Quattro punti di vista sul processo
venezuelano
L'attualità venezuelana ha le sue origini in ciò che si conobbe come
il "Caracazo", ovvero le grandi proteste del 27 e 28 di febbraio
del 1989, quando la gente insorse contro la politica genocida del Fondo
Monetario Internazionale, cui seguirono le sollevazioni civico-militari
del 4 febbraio e del 27 novembre 1992 che videro, tra gli altri, la
partecipazione dell'attuale Presidente, Hugo Chavéz Frías, all'epoca
militare col grado di Comandante. Si arriva così alle elezioni
presidenziali del 6 dicembre del 1998, vinte dallo stesso Chavéz col
56,2% dei consensi. Ed è quindi dal 1998 che il Venezuela vive il suo
processo bolivariano, un processo fatto di successi ma anche insuccessi,
contraddizioni proprie di qualsiasi processo rivoluzionario in
gestazione.
Così, possono essere lecite le critiche del Popolo Pemón, cui è stato
imposto nelle proprie terre un elettrodotto che porta l'energia
elettrica venezuelana al Brasile, oppure le critiche rispetto alla
concessione dello sfruttamento della Piattaforma Petrolifera
dell'Orinoco ad imprese petrolifere degli Stati Uniti del Nord America.
Ma certo non possono passare ignorate le iniziative di riforma
agraria che hanno beneficiato già 10.000 piccoli produttori agrari e che
con la riforma sulla proprietà della terra urbana beneficeranno 5
milioni di persone, le iniziative a favore dell'educazione (3.000 nuove
scuole, triplicati gli investimenti pubblici per l'Università, 36.000
nuovi docenti assunti, ecc..) e della salute (aumento del 20% dei medici
di familia, trattamenti medici gratuiti per oltre 60.000 pazienti,
creazione di 15 banche di latte umano per promuovere l'allattamento
materno, ecc..).
C'è un interesse per la politica tra la gente che prima era
inimmaginabile. I cittadini partecipano alle marce, alle assemblee, cosa
che prima non succedeva; la partecipazione alla vita pubblica è reale e
si da in ogni angolo del paese.
E' certo ancora presto per vedere i risultati della Rivoluzione
Bolivariana dopo 40 anni di farsa democratica, che ha portato come
conseguenza l'accumulazione di molti problemi che in quattro anni non
possono risolversi. Ma camminando per il paese si possono già osservare
le scuole bolivariane dove i bimbi fanno colazione e pranzo, gli
ospedali lavorando meglio ed in ordine, lo sport funzionando ed un
popolo battagliando per costruire un futuro migliore.
C'è molta coscienza soprattutto all'interno dei settori più esclusi,
il cui ruolo è protagonista. Siamo di fronte ad una rivoluzione che si
può definire Bolivariana perché è autentica, stà venendo partorita sulla
base della storia del popolo venezuelano: "ciò che Bolivar non ha fatto,
il suo popolo lo stà costruendo" mormora la gente.
Gli elementi rivoluzionari che caratterizzano oggi il processo
Bolivariano sono a detta di molti: il repudio alla politica
neoliberalista, il questionamento del Plan Colombia ed il rifiuto dell'
Accordo di Libero Commercio delle Americhe (ALCA).
Per capire il perché Chavéz abbia (come sostengono alcuni) tanto
diviso i venezuelani, perché sia tanto amato tra gli umili del suo
paese, ma anche tremendamente odiato dalla grande borghesia, da una
parte dei sindacati e da alcune organizzazioni di sinistra, abbiamo
deciso di invitare una serie di persone che bene esprimono un processo
che ancora non è arrivato alla sua maturazione, che ancora dovrà
affrontare situazioni di tensione e tentativi di colpi di stato
provocati e finanziati dagli Stati Uniti del Nord America.
Saranno così in Italia attorno a metà maggio i protegonisti della
Rivoluzione Bolivariana Venezuelana.
Ci sarà una dirigente della centrale sindacale Fuerza
Bolivariana de Trabajadores, il cui congresso fondativo si terrà
nel mese di Aprile, nel tentativo di porre un freno alla
deframmentazione del movimento sindacale venezuelano, oggi più che mai
debole (su una popolazione economicamente attiva di 10 milioni, solo il
12 % è affiliato ad una delle 4 centrali sindacali esistenti, cioè CTV,
CUTV, CODESA e CGT. Ma a questo fenomeno si aggiunge una frammentazione
tale per cui, per esempio, i maestri in Venezuela sono rappresentati da
500 mini-sindacati diversi).
Al Giro parteciperà anche Juan Contreras, fondatore della
Coordinadora Cultural Simón Bolívar, organizzazione
sociale di uno dei quartieri più poveri di Caracas (la Parroquía
23 de Enero). Juan è stato perseguitato politico, la sua casa è
stata perquisita dalle forze di polizia 49 volte in pochi anni, prima di
diventare deputato supplente per il Polo Patriótico nel Governo Chavéz.
Juan è l'esatta figura del dirigente sociale venezuelano che non nega la
propria partecipazione come cospiratore nella lunga vita politica del
Venezuela. Così il 27 novembre del 1992 riafferma con convinzione la
propria partecipazione all'insurrezione che vide scontri a fuoco proprio
nella sua Parroquía (un barrio, cioè un "quartiere" con 500.000
abitanti).
Ancora, in rappresentanza del Movimiento Tercer Camino,
parteciperà Francisco Prada Barazarte, dirigente guerrigliero
nonchè fondatore del Fronte Guerrigliero degli Altipiani Ezequiel
Zamora, dirigente della sollevazione militare di Puerto Cabello (2
Giugno 1961), capo della missione diplomatica presso la Organizzazione
Latinoamericana di Solidarietà (costituitasi il 29 Luglio 1967 a Cuba),
Commissario Politico delle FALN (La Habana, Cuba, 1964), Membro del
Poliburò del Partito della Rivoluzione Venezuelana e del Comando delle
Forze Armate di Liberazione Nazionale, capo della storica operazione
della fuga dalla caserma San Carlos di Caracas (1967), fondatore del
Fronte di Liberazione Nazionale insieme a Fabricio Ojeda ed a Douglas
Bravo, oltre che antropologo indigenista e direttore del Museo di Arte
Popolare dell'Università Los Andes di Trujillo (Venezuela).
E' ancora nostra speranza poter includere in questa delegazione
Bernardo Lopes Cariaga, rappresentante della Facoltà di
Ingenieria della Università Central del Venezuela (UCV), nonché
dirigente del collettivo universitario Utopia.
Anche in questo caso, la speranza è di poter organizzare 40 tappe in
tutta Italia. Questo giro sarà accompagnato da un secondo numero
monotematico de "Il Colibrì, Colori dell'Altra America" sul
Venezuela. La delegazione sarà accompagnata da un responsabile del
COINARIR traduttore/traduttrice. Tutte le realtà interessate, possono
contattarci ai recapiti sotto indicati (per conoscere i dettagli delle
condizioni).
www.coinarir.org/
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