<b>G8, la Procura diffonde due foto «Chi ha visto queste persone?»</b> Avviso a pagamento sul Secolo XIX dei magistrati genovesi che indagano sui fatti del luglio 2001
La Procura della Repubblica di Genova ha acquistato uno spazio sul Secolo XIX per pubblicare un avviso: due foto, che ritraggono un uomo e una donna - durante i disordini del G8 del luglio 2001 - accompagnate da un testo che invita chi avesse elementi per identificare queste persone a mettersi in contatto con la Procura. Al telefono, per posta o personalmente. Vengono forniti i recapiti degli uffici giudiziari, i numeri di telefono, gli orari. Questa inserzione è giunta alla redazione del Secolo XIX accompagnata da una lettera della Procura, in cui si rileva che «le indagini non hanno consentito sinora di procedere all'identificazione di persone riprese nella documentazione video in sequestro relativa ai fatti verificatisi nei giorni 20 e 21 luglio 2001 nel corso del G8». La Procura sottolinea che «per la prosecuzione delle indagini appare necessario procedere all'individuazione di tali persone e che, a tal fine, ulteriore mezzo esperibile appare quello della pubblicazione delle immagini su un quotidiano». Fino a qui l'operato della Procura che ha così compiuto non un atto estemporaneo o "giornalistico", ma a tutti gli effetti un atto formale che andrà nel fascicolo delle indagini sugli scontri di piazza durante il G8 di Genova. Questo "avviso"è sicuramente un fatto eccezionale, è - pensiamo - la prima volta che una Procura assume in Italia un'iniziativa simile. E questo è in linea con quello che è stato il G8 e con quello che sono di conseguenza le indagini su quelle giornate, sugli scontri di piazza, sulle devastazioni dei black bloc e - in un altro filone - sulla notte della Diaz e sulla caserma di Bolzaneto: fatti eccezionali, giornate eccezionali. Indagini eccezionali anche per la portata: l'identificazione di centinaia di persone sia fra i manifestanti sia fra i componenti delle forze dell'ordine che in piazza o in altre circostanze (Diaz e Bolzaneto) sono diventati oggetto di indagine. L'altro elemento che caratterizza queste inchieste è l'importanza fondamentale che hanno avuto le immagini, le foto e i video: si dice che il G8 è stato l'evento più documentato della storia, ed è possibile. Migliaia e migliaia di foto, di "frame" che compongono i filmati digitali, realizzati dalle forze dell'ordine, dagli operatori dei mass media, da privati cittadini. I mass media - l'immagine e la sua diffusione - sono un elemento chiave di questa storia, anche giudiziaria, che viene scritta dal G8 e sul G8. E oggi, con la pubblicazione di questa sorta di "wanted", si aggiunge un ulteriore elemento di eccezionalità, si scrive un altro capitolo nella vicenda che vede ricerca della verità, indagini e mass media impegnati su un territorio per molti aspetti nuovo. Cosa ci dicono le fotografie che pubblichiamo? Sono tratte da un video, sono "frame" di una situazione parzialmente ricostruibile: l'assalto alla filiale del Credito Italiano la mattina del 20 luglio del 2001. Segue a pagina 3
<b>Una strana coppia fra i black bloc</b> Avviso a pagamento sul Secolo XIX della Procura di Genova che indaga sui drammatici fatti del G8. Si cercano testimoni Filmata da una telecamera vicino agli assalitori di una banca
Il primo episodio "pesante" di assalto organizzato messo in atto dal blocco nero, una sorta di "via" di una giornata di estrema violenza che porta il pomeriggio alla morte di Carlo Giuliani. In questa situazione un uomo con occhiali scuri, camicia fuori dai jeans, telefonino in mano, è ripreso dal video mentre dà la schiena agli assalitori, in atteggiamento tranquillo e padrone di sè. Vicino all'uomo, una donna vestita di nero, con i capelli scuri piuttosto corti, anche lei in un atteggiamento tranquillo non di difesa. Che ruolo hanno queste due persone in quello che sta accadendo? Innanzitutto si può ritenere - lo scrive la stessa procura nei dispositivi con cui ha accompagnato la procedura di pubblicazione di questo avviso - che queste due persone siano importanti, che il loro ruolo sia rilevante al fine delle indagini. Testimoni o protagonisti in prima persona. La Procura ha identificato centinaia di manifestanti che hanno compiuto atti di vandalismo più o meno grave durante i giorni terribili del G8, molti altri non sono stati identificati perchéè risultato impossibile: ma per nessuno di questi la Procura ha pensato di procedere con un "avviso" come quello che oggi viene pubblicato sul Secolo XIX. Tutto questo fa pensare che queste immagini siano veramente importanti all'interno delle indagini condotte dai sostituti procuratori Anna Canepa e Andrea Canciani e coordinate dal procuratore aggiunto Giancarlo Pellegrino. L'inchiesta sugli scontri di piazza durante il G8, in cui il blocco nero ha avuto un ruolo centrale, ha portato il 4 dicembre scorso all'esecuzione di provvedimenti - dall'obbligo di firma all'arresto - nei confronti di ventirè persone. In questi giorni sono stati convalidati alcuni arresti, per altri sono state attenuate le misure disposte dal gip su richiesta della procura. Anche questo obiettivo è stato perseguito con un vasto lavoro di indagine. Un lavoro mirato, ancora una volta, ad "identificare", ad "isolare" persone ed atti. La speranza dei magistrati - lo hanno detto - è di arrivare al più presto al processo. E'- in realtà - la speranza di tutti. In aula, nel pubblico dibattimento, si vedrà se le prove raccolte dalla procura reggono all'esame, ma si confronteranno anche le tesi della Procura che ha ipotizzato il reato di devastazione e quelle dei difensori che sostengono la reazione dei loro assititi ad una provocazione della polizia. Questo sarà un momento importante e non solo giudiziariamente, perché lì - finalmente - i molti interrogativi che sono stati posti sul G8, sulla gestione della piazza, sulle responsabilità a più diversi livelli, emergeranno. Ed emergeranno in un'aula di giustizia. Con l'obiettivo ultimo di avvicinarsi alla "verità" di quei giorni, per quanto sia umanamente possibile. Anche la pubblicazione di queste foto, di questo "avviso" con caratteristiche di eccezionalità, è un passo verso la ricerca della verità. E questo che veramente importa. Erika Dellacasa
<b>IL COMUNICATO DELLA PROCURA</b> Ieri pomeriggio la Procura di Genova ha emesso il seguente comunicato che pubblichiamo integralmente: Premesso che questa Procura della Repubblica, previo acquisto di apposito "spazio", ha disposto la pubblicazione sul quotidiano "Il Secolo XIX" di fotografie di soggetti la cui identificazione risulta rilevante per la prosecuzione delle indagini relative alle violenze verificatesi in Genova in occasione del Vertice G8, deve essere evidenziato come: - Questa Procura della Repubblica abbia ritenuto opportuno provvedere alla pubblicazione delle fotografie relative ai soggetti da riconoscere non affidandosi all'ospitalità di testate giornalistiche e/o televisive, ma acquistando un proprio "spazio" su un quotidiano; unica modalità, quella prescelta, che poteva consentire di determinare, al di fuori di ogni esigenza editoriale, i criteri con i quali doveva avvenire la pubblicazione delle immagini, sia con riferimento alle caratteristiche e dimensioni delle stesse che allo spazio ed al rilievo ad esse riservato; - L'acquisto di uno "spazio" sia apparso strumento funzionale ad un più trasparente operato della Procura della Repubblica, consentendo di qualificare la conseguente di pubblicazione come una vera e propria attività del procedimento, come dimostrato dal fatto che la pubblicazione risulta preceduta da provvedimenti formali di questo Ufficio; - La necessità di provvedere alla pubblicazione delle immagini attraverso l'acquisto di uno "spazio dedicato" abbia conseguentemente imposto a questo Ufficio - anche al fine di contenere i costi di una, seppure doverosa, attività procedimentale - L'individuazione di una sola testata giornalistica sulla quale effettuare l'operazione; testata che non poteva ragionevolmente essere identificata in altra che non "Il Secolo XIX", quotidiano avente la massima diffusione in sede locale, vale a dire avuto riguardo al territorio in cui hanno avuto luogo le manifestazioni contro il Vertice G8 del luglio 2001; - Tale scelta non debba essere in alcun modo interpretata quale limitazione del diritto di informazione in capo alle altre testate giornalistiche e/o televisive che, una volta data esecuzione ai decreti emessi da questo Ufficio secondo le modalità sopra descritte, potranno a loro volta dare la massima diffusione, anche a livello nazionale e secondo le loro esigenze editoriali, alle fotografie in questione.
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