tre ragazzi italiani che partecipano alla campagna di interposizione civile nonviolenta dell'International Solidarity Movement in Palestina dal 15 dicembre al 15 gennaio
----- Original Message ----- From: "stefano orlando" <steorlando@hotmail.com> Sent: Monday, January 06, 2003 2:50 PM Subject: Tende di Pace a Rafah
> Siamo tre ragazzi italiani che stanno partecipando alla campagna di > interposizione civile nonviolenta dell'International Solidarity Movement ISM > http://www.palsolidarity.org in Palestina dal 15 dicembre 2002 al 15 gennaio 2003. > Ci troviamo a Rafah, nella Striscia di Gaza, dove Israele sta costruendo un > enorme muro per separare la Palestina dall'Egitto strangolandone cosi' > ulteriormente l'economia. > Rafah e' una citta' martire che subisce quoptidianamente l'umiliazione di > questa occupazione che distrugge la vita di tutte le famiglie (vedi > approfondimenti in fondo pagina). > > Per evitare il piu' possibile l'irrefrenabile e terrificante distruzione > delle case palestinesi vicine al suddetto muro, nonche' l'uccisione > indiscriminata di civili che vivono in queste zone periferiche, il 3 gennaio > 2003 abbiamo dato vita ad una pacifica iniziativa di "camping": abbiamo > installato una tenda nel quartiere denominato 'Block J', in area che si > trova tra i tanks israeliani che proteggono il muro e le case che sono a > rischio di demolizione. > Vista la buona riuscita di questa prima esperienza (i colpi intimidatorii > delle mitragliatrici israeliane sono diminuiti) e la collaborazione degli > abitanti e della societa' civile palestinese, stiamo installando una seconda > tenda in un altra zona. > > Purtroppo siamo troppo pochi (oggi solo 13 attivisti internazionali) per > proteggere tutto il territorio e corriamo sempre il rischio che le nostre > tende vengano rimosse dai buldozer israeliani. > Entro fine mese dovremo quasi tutti rientrare nei nostri Paesi e certamente > la nostra assenza lascera' campo libero alle azioni militari indiscriminate > di Israele contro i diritti umani e in violazione delle leggi > internazionali. > > Pensiamo che sarebbe sicuramente molto utile per la popolazione di Rafah > continuare ad avere una assidua presenza di volontari internazionali che > piantassero quante piu' tende e' possibile a protezione di tutte le zone a > ridosso del muro. > Proponiamo una vera e propria invasione di tende per aiutare i Palestinesi a > riappropriarsi della loro terra, delle loro case, della loro vita. > Cio' potrebbe realizzarsi con un continuo alternarsi di volontari in modo da > garantire un costante aiuto e un necessario ricambio di internazionali. > > Stefano, Nicola, Andrea > 06/01/2003 > > --------------- > Approfondimenti > > >1/I/2003 > >Striscia di Gaza. > >-Unico sbocco sul Mar Mediterraneo per la Palestina; > >-con i suoi 1.250.000 abitanti e' una delle zone piu' densamente > >popolate del mondo; > >-60% della popolazione e'"disoccupata"(80% in alcune zone). > >-L'unica strada riservata ai palestinesi e' quella sulla costa(escluse > >ovviamente quelle parti di costa particolarmente fertili che sono > >state illegalmente accaparrate dalle colonie d'Israele).A volte, per > >rappresaglia,tale strada viene bloccata o chiusa per un tot di ore o > >giorni dai tanks dell'esercito.I palestinesi sono quindi,in questo > >caso,costretti a camminare sulla spiaggia e spesso vengono colpiti a > >piacimento dai militari israeliani. > >-I primi accordi di Oslo concedevano ai palestinesi il 13% di costa per > >la pesca; poi la percentuale e' scesa al 9% fino ad arrivare > >all'attuale 2-3%.E' frequente ammirare uomini sulla spiaggia che > >pescano:molti sono ex proprietari di pescherecci che si sono visti > >sequestrare l'imbarcazione o confiscare il carico,senza giusta > >motivazione.Anche il periodo di pesca e' stabilito da Israele. > >-C'e' una costante pulizia etnica indiretta:il governo israeliano > >strangola l'economia palestinese per renderla il piu' possibile > >dipendente dalla sua.Sradica ulivi,eucalipti e palme,schiaccia con i > >suoi tanks le coltivazioni dei contadini. > >Effettivamente la striscia di Gaza e' un enorme lager. > > > >Mi trovo da tre giorni a Rafah. > >L'esercito israeliano,per mantenere il controllo della frontiera con > >l'Egitto, sta costruendo un muro e fa quello che gli pare,senza alcuna > >forma di rispetto per la vita umana.I militari israeliani sparano sempre su > >ogni cosa che si muove,soprattutto di notte,e i cecchini colpiscono > >chiunque.Utilizzano la tecnica del terrore:i tanks si muovono costantemente > >lungo il confine e i loro bersagli sono le case palestinesi abitate da > >famiglie con numerosi bambini.Una gran parte di queste case sono gia' state > >abbandonate,poiche' troppo grande il pericolo di essere uccisi.Lo scenario > >che si presenta e' quello di innumerevoli facciate crivellate dai colpi > >della mitragliatrici e di scheletri di case bombardate dai carriarmati e > >dagli elicotteri apaches,nonche' delle macerie di quelle demolite dai > >bulldolzer. > >A Rafah ben 5000 persone sono senza casa.Negli ultimi 2 anni i feriti sono > >1500 di cui 108 sono disabili permanenti (qualche mese fa un ragazzo che > >giocava a pallone nel cortile della sua casa,troppo vicina alla torre dei > >cecchini,e' stato colpito alla schiena d e' rimasto paralizzato). > >Tutti gli abitanti di Rafah conservano un ricordo indelebile dell' esercito > >israeliano: al collo, allo stomaco, sulla nuca, sulle gambe, sulle braccia, > >sul viso.Lunghe cicatrici e profonde mutilazioni. > >Sempre negli ultimi 2 anni 205 assassinati,di cui 42 bambini. > >Il 19 dicembre 2002 una ragazza che studiava sul balcone di casa sua e' > >stata uccisa da una pallottola israeliana. > >In questa citta' lo stress e la paura delle esplosioni e degli spari fa si' > >che il 61% dei bambini perda l'appetito e diventi anemico. > >Come se non bastasse gli israeliani devastano le condutture dell'acqua e le > >fogne e quando la municipalita' cerca di ripararle aprono il fuoco dalle > >torri di controllo della zona. > >Il 50% dell'acqua di Rafah e' salata e per berla sono necessari i filtri di > >depurazione.L'altro 50% appartiene alle colonie ebraiche. > > > >Come si fa a pretendere che della gente innocente che vive qui da centinaia > >di anni, non si debba difendere da un'occupazione esasperante che devasta > >terreni agricoli,parchi,le giostre per i bambini,le scuole,i monumenti > >della storia di queste persone?Come si fa a stare zitti,a chiudere > >gl'occhi,a rimanere fermi e impassibili?Cosa faremmo noi se venissero dalle > >nostre parti a far esplodere le nostre case in piena notte, senza curarsi > >di chi ci sta dentro,solo per una marcia avidita' di terra e di soldi?Cosa > >faremmo se le nostre case fossero danneggiate o crollassero improvvisamente > >a causa delle onde sismiche provocate dalle continue esplosioni utilizzate > >nella costruzione del maledetto e perverso muro? > >E il mondo dov'e'?Cosa fa? > > > >Stefano Orlando > > > _________________________________________________________________ > Vuoi ricevere fantastiche offerte promozionali via email? > http://www.msn.it/msnservizi/so/ > >
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