laboratorio Saperi Sociali – Napoli: urbi et orbi…
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