da"il messaggero"del 12/02/2003
Pietramelina, venti anni sotto una montagna di plastica La petizioni non sono servite: Pierantonio ha vissuto in compagnia dello scomodo inquilino. Eppure è strasicura di WALTER RONDONI
PIERANTONIO - Un mostro di nome Pietramelina. Da venti anni agita i sonni di Pierantonio e Sant'Orfeto, divise dall'appartenenza a comuni vicini, Umbertide e Perugia, unite nella lotta ai rischi che la discarica, una delle maggiori d'Europa, comporta. Tutto cominciò all'alba degli Anni Ottanta, quando gli amministratori perugini avvertirono la necessità di un luogo dove smaltire i rifiuti solidi urbani. Scelsero Montemalbe, scartata ben presto, a quanto sembra, dietro pressione di influenti personaggi pubblici dell'epoca. In alternativa, individuarono una collina, ai margini dell'ambito comunale, sufficientemente fuori mano. A buon mercato acquistarono, da un fallimento giudiziario, un terreno di una ventina d'ettari, coperto da fitte boscaglie. L'area, ai confini di Umbertide, proiettata verso Gubbio, era, appunto, quella di Pietramelina. In zona si accorsero di ciò che stava accadendo con l'avvio dei lavori di sistemazione della vecchia strada, compiuti ampliando l'antico tratturo e creando alcune varianti per superare gli ostacoli naturali. Quel tracciato esiste tuttora, riparato un paio di volte per l'usura causata dal saliscendi dei "bisonti". Nacquero allora i primi comitati di protesta che nulla ottennero: la volontà politico-amministrativa riuscì a tacitare ogni voce contraria. Il Consiglio di quartiere pierantoniese, chiamato a validare la scelta, a prendere atto della sicurezza del sottosuolo in termini di impermeabilità e capacità di tenuta, preferì lavarsene le mani. In sostanza, non emise pareri, visto che Pietramelina era fuori dai confini umbertidesi. A nulla servirono le obbiezioni sull'alta pericolosità sismica del posto (il terremoto del 1984 la confermò), sulla pendenza del terreno, sull'esistenza, a valle, del torrente Mussino, alimentato da fonti sorgive multiple di acqua potabile. Non furono valutate nemmeno le conseguenze biologiche legate alla possibile trasmissione di malattie a genesi animale (rabbia e zoonosi varie), indotta dalla presenza di una vicina riserva venatoria. Il Palazzo aveva deciso. Lì doveva sorgere la maxi-pattumiera che avviò l'attività nel 1984. Quasi in contemporanea il Tribunale Amministrativo Regionale dell'Umbria bocciò il ricorso della gente. "Facemmo la figura degli ignoranti allarmisti", ricorda uno dei firmatari. In compenso, arrivò una serie di rassicurazioni forse per tacitare la piazza: dalla durata (qualche tempo...), alla capacità programmata, relativamente modesta, di 600mila metri cubi. Come spesso accade, il provvisorio diventò oggetto di deroghe ripetute fino all'ingrandimento per 2.200.000 metri cubi di immondizia. Una montagna di robaccia che richiama stormi di gabbiani dal Lago Trasimeno ed in certi giorni ammorba l'aria dei dintorni. Cinque anni fa motivazioni diverse consentirono la stesura di un protocollo d'intesa: si stabilirono regole, si assunsero impegni precisi. Non sempre gli accordi trovano attuazione, ma la Provincia in pompa magna inaugura una centralina di monitoraggio del torrente Mussino a cinquecento metri dal fosso di scolo dei percolati della discarica, in un punto inaccessibile in caso di pioggia. I dati per circa un anno e mezzo, fino ad una nuova vibrante protesta popolare, non vengono resi noti, comunque riguardano l'ammoniaca e basta. Intanto, sul Mussino scompare qualsiasi forma di vita nel tratto ai piedi dei vasconi di raccolta. Di fronte alle reticenze degli enti, dilagano paura e rabbia. Comunque, è un periodo di relativa collaborazione e rispetto reciproco tra le parti, fino al momento in cui il risorto Comitato cittadino di Pierantonio e Sant'Orfeto dissotterra l'ascia di guerra, ritenendo disattese senza giustificati motivi le convergenze del gennaio 1998, senza ascoltare chi sulla sicurezza dell'impianto dà ampie assicurazioni. Il dubbio esce rafforzato dall'attenta lettura di una Determinazione regionale del marzo 2002, dove, al capoverso "Accrescimento discarica", si affema: "Il progetto presentato prevede inoltre la possibilità di ulteriori interventi, qualora si rendessero necessari futuri ampliamenti in relazione alle esigenze della pianificazione regionale che renderebbero disponibili capacità aggiuntive fino ad un totale complessivo di circa 940mila metri cubi". L'ipotesi è determinata da esigenze di sicurezza, la gente l'interpreta come l'ennesima rottura unilaterale dei patti riguardo al "pensionamento" di Pietramelina. Evento fissabile tra maggio e dicembre dell'anno prossimo, in base ai supposti risultati della raccolta differenziata ed alla probabile entrata in funzione di un inceneritore. Il Comitato civico di Pierantonio e Sant'Orfeto attacca a tutto campo, accusa Comunità Montana ("Doveva finire i lavori di bonifica del Mussino entro il 2000, ancora non esiste il progetto") e Gesenu, la società di gestione ("Le fotografie parlano molto chiaro su come è condotta la discarica"). Boccia gli amministratori di Umbertide e Perugia, la Provincia di Perugia e la Regione Umbria. La violenta contestazione all'indirizzo dei politici (vice presidente della Regione, Danilo Monelli, in testa) durante l'assemblea d'inizio febbraio ha motivazioni chiare. Principalmente, l'esasperazione di chi, persa la fiducia nei propri interlocutori, chiede nero su bianco relativamente alla data di chiusura definitiva ed il deposito della scrittura presso un organo di tutela e garanzia.
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