Basta con le polemiche!!! E' inutile continuare a litigare...ci sono ed esisteranno sempre politicanti che tentano di appropriarsi di cose che non gli appartengono, ma possiamo fronteggiarli solo con i nostri contenuti. Allego un'articolo di Salvatore Cannavò sul resoconto del 12 a Firenze, io lo trovo molto interessante....
Ciao Eli
Movimento, la parola d¹ordine è «autonomia»
A pochi giorni dall¹evento di Firenze e in una situazione in cui la vicenda Cofferati continua a tenere banco sui principali quotidiani, il ³movimento dei movimenti² ha trovato il modo, lo scorso fine settimana, di discutere delle proprie priorità e urgenze politiche, senza trascurare un giudizio sul Palasport. Lo ha fatto con una riunione, sabato 11, dei ³Tavoli nazionali dei social forum (Migranti, Guerra, Precarietà e Privatizzazioni) e poi domenica con una riunione del coordinamento nazionale del Forum sociale europeo in cui c¹erano tutte, ma proprio tutte, le anime che in quest¹anno e mezzo, da Genova a Firenze, hanno animato e costruito l¹esperienza del movimento antiglobalizzazione. Segno di una percezione comune e condivisa dell¹eccezionalità della fase e della necessità di rilanciare un percorso altrettanto comune. Percorso che, a detta di tutti, deve permettere al movimento di crescere e rafforzarsi sulla base della propria autonomia che, in una fase segnata da operazioni dal profilo politicista - per quanto legittime - costituisce la sola precondizione per una effettiva autotutela.
Da evento a movimento Questo percorso qualcuno l¹ha definito «costituente», capace cioè di dare personalità e soggettività politica, non partitica, al movimento nel suo insieme, con tutte le sue diversità, pluralità, ulteriori autonomie e specificità. Un percorso che, a partire dall¹assemblea nazionale convocata a Firenze l¹1 e il 2 marzo, metta a tema la ³definizione² del movimento e la sua capacità di coordinamento in forme stabili, partecipative, inclusive e quindi autonome, non piegabili a disegni esterni. Un passaggio delicato e difficile, finora mai riuscito, ma che proprio sull¹onda dei ³pericoli² fiutati nell¹aria, ha consentito a soggetti, spesso diffidenti da soluzioni troppo organizzativistiche, di riscoprire un sentimento comune, una comune preoccupazione per la ³cura² del movimento. Del resto, il movimento è costituente di per sé; è dall¹atto della sua nascita che descrive forme sempre diverse, ritmi ondulati, alti e bassi. Ma oggi inizia a diffondersi una consapevolezza nuova. E cioè che la fase del ³movimento-evento² è finita, non basta più. Anzi, paradossalmente è proprio quella forma ad alimentare uno slittamento indebito sul piano della politica che, nella sua fase mediatica e leader-dipendente, si nutre più di simboli che di contenuti, di evocazioni più che di forme concrete, di ³loghi² più che di luoghi del conflitto sociale. Qui sta il limite di Firenze 1 (versione social forum) e la forza di Firenze 2 (versione palasport). Questo limite il movimento sembra aver iniziato ad assimilarlo e comprenderlo, e noi con lui. Non è un caso, infatti, che l¹assemblea dei social forum - veramente molto partecipata con 150, forse 200 persone - sia riuscita anche grazie alla capacità dei social forum di rimodulare la propria forma (anch¹essa molto evocativa) in quella dei tavoli tematici, direttamente esposti all¹efficacia quotidiana e potenzialmente in grado di realizzare il passaggio dal globale al locale, dall¹etica alla politica, dal logo al luogo. Sono solo germi ed esperimenti, ma che riescono a suscitare energie importanti.
Da Genova a Porto Alegre Nell¹immediato, il movimento sarà messo alla prova dalla mobilitazione sulla guerra, formalmente avviata e che avrà nel 15 febbraio il suo clou in tutta Europa (e nel mondo). Ci sarà un comitato organizzatore ampio, che comprende tutti quelli disposti a mobilitarsi (dai social forum ad Emergency, dalla Tavola della Pace alla Cgil, che proprio ieri ha sancito la sua adesione) e così via. C¹è poi la partita di Porto Alegre, in cui il coordinamento italiano si proporrà come punto di riferimento della delegazione italiana, ma anche come stimolo per una maggiore orizzontalità delle decisioni del Consiglio mondiale e per un protagonismo effettivo dei vari forum regionali che si sono svolti quest¹anno (il Forum europeo, tra l¹altro, organizzerà il 25 una giornata intera contro la guerra). C¹è poi, ancora, la ferita di Genova e le indagini a senso unico della procura genovese. Su questo, oltre al comunicato che pubblichiamo nella pagina a fianco, si è deciso di avviare una vera e propria campagna per la verità su Genova e l¹individuazione effettiva delle responsabilità (ci sarà a giorni un appello in questo senso). E infine c¹è il terreno sociale, toccato soprattutto sabato dal Tavolo privatizzazioni, da quello migranti, con il rilancio della mobilitazione contro la Bossi-Fini e dal Tavolo contro la precarietà. Su questo punto, in particolare, si è rimesso l¹accento sul referendum per l¹estensione dell¹articolo 18 che fra pochi giorni potrà essere approvato dalla Corte costituzionale e che sarà uno degli argomenti dell¹assemblea nazionale del 1 marzo. Si tratta, come si vede, di connotati portanti dell¹identità antiliberista sui quali sono in molti, a cominciare da Moretti e Cofferati, a sorvolare. Il movimento dunque si dimostra ancora una volta capace di fare politica in prima persona, forse in forme più dense rispetto al passato. E di farlo sapendo declinare in forma originale autonomia, unità e radicalità. La sintesi di questi tre elementi continua a rimanere la novità più rilevante della politica italiana. E sarà questa che farà la differenza. Salvatore Cannavò
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