Circa mille militari di Ankara attraversano la frontiera nonostante la contrarietà espressa chiaramente dagli Usa Soldati turchi in Iraq Irritazione a Washington
ANKARA - Circa mille soldati dell'esercito turco sono entrati in Iraq. Una complicazione imprevista per gli americani che seccati, per bocca del segretario di Stato Colin Powell, hanno tentato, inutilmente, di fermare il dispiegamento di forze nel Kurdistan iracheno.
I mille soldati di Ankara sarebbero solo un'avanguardia con il compito di aprire la strada ad un dispiegamento di forze più grandi. Una mossa che ha indispettito gli americani. Nel pomeriggio Colin Powell aveva detto di non ritenere "di alcuna utilità incursioni dei turchi nel nord dell'Iraq".
Poco dopo tuttavia Abdullah Gul, ministro degli esteri turco, di ritorno da Bruxelles, spiegava ai giornalisti che "i soldati entreranno". Poco dopo l'annuncio della televisione di Stato dell'inizio delle manovre militari. Nel Kurdistan iracheno erano già presenti diverse migliaia di militari turchi con alcune decine di carri armati in dotazione per evitare incursioni, da una parte all'altra del confine, di indipendentisti curdi.
La paura degli americani è che si possa aprire un fronte di conflitto diretto fra i turchi ed i kurdi iracheni. Il governo turco, ufficialmente, dice di aver mosso i suoi uomini per tenere sotto controllo il prevedibile flusso di profughi attraverso la frontiera irachena. Ma la paura di Ankara è che gli Usa abbiano promesso ai kurdi le riserve petrolifere del nord dell'Iraq dando forza quindi al movimento indipendentista.
"La politica della Turchia in Iraq - ha detto Gul - è incentrata sull'integrità territoriale irachena, che le risorse irachene siano condivise da tutta la popolazione... che sia contenuto il flusso di rifugiati".
(22 marzo 2003)
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